Arrivano The Hateful Eight, gli otto maledetti di QuentinTarantino
CinemaIl nuovo film del regista americano arriverà in Italia a febbraio mentre Oltreoceano uscirà il giorno di natale 2015. Nell'attesa non perdete la puntata di Sky Cine News di qesta sera in cui il regista Quentin Tarantino e il suo cast ci raccontano i segreti di questo attesissimo western
di Sara Albani
Anche se in Italia uscirà a febbraio, sono già aperte le prevendite per la proiezione in 70mm. The Hatefull Eight, l’ottavo e attesissimo film del geniale Quentin Tarantino, si cala in una ambientazione western come il precedente Django Unchained, ma dal Sud schiavista si sposta nel nevoso Wyoming, qualche anno dopo la Guerra Civile americana. A bordo di una diligenza diretta verso la località di Red Rock, il cacciatore di taglie Kurt Russell e la sua prigioniera Jennifer Jason Leigh si imbattono prima nell’ex soldato Samuel Jackson, diventato a sua volta cacciatore di taglie, poi in un rinnegato del Sud che afferma di essere il nuovo sceriffo della misteriosa città di Red Rock e a seguire in tutta una serie di misteriosi personaggi che li accolgono in un rifugio di montagna, dove si riparano da una violenta bufera di neve: il boia della città, un cowboy e un vecchio generale confederato.
Un western anomalo con troppi dialoghi e troppa poca azione per una durata di tre ore: questo in sintesi il tono delle prime recensioni del film uscite oltreoceano. Un po' di delusione sparsa, quindi, tra la rivista Variety che parla di "spargimenti di sangue e una durata eccessiva che piaceranno unicamente ai cinefili" e le "troppe idee che (...) lasciano sopraffatti" di Entertainment Weekly, che lo definisce "claustrofobico, sia narrativamente che visivamente". In attesa dell’accoglienza nelle sale americane dove uscirà il giorno di Natale su pellicola 70 mm "per rendere al meglio la meraviglia di alcune scene", ha dichiarato lo stesso Tarantino, il film si è già guadagnato tre nomination ai prossimi Golden Globe per la sceneggiatura, la colonna sonora del maestro Ennio Morricone e per l’attrice non protagonista Jennifer Jason Leigh.
Abbiamo incontrato il regista e il super cast partendo da queste domande: ma chi sono questi personaggi ritratti sullo schermo? Da dove vengono? Cosa ci fanno lì? "Sono persone che di base non dicono la verità su loro stessi –dice Michael Madsen- è un film che potenzialmente parla di tutto ciò che ci riguarda in quanto esseri umani".
"Chiudendo questi personaggi in uno spazio –replica il veterano Bruce Dern- Quentin è come se parlasse del suo mondo, dell’ambiente in cui lavora, fatto di persone impegnate a costruirsi la propria aura leggendaria. Questi tizi, in fondo, è come se fossero un gruppo di attori che mettono in scena uno spettacolo e alla fine uccidono quelli del pubblico…poi svaligiano una banca, bruciano la città e scappano!".
"O decideranno di odiarsi, pensando ognuno ai fatti propri, o di venirsi incontro", è il commento dell'attore messicano Demiàn Bichir, già candidato all'Oscar per il film di Chris Weitz Per una vita migliore. "Diciamo che le divergenze tra loro nascono dal fatto che ognuna di queste persone si trova in quel posto per un motivo – dice Tim Roth – tutti tranne una, non sappiamo perché sia lì. Ma è... adorabile!".
Da parte sua Quentin Tarantino, che recentemente ha ribadito che dopo The Hateful Eight girerà ancora due film e poi si ritirerà dalle scene, ha dichiarato: "Io volevo realizzare una specie di cinema da camera, un dramma in un interno che si potesse poi trasformare in un mistery, un giallo. Non sapevo esattamente dove volevo andare a parare, ma sapevo che questo film sarebbe stato molto diverso da Django Unchained, perché al centro non c’è una certezza morale. Il personaggio di Samuel Jackson non è Django, non è l’eroe. Tuttavia c’è la possibilità di tifare per lui o per gli altri, ma è lo spettatore a sceglierlo". A proposito della collaborazione con Ennio Morricone, Tarantino la definisce "fantastica! La sua colonna sonora si ispira più alle tonalità proprie dell’horror piuttosto che degli western. In alcuni momenti ricorda quelle atmosfere tipiche del noir, con sonorità molto cupe, quasi demoniache. Sono perfette quando i personaggi iniziano a morire uno dopo l’altro e lo spettatore si chiede: chi sarà il prossimo? Oppure… chi riuscirà a sopravvivere?".
di Sara Albani
Anche se in Italia uscirà a febbraio, sono già aperte le prevendite per la proiezione in 70mm. The Hatefull Eight, l’ottavo e attesissimo film del geniale Quentin Tarantino, si cala in una ambientazione western come il precedente Django Unchained, ma dal Sud schiavista si sposta nel nevoso Wyoming, qualche anno dopo la Guerra Civile americana. A bordo di una diligenza diretta verso la località di Red Rock, il cacciatore di taglie Kurt Russell e la sua prigioniera Jennifer Jason Leigh si imbattono prima nell’ex soldato Samuel Jackson, diventato a sua volta cacciatore di taglie, poi in un rinnegato del Sud che afferma di essere il nuovo sceriffo della misteriosa città di Red Rock e a seguire in tutta una serie di misteriosi personaggi che li accolgono in un rifugio di montagna, dove si riparano da una violenta bufera di neve: il boia della città, un cowboy e un vecchio generale confederato.
Un western anomalo con troppi dialoghi e troppa poca azione per una durata di tre ore: questo in sintesi il tono delle prime recensioni del film uscite oltreoceano. Un po' di delusione sparsa, quindi, tra la rivista Variety che parla di "spargimenti di sangue e una durata eccessiva che piaceranno unicamente ai cinefili" e le "troppe idee che (...) lasciano sopraffatti" di Entertainment Weekly, che lo definisce "claustrofobico, sia narrativamente che visivamente". In attesa dell’accoglienza nelle sale americane dove uscirà il giorno di Natale su pellicola 70 mm "per rendere al meglio la meraviglia di alcune scene", ha dichiarato lo stesso Tarantino, il film si è già guadagnato tre nomination ai prossimi Golden Globe per la sceneggiatura, la colonna sonora del maestro Ennio Morricone e per l’attrice non protagonista Jennifer Jason Leigh.
Abbiamo incontrato il regista e il super cast partendo da queste domande: ma chi sono questi personaggi ritratti sullo schermo? Da dove vengono? Cosa ci fanno lì? "Sono persone che di base non dicono la verità su loro stessi –dice Michael Madsen- è un film che potenzialmente parla di tutto ciò che ci riguarda in quanto esseri umani".
"Chiudendo questi personaggi in uno spazio –replica il veterano Bruce Dern- Quentin è come se parlasse del suo mondo, dell’ambiente in cui lavora, fatto di persone impegnate a costruirsi la propria aura leggendaria. Questi tizi, in fondo, è come se fossero un gruppo di attori che mettono in scena uno spettacolo e alla fine uccidono quelli del pubblico…poi svaligiano una banca, bruciano la città e scappano!".
"O decideranno di odiarsi, pensando ognuno ai fatti propri, o di venirsi incontro", è il commento dell'attore messicano Demiàn Bichir, già candidato all'Oscar per il film di Chris Weitz Per una vita migliore. "Diciamo che le divergenze tra loro nascono dal fatto che ognuna di queste persone si trova in quel posto per un motivo – dice Tim Roth – tutti tranne una, non sappiamo perché sia lì. Ma è... adorabile!".
Da parte sua Quentin Tarantino, che recentemente ha ribadito che dopo The Hateful Eight girerà ancora due film e poi si ritirerà dalle scene, ha dichiarato: "Io volevo realizzare una specie di cinema da camera, un dramma in un interno che si potesse poi trasformare in un mistery, un giallo. Non sapevo esattamente dove volevo andare a parare, ma sapevo che questo film sarebbe stato molto diverso da Django Unchained, perché al centro non c’è una certezza morale. Il personaggio di Samuel Jackson non è Django, non è l’eroe. Tuttavia c’è la possibilità di tifare per lui o per gli altri, ma è lo spettatore a sceglierlo". A proposito della collaborazione con Ennio Morricone, Tarantino la definisce "fantastica! La sua colonna sonora si ispira più alle tonalità proprie dell’horror piuttosto che degli western. In alcuni momenti ricorda quelle atmosfere tipiche del noir, con sonorità molto cupe, quasi demoniache. Sono perfette quando i personaggi iniziano a morire uno dopo l’altro e lo spettatore si chiede: chi sarà il prossimo? Oppure… chi riuscirà a sopravvivere?".