Alessandro Benvenuti è "l'allenatore" del BarLume

Cinema

Helena Antonelli

Al centro, Alessandro Benvenuti (Emo) insieme ai vecchietti del BarLume
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Tornano "I delitti del BarLume", torna la provincia, torna la commedia a tinte gialle dei bestseller di Marco Malvaldi (edito da Sellerio) per la regia di Roan Johnson.  Lunedì 18 gennaio alle 21:10 su Sky Cinema 1 e alle 21:40 su Sky Cinema Hits appuntamento con la seconda storia: "Azione e reazione"

L'attore toscano, Alessandro Benvenuti torna nelle vesti di Emo, un pescivendolo burbero che, insieme agli altri vecchietti del BarLume cercherà di venire a capo di casi misteriosi.

Dal gruppo comico dei Giancattivi, fondato a metà degli anni ’70 insieme a Francesco Nuti e Athina Cenci a regista cinematografico a teatrale, Benvenuti approda, alla terza stagione de “I Delitti del BarLume", tratta dai bestseller di Marco Malvaldi con la regia di Roan Johnson. Una commedia che si tinge di giallo e che rappresenta un vero e proprio caso editoriale nel nostro Paese.

 

"Il mondo potrebbe anche cambiare verso di rotazione ma tutte le mattine che il Signore mette in terra si può star certi che uno alla volta o tutti insieme i quattro reduci del Novecento arriveranno e si installeranno sulle loro poltroncine".

 

Sono questi, nelle parole dell'autore Marco Malvaldi, i quattro più assidui frequentatori del BarLume capeggiati da un grande allenatore, Alessandro Benvenuti (Emo).  Ecco l'intervista

 

 

Chi è Emo?
Emo è uno che ha a che fare con il sangue, personaggio toscano iroso e polemico ma anche vitale. È l’animatore del gruppo degli anziani, quello che crea le occasioni di divertimento per il pubblico ma anche e soprattutto sul set.

 

Una parte sudata che ha segnato il suo ritorno alla TV.

Ben tre provini. Ma è stata una cosa giusta, doverosa. In realtà io dovevo essere la guest star, un personaggio di una puntata che poi si sarebbe rilevato l’omicida. Poi l’idea brillante del regista Roan Johnson di sottopormi ad un provino per un’altra parte.

 

Se l'aspettava?

Assolutamente no. È stata un’improvvisazione tra me e il regista, mi sono lasciato condurre da lui accettando il gioco e anche il rischio. Succede che uno parte per fare una cosa e poi ne fa un’altra ancora più bella. E così è capitato a me, ho colto al volo l’occasione.

 

Quali sono state le parole del regista?

Roan mi ha chiesto di fare l’allenatore in campo mettendo i vecchini a “regime”. In realtà il regista ha messo su una vera squadra che fila molto bene e i risultati si vedono.

 

Che atmosfera si respira in questa terza stagione?

Molto buona, tra di noi c’è armonia e sul set siamo sempre più divertiti. L’atmosfera a Marciana Marina è splendida e ormai siamo considerati come degli abitanti del luogo, la gente ci vuole bene. È un bel vivere.

 

Cosa ci attende in queste nuove storie?
Sicuramente tante risate. Le storie sono molto divertenti, la prima soprattutto è veramente da morir dal ridere. Si tratta di un umorismo popolare ma alto, sano ed elegante senza volgarità che rappresenta bene la toscanità. Alla gente piace e ne ho riscontro girando per i teatri d’Italia.

 

A cosa deve il successo la serie giallo-comica del BarLume?
Beh nella serie gli anziani hanno un ruolo fondamentale. Questi vecchietti rappresentano la parte comica dei delitti del BarLume e allo stesso tempo l’originalità della scrittura gialla. Una trovata geniale se si pensa che di anziani famosi non ce ne sono poi molti.

 

Il personaggio di Emo riscontra delle affinità con il ruolo di Massimo?
In realtà c’è una storia lontana. Malvaldi una volta mi confessò che per il personaggio di Massimo si era ispirato un po’ a me come umorismo, a quando ero più giovane. L’unica affinità forse è la follia dei personaggi, una follia che nasce prima di tutto nella testa di Malvaldi. In Massimo è rappresentata dai suoi sogni mentre Emo ce l’ha nel DNA.

 

È prevista una quarta stagione?
Sì, speriamo anche una quinta, quando una cosa funziona ovviamente è facile continuarla ed io son ben felice.

 

L'attore toscano, Alessandro Benvenuti torna nelle vesti di Emo, un pescivendolo burbero che, insieme agli altri vecchietti del BarLume cercherà di venire a capo di casi misteriosi.

Dal gruppo comico dei Giancattivi, fondato a metà degli anni ’70 insieme a Francesco Nuti e Athina Cenci a regista cinematografico a teatrale, Benvenuti approda, alla terza stagione de “I Delitti del BarLume", tratta dai bestseller di Marco Malvaldi con la regia di Roan Johnson. Una commedia che si tinge di giallo e che rappresenta un vero e proprio caso editoriale nel nostro Paese.

 

"Il mondo potrebbe anche cambiare verso di rotazione ma tutte le mattine che il Signore mette in terra si può star certi che uno alla volta o tutti insieme i quattro reduci del Novecento arriveranno e si installeranno sulle loro poltroncine".

 

Sono questi, nelle parole dell'autore Marco Malvaldi, i quattro più assidui frequentatori del BarLume capeggiati da un grande allenatore, Alessandro Benvenuti (Emo).  Ecco l'intervista

 

 

Chi è Emo?
Emo è uno che ha a che fare con il sangue, personaggio toscano iroso e polemico ma anche vitale. È l’animatore del gruppo degli anziani, quello che crea le occasioni di divertimento per il pubblico ma anche e soprattutto sul set.

 

Una parte sudata che ha segnato il suo ritorno alla TV.

Ben tre provini. Ma è stata una cosa giusta, doverosa. In realtà io dovevo essere la guest star, un personaggio di una puntata che poi si sarebbe rilevato l’omicida. Poi l’idea brillante del regista Roan Johnson di sottopormi ad un provino per un’altra parte.

 

Se l'aspettava?

Assolutamente no. È stata un’improvvisazione tra me e il regista, mi sono lasciato condurre da lui accettando il gioco e anche il rischio. Succede che uno parte per fare una cosa e poi ne fa un’altra ancora più bella. E così è capitato a me, ho colto al volo l’occasione.

 

Quali sono state le parole del regista?

Roan mi ha chiesto di fare l’allenatore in campo mettendo i vecchini a “regime”. In realtà il regista ha messo su una vera squadra che fila molto bene e i risultati si vedono.

 

Che atmosfera si respira in questa terza stagione?

Molto buona, tra di noi c’è armonia e sul set siamo sempre più divertiti. L’atmosfera a Marciana Marina è splendida e ormai siamo considerati come degli abitanti del luogo, la gente ci vuole bene. È un bel vivere.

 

Cosa ci attende in queste nuove storie?
Sicuramente tante risate. Le storie sono molto divertenti, la prima soprattutto è veramente da morir dal ridere. Si tratta di un umorismo popolare ma alto, sano ed elegante senza volgarità che rappresenta bene la toscanità. Alla gente piace e ne ho riscontro girando per i teatri d’Italia.

 

A cosa deve il successo la serie giallo-comica del BarLume?
Beh nella serie gli anziani hanno un ruolo fondamentale. Questi vecchietti rappresentano la parte comica dei delitti del BarLume e allo stesso tempo l’originalità della scrittura gialla. Una trovata geniale se si pensa che di anziani famosi non ce ne sono poi molti.

 

Il personaggio di Emo riscontra delle affinità con il ruolo di Massimo?
In realtà c’è una storia lontana. Malvaldi una volta mi confessò che per il personaggio di Massimo si era ispirato un po’ a me come umorismo, a quando ero più giovane. L’unica affinità forse è la follia dei personaggi, una follia che nasce prima di tutto nella testa di Malvaldi. In Massimo è rappresentata dai suoi sogni mentre Emo ce l’ha nel DNA.

 

È prevista una quarta stagione?
Sì, speriamo anche una quinta, quando una cosa funziona ovviamente è facile continuarla ed io son ben felice.

 

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