L’attore candidato agli Oscar Ethan Hawke ed Emma Watson sono i protagonisti di Regression, il film che segna il ritorno del regista premio Oscar Alejandro Amenábar. La pellicola, tratta dalla sceneggiatura originale del regista spagnolo e prodotto da Fernando Bovaira, sarà nelle sale cinematografiche da giovedì 3 dicembre. Non perdete Mercoledì 2 dicembre alle 20:50 su Sky Cinema Max alcuni minuti in anteprima di questo attesissimo horror
Mescolate il dramma con l’horror, aggiungete un pizzico di suspence e quello che verrà fuori sarà Regression: un viaggio nell'oscura mente umana. Il sesto film del regista spagnolo Alejandro Amenábar, il terzo in inglese, che vanta una co-produzione internazionale e un budget da 20 milioni di dollari.
Il regista dell’inquietante The Others, pellicola del 2001, torna in una tematica oscura, una rivisita del mistero legata alla complessità e alla stranezza della mente umana. Influenzato dai film horror americani degli anni 70 e al tempo stesso ispirato a una serie di eventi realmente accaduti negli Stati Uniti durante gli anni 80, Regression è una sorta di thriller psicologico con alcune sfumature di giallo.
Da sempre incuriosito dal satanismo e quindi dalla figura del demonio, il regista premio oscar Amenábar, trova conferma sulla narrazione del film imbattendosi per caso in una setta satanica in cui erano perpetrati abusi sessuali. Da lì l’idea per trattare la tematica demoniaca. Ed ecco che il thriller psicologico Regression inizia a prendere forma.
La storia si svolge in una piccola comunità del Midwest, nel Minnesota, una cittadina tipica americana in cui tutti conoscono tutti. Una realtà piccola, dove il senso di colpa per i crimini commessi si intensifica pesando inevitabilmente sui protagonisti. Strutturato come un poliziesco, uno degli ingredienti fondamentali di Regression è il cast. Protagonisti due attori pluripremiati: Emma Watson (Harry Potter, The Bling Ring) e Ethan Hawke (L’attimo fuggente, Boyhood).
Nel film Ethan Hawke veste la divisa del detective Bruce Kenner. Il caso affidato al detective Bruce è quello di una giovane fragile ragazza di nome Angela (Emma Watson), che accusa il padre John Gray (David Dencik), di un crimine terribile. Quando John, inaspettatamente e senza averne memoria, ammette la sua colpa, il famoso psicologo Dottor Raines (David Thewlis) viene chiamato per aiutarlo a rivivere i suoi ricordi, ma ciò che verrà scoperto smaschererà un orribile mistero. La storia prenderà un’altra piega quando il protagonista, entrato talmente tanto nel caso ne rimarrà intrappolato, e da uomo a caccia della verità diventerà la preda.
La pellicola esplora dunque le motivazioni per le quali si ha paura, il modo in cui la paura viene affrontata e come questa da semplice timore si trasformi nell’incubo peggiore. Quello che conta per Alejandro Amenábar, essendo il film ispirato ad una serie di eventi realmente accaduti, è la credibilità della rappresentazione delle vicende narrate. Regression si muove su un terreno più psicologico, in cui luce e oscurità si mescolano con l’ignoto e il noto. Il regista indaga la mente umana attraverso la psicologia, la regressione appunto, che spesso si scontra con la superstizione e la religione.
Per essere fedele alle atmosfere anni ’70, Amenábar rinuncia quasi del tutto agli effetti speciali prediligendo una metodologia che gioca sulla messa a fuoco. Scelte di stile conferiscono alla pellicola un’atmosfera più elegante, in linea con le intenzioni del regista come la rinuncia al blue screen per lasciare spazio a quei trucchi cinematografici e alla realizzazione delle sequenze care a registi del calibro di Hitchcock.
La macchina da presa guida gli spettatori senza essere mai invasiva e aprendo le porte in maniera suadente verso il mondo dei personaggi e della storia che sta raccontando. Un film che vince la sfida di creare un’atmosfera “retrò” senza apparire “vecchio”, lavorando sui colori e i contrasti per creare un’immagine più contemporanea e vicina ai gusti del pubblico.
All’apparenza, Regression potrebbe essere percepito come un film con degli ingredienti horror, ma nel profondo è più che altro una riflessione su come vincere e trionfare sulle nostre paure primordiali. Un viaggio profondo nel nostro subconscio e nei nostri demoni interiori, ma che possiede anche le caratteristiche di un dramma familiare, poiché quei demoni possono davvero arrivare a distruggere le nostre vite e quelle degli altri.
Un film di suspense fatto con serietà, Regression parla delle paure, della fragilità della mente umana, di quanto possiamo spaventarci e di come la paura possa impedirci di pensare e vedere le cose chiaramente.
Mescolate il dramma con l’horror, aggiungete un pizzico di suspence e quello che verrà fuori sarà Regression: un viaggio nell'oscura mente umana. Il sesto film del regista spagnolo Alejandro Amenábar, il terzo in inglese, che vanta una co-produzione internazionale e un budget da 20 milioni di dollari.
Il regista dell’inquietante The Others, pellicola del 2001, torna in una tematica oscura, una rivisita del mistero legata alla complessità e alla stranezza della mente umana. Influenzato dai film horror americani degli anni 70 e al tempo stesso ispirato a una serie di eventi realmente accaduti negli Stati Uniti durante gli anni 80, Regression è una sorta di thriller psicologico con alcune sfumature di giallo.
Da sempre incuriosito dal satanismo e quindi dalla figura del demonio, il regista premio oscar Amenábar, trova conferma sulla narrazione del film imbattendosi per caso in una setta satanica in cui erano perpetrati abusi sessuali. Da lì l’idea per trattare la tematica demoniaca. Ed ecco che il thriller psicologico Regression inizia a prendere forma.
La storia si svolge in una piccola comunità del Midwest, nel Minnesota, una cittadina tipica americana in cui tutti conoscono tutti. Una realtà piccola, dove il senso di colpa per i crimini commessi si intensifica pesando inevitabilmente sui protagonisti. Strutturato come un poliziesco, uno degli ingredienti fondamentali di Regression è il cast. Protagonisti due attori pluripremiati: Emma Watson (Harry Potter, The Bling Ring) e Ethan Hawke (L’attimo fuggente, Boyhood).
Nel film Ethan Hawke veste la divisa del detective Bruce Kenner. Il caso affidato al detective Bruce è quello di una giovane fragile ragazza di nome Angela (Emma Watson), che accusa il padre John Gray (David Dencik), di un crimine terribile. Quando John, inaspettatamente e senza averne memoria, ammette la sua colpa, il famoso psicologo Dottor Raines (David Thewlis) viene chiamato per aiutarlo a rivivere i suoi ricordi, ma ciò che verrà scoperto smaschererà un orribile mistero. La storia prenderà un’altra piega quando il protagonista, entrato talmente tanto nel caso ne rimarrà intrappolato, e da uomo a caccia della verità diventerà la preda.
La pellicola esplora dunque le motivazioni per le quali si ha paura, il modo in cui la paura viene affrontata e come questa da semplice timore si trasformi nell’incubo peggiore. Quello che conta per Alejandro Amenábar, essendo il film ispirato ad una serie di eventi realmente accaduti, è la credibilità della rappresentazione delle vicende narrate. Regression si muove su un terreno più psicologico, in cui luce e oscurità si mescolano con l’ignoto e il noto. Il regista indaga la mente umana attraverso la psicologia, la regressione appunto, che spesso si scontra con la superstizione e la religione.
Per essere fedele alle atmosfere anni ’70, Amenábar rinuncia quasi del tutto agli effetti speciali prediligendo una metodologia che gioca sulla messa a fuoco. Scelte di stile conferiscono alla pellicola un’atmosfera più elegante, in linea con le intenzioni del regista come la rinuncia al blue screen per lasciare spazio a quei trucchi cinematografici e alla realizzazione delle sequenze care a registi del calibro di Hitchcock.
La macchina da presa guida gli spettatori senza essere mai invasiva e aprendo le porte in maniera suadente verso il mondo dei personaggi e della storia che sta raccontando. Un film che vince la sfida di creare un’atmosfera “retrò” senza apparire “vecchio”, lavorando sui colori e i contrasti per creare un’immagine più contemporanea e vicina ai gusti del pubblico.
All’apparenza, Regression potrebbe essere percepito come un film con degli ingredienti horror, ma nel profondo è più che altro una riflessione su come vincere e trionfare sulle nostre paure primordiali. Un viaggio profondo nel nostro subconscio e nei nostri demoni interiori, ma che possiede anche le caratteristiche di un dramma familiare, poiché quei demoni possono davvero arrivare a distruggere le nostre vite e quelle degli altri.
Un film di suspense fatto con serietà, Regression parla delle paure, della fragilità della mente umana, di quanto possiamo spaventarci e di come la paura possa impedirci di pensare e vedere le cose chiaramente.