Valeria Golino incanta la 72.ma Mostra del Cinema di Venezia
CinemaLast but non least, "Per amor vostro" chiude il concorso con una superlativa interpretazione di Valeria Golino, a 30 anni dalla prima coppa Volpi. Leggi l'intervista in cui l'attrice racconta il suo ritorno a Lido e come si è preparata per interpretare il ruolo più difficile della sua carriera
Sono passati quasi 30 da quando a Venezia 1986 una giovanissima Valeria Golino si imponeva all'attenzione del pubblico vincendo una coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile nel film "Storia d'amore" di Citto Maselli. Nel film di Giuseppe Gaudino che chiude oggi il concorso di quest'anno Valeria offre una delle più intense e difficili prove della sua lunga e fortunata carriera d'attrice e si candida molto autorevolmente per un bis (tra l'altro ci sono due scene-madri molto simili nei due film).
Difficile è stata senza dubbio la lavorazione di questo film complesso, stratificato, elaboratissimo, esoterico e misterioso che riporta Gaudino al lido a 8 anni dal suo strano primo film "Giro di lune tra terra e mare".
La Golino è Anna, una madre napoletana di tre figli, di cui uno disabile, che tira avanti con un marito violento e malavitoso, un lavoro precario nella manovalanza del cinema e un corteggiatore che a un certo punto pare volerla strappare al suo durissimo quotidiano. Le cose andranno diversamente e la donna comincia a precipitare in un inferno in cui realtà degradata e incubi interiori si avvitano in una spirale sempre più ripida.
Gaudino ha creato uno stile visivo personalissimo, più vicino alla video-arte che al cinema in senso stretto, ma con dentro una storia vera e degli attori magnifici: accanto alla protagonista Adriano Giannini e Massimiliano Gallo. Echi di tanto teatro napoletano come della canzone classica partenopea si mescolano a moltre altre suggestioni e memorie.
A Valeria Golino abbiamo chiesto le sue sensazioni di questo ritorno a Venezia da protagonista.
Venezia mi ha sempre portato fortuna, tutte le volte che ci sono venuta negli anni, sia in situazioni professionali che private, ho sempre vissuto delle belle esperienze. Essere qui come protagonista di questo film è per me una emozione speciale.
Il regista ci ha detto che è stato per te un ruolo molto difficile, forse il più impegnativo della tua carriera...
Forse si, non perchè sia il più riuscito, ma perchè è stata una lavorazione molto intensa, faticosa, a tratti anche misteriosa per me. Il mio regista è imperscrutabile, mi lasciava spesso senza rete, l'unica cosa che mi ripeteva era di essere dentro e fuori del ruolo, forse anche per questo Anna ha tante sfaccettature, è un personaggio complesso come la vita, con sentimenti misti e anche contraddittori. Tutto ciò è difficile da rendere con la recitazione.
In questo personaggio così stratificato c'è anche l'anima di Napoli con tutte le sue contraddizioni...
Gaudino voleva fare un film sul tema dell'ignavia, altro elemento difficile e sfuggente... Lei è una donna che vive in un ambiente corrotto che accettando quell'ignavia che le sta intorno ne diventa complice e non riesce più ad uscirne.
Per te è anche un ritorno alla tua lungua madre, dopo decenni di set internazionali, è stato difficile?
Si perchè si parla un napoletano arcaico e non comune, che io non avevo mai sentito pur essendo napoletana. Questo perchè il film ha anche una dimensione archetipica che va oltre la vicenda ambientata ai giorni nostri. All'inizio avevo molta paura, cadere nel falso è molto facile, poi col tempo sono entrata in questa lingua particolare che diventa come una musica. Anche la colonna sonora è importantissima nel film.
La quantità di produttori nei titoli di coda suggerisce anche che sia stata una produzione travagliata.
Assolutamente si, il film era sempre in bilico, mancavano risorse, Gaudino faceva solo documentari da anni e aveva un soggetto difficile, gli sono state chiuse molte porte in faccia. Io e Riccardo Scamarcio con la nostra casa di produzione Buena Onda siamo entrati dopo una serie di altri soggetti per aiutare la conclusione del film nel quale ero tanto coinvolta come attrice ma che è stato davvero rocambolesco portare a termine.
E' un film anche sulla bruttezza della vita, ma tu e i tuoi due partners siete tutti belli.
E' vero, il marito Massimiliano Gallo e l'amante Adriano Giannini sono entrambi bellissimi uomini, anche loro sono stati eroici perchè hanno lavorato in condizioni borderline e con dei ruoli difficili da sostenere. Dopo un po' di tempo è diventata una specie di esperienza di vita al di là del lavoro."