Esposito su Gomorra: "La serie che il mondo ci invidia"

Cinema
Salvatore Esposito al Giffoni Film Festival 2014 - GettyImages
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Salvatore Esposito, il figlio del boss nella serie Gomorra, racconta come “non tutto sia marcio” e chiede che il bene che circola faccia notizia. Lo abbiamo incontrato al Giffoni Film Festival, fiero di essere parte “della più bella serie tv di sempre”.

Di Fabrizio Basso (inviato a Giffoni)


C’è qualche polemiche intorno alla serie…
Ho letto. Sa che le dico?
No.
Abbiano lavorato alla più bella serie televisiva di sempre: il mondo ce la invidia e comunque sono discorsi inutili ad ora.
A cosa si deve un successo così dirompente?
In primis alla qualità del prodotto: per la prima volta in Italia è stata prodotta una serie con requisiti cinematografici.
All’estero l'hanno acquistata.
So che è stata venduta in circa 62 paesi nel mondo, è stata accostata a serie grandi americane come “Breaking Bad” e “I Soprano”. Ogni aspetto è stato curato ad altissimo livello e la qualità ci ha premiato.
Teme che Genny le resti incollato addosso?
Semmai torno a fare i panini al Mc Donald's.
Genny è stata una figura multipla.
Ho interpretato più personaggi nella stessa serie, Genny ha avuto più facce. Le proposte che arrivano sono in ambito napoletano, c’è un senso di camminare all’indietro come spesso avviene.
Ha un prossimo progetto?
Certo, pagare le tasse.
Che ricordi ha delle riprese?
Mi hanno stupito la gentilezza e la gratitudine trovate sul territorio, ma le cose positive spesso in Italia non fanno notizia. Per nove mesi abbiamo girato a Napoli e hinterland, in zone definite tra le più malfamate.
Problemi?
Tutt’altro: abbiamo trovato solidarietà, applausi, caffè, caldo e sole ma non fa notizia. Da attore mi sono commosso, non è tutto marcio.

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