Marco D'Amore: "Ciro non è un eroe negativo"

Cinema
Marco D'Amore al Giffoni Film Festival 2014 - GettyImages
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Al Giffoni Film Festival, dove lo abbiamo incontrato, l'attore protagonista della serie Gomorra, parla del coraggio di Sky in questa avventura

Di Fabrizio Basso (inviato a Giffoni)


Un po’ di polemiche intorno a Gomorra ultimamente.

Per formazione culturale prima mi faccio una idea dei fatti poi parlo.
Anche perché lei è un attore.
Infatti, questo tema non riguarda il mio lavoro, io faccio, come sottolinea lei, l’attore. Se devo parlare lo farò quando saprò di cosa devo parlare e a chi.
Che Guevara ha detto che un popolo ignorante è facile da ingannare: concorda?
Sono d’accordo col Che. Io ho dedicato la vita allo studio, sono andato via di casa a 18 anni saltando tutte le feste belle che ci sono in famiglia.
Le mancano?
A volte, forse. Ma per raggiungere il mio obiettivo ho fatto fare sacrifici a mia madre, ho sempre lavorato per mantenermi agli studi.
Stupito da tanto successo?
Ci sono varie modalità di vivere i progetti, in questo caso al volante c’era una persona capace di correre rischi ovvero Sky.
Proprio per questo era più esposto.
Si è subito capito che c’erano il rischio di critica, problematiche ambientali e morale pubblica. Ora basta dividere il mondo in buoni e cattivi, allora che dovremmo dire di Shakespeare le cui opere pullulano di immagini negative?
Teme le resti appiccicato il personaggio di Ciro?
Arrivo da film con Fabrizio Bentivoglio e Giorgio Tirabassi e avevo trenta chili in più, la barba lunga e interpretavo un personaggio comico. Ma non significa che il biondo è il buono e il pelato è lo str…
Ora che fa?
Partecipo alla produzione di un film girato a Casale Monferrato sulla tragedia Eternit, lo vedrete tra un anno in anteprima al Giffoni.
Gomorra è una storia di sentimenti?
Nella mia macchia nera ho vissuto grandi momenti d'amore e mi sono chiesto se nella mia vita normale riuscirò a vivere questi sentimenti in modo così forte.
Come si è stabilita l’empatia con Salvatore/Genny?
Guardandoci negli occhi a un centimetro di distanza, uno sguardo di rabbia, sottomissione, amore, tensione…tutto in una bolla di intimità. Non voglio fare l’intellettuale, il nostro è lavoro pratico e la trasformazione si è vista sequenza dopo sequenza.

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