Massimo Paganelli, qui alle prese con una storiella su Pierino, interpreta Aldo uno dei personaggi de “I Delitti del Barlume” in onda su Sky Cinema 1, eccezionalmente domenica 17 novembre alle 21.10. GUARDA IL VIDEO
Arzilli al punto giusto, toscanacci fino al midollo che, come scriveva Curzio Malaparte, "se non ci fossero bisognerebbe inventarli" e adesso anche investigatori dilettanti. Sono questi i vecchietti del BarLume, inventati dalla penna magica di Marco Malvaldi e ora anche in tv nell'ultimo dei due film "La carta più alta" in onda domenica 17 novembre alle 21.10
Dicevamo quattro vecchietti: c'è il compianto Carlo Monni nei panni di Ampelio (questa fiction è uno degli ultimi lavori dell’attore fiorentino scomparso pochi mesi fa); i due attori vernacolari Marcello Marziali, livornese, che interpreta Gino detto Rimediotti e il pisano Atos Davini (della Brigata dei Dottori), ovvero Pilade.
Infine c'è Aldo interpretato dall’unico attore “dilettante”, Massimo Paganelli, uomo di teatro alla sua prima apparizione sullo schermo. Un lavoro come ha dichiarato lo stesso Paganelli "che tutti dovrebbero fare. A 66 anni un’esperienza come questa aiuta a conoscersi. Poi c’è il momento che ti rivedi sullo schermo. E ti chiedi: ma sono io, quello lì? Forse ti viene un po’ da ridere, ma poi capisci quello che sei stato in grado di trasmettere. Una soddisfazione per il proprio ego, ma anche una scommessa vinta".
E aggiungiamo noi un'esperienza capace di farti raccontare davanti ad una telecamera una delle più classiche barzellette su Pierino.
Dicevamo quattro vecchietti: c'è il compianto Carlo Monni nei panni di Ampelio (questa fiction è uno degli ultimi lavori dell’attore fiorentino scomparso pochi mesi fa); i due attori vernacolari Marcello Marziali, livornese, che interpreta Gino detto Rimediotti e il pisano Atos Davini (della Brigata dei Dottori), ovvero Pilade.
Infine c'è Aldo interpretato dall’unico attore “dilettante”, Massimo Paganelli, uomo di teatro alla sua prima apparizione sullo schermo. Un lavoro come ha dichiarato lo stesso Paganelli "che tutti dovrebbero fare. A 66 anni un’esperienza come questa aiuta a conoscersi. Poi c’è il momento che ti rivedi sullo schermo. E ti chiedi: ma sono io, quello lì? Forse ti viene un po’ da ridere, ma poi capisci quello che sei stato in grado di trasmettere. Una soddisfazione per il proprio ego, ma anche una scommessa vinta".
E aggiungiamo noi un'esperienza capace di farti raccontare davanti ad una telecamera una delle più classiche barzellette su Pierino.