Lunedì 23 settembre va in onda su Sky Cinema il capolavoro di Quentin Tarantino con Jamie Foxx e Christoph Waltz, che affonda le radici nel cinema di genere italiano, tra Corbucci e Leone.
di Marco Agustoni
Lunedì 23 settembre alle 21.10 va in onda su Sky Cinema HD Django Unchained (anche alle 21.40 su Sky Cinema Hits HD e alle 22.10 su Sky Cinema +1 HD), l'ultima fatica di Quentin Tarantino che vede impegnati sul set Jamie Foxx e l'habitué (dopo Bastardi senza gloria) Christoph Waltz. Un film allo stesso tempo drammatico, spassoso, violento e grottesco. Proprio come gli spaghetti western che il regista, un fan dichiarato del genere, ha usato come punto e spunto di partenza.
D'altronde, gli spaghetti western costituiscono una vera e propria anomalia cinematografica che non poteva non ingolosire un buongustaio come Tarantino. Già dalla nascita, i western all'italiana si sono proposti come i figli bastardi di un genere prettamente a stelle e strisce. E anzi, in principio non furono visti di buon occhio dagli americani, che in essi videro un goffo e irriverente tentativo di scimmiottare l'epica del Selvaggio West.
Ma i nostri compatrioti che si cimentarono in queste versioni molto spesso (molto) low budget dei western non si curarono più di tanto dell'opinione d'oltreOceano, e perseverarono nella loro dissacrante rivoluzione che scardinò i principali dogmi del genere. Finendo con il conquistare le platee mondiali e prendendosi una rivincita con la consacrazione negli stessi Stati Uniti, arrivando addirittura a diventare fonte di ispirazione per il cinema hollywoodiano.
Quali sono questi elementi rivoluzionari introdotti nei western all'italiana? Innanzitutto i mangiaspaghetti resero esplicita la violenza, tra fragorose scazzottate e sanguinose sparatorie. In secondo luogo, non meno fondamentale, mandarono in pensione la figura classica dell'eroe senza macchia, in favore di quella dell'antieroe mezzo giustiziere e mezzo fuorilegge, incarnata alla perfezione dall' ormai leggendario Clint Eastwood. Per finire, sfumarono la distinzione tra buoni e cattivi, introducendo un mondo in cui nessuno è privo di colpe.
Per riuscire nell'intento con i pochi soldi a disposizione, questi veri e propri pionieri si dovettero ingegnare, girando in Italia o in Spagna piuttosto che negli Stati Uniti, e ricorrendo a cast europei, ad eccezione di pochi attori americani, spesso ancora in procinto di diventare famosi, come per l'appunto Eastwood.
Impossibile non citare, tra gli eroi di questa epica impresa, il grandissimo Sergio Leone, che con la sua cosiddetta Trilogia del dollaro (formata da Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo) e C'era una volta il West contribuì in maniera fondamentale a consacrare il genere. Ma non vanno dimenticati altri registi, come ad esempio Sergio Corbucci, che con Django ha fornito l'ispirazione diretta a Tarantino per il suo film (non per niente in Unchained recita in un cameo il Django originale, ossia Franco Nero), o ancora Lucio Fulci e Sergio Sollima. E una menzione va anche al lato leggero degli spaghetti western, quello rappresentato soprattutto dalla coppia di attori formata da Bud Spencer & Terence Hill, al secolo Carlo Pedersoli e Mario Girotti.
Insomma, in Django Unchained c'è pure un pizzico - anzi, ben più di un pizzico - di Italia. Ricordatevelo, al momento di spaparanzarvi sul divano e godervi la visione di Django Unchained su Sky Cinema...
Lunedì 23 settembre alle 21.10 va in onda su Sky Cinema HD Django Unchained (anche alle 21.40 su Sky Cinema Hits HD e alle 22.10 su Sky Cinema +1 HD), l'ultima fatica di Quentin Tarantino che vede impegnati sul set Jamie Foxx e l'habitué (dopo Bastardi senza gloria) Christoph Waltz. Un film allo stesso tempo drammatico, spassoso, violento e grottesco. Proprio come gli spaghetti western che il regista, un fan dichiarato del genere, ha usato come punto e spunto di partenza.
D'altronde, gli spaghetti western costituiscono una vera e propria anomalia cinematografica che non poteva non ingolosire un buongustaio come Tarantino. Già dalla nascita, i western all'italiana si sono proposti come i figli bastardi di un genere prettamente a stelle e strisce. E anzi, in principio non furono visti di buon occhio dagli americani, che in essi videro un goffo e irriverente tentativo di scimmiottare l'epica del Selvaggio West.
Ma i nostri compatrioti che si cimentarono in queste versioni molto spesso (molto) low budget dei western non si curarono più di tanto dell'opinione d'oltreOceano, e perseverarono nella loro dissacrante rivoluzione che scardinò i principali dogmi del genere. Finendo con il conquistare le platee mondiali e prendendosi una rivincita con la consacrazione negli stessi Stati Uniti, arrivando addirittura a diventare fonte di ispirazione per il cinema hollywoodiano.
Quali sono questi elementi rivoluzionari introdotti nei western all'italiana? Innanzitutto i mangiaspaghetti resero esplicita la violenza, tra fragorose scazzottate e sanguinose sparatorie. In secondo luogo, non meno fondamentale, mandarono in pensione la figura classica dell'eroe senza macchia, in favore di quella dell'antieroe mezzo giustiziere e mezzo fuorilegge, incarnata alla perfezione dall' ormai leggendario Clint Eastwood. Per finire, sfumarono la distinzione tra buoni e cattivi, introducendo un mondo in cui nessuno è privo di colpe.
Per riuscire nell'intento con i pochi soldi a disposizione, questi veri e propri pionieri si dovettero ingegnare, girando in Italia o in Spagna piuttosto che negli Stati Uniti, e ricorrendo a cast europei, ad eccezione di pochi attori americani, spesso ancora in procinto di diventare famosi, come per l'appunto Eastwood.
Impossibile non citare, tra gli eroi di questa epica impresa, il grandissimo Sergio Leone, che con la sua cosiddetta Trilogia del dollaro (formata da Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo) e C'era una volta il West contribuì in maniera fondamentale a consacrare il genere. Ma non vanno dimenticati altri registi, come ad esempio Sergio Corbucci, che con Django ha fornito l'ispirazione diretta a Tarantino per il suo film (non per niente in Unchained recita in un cameo il Django originale, ossia Franco Nero), o ancora Lucio Fulci e Sergio Sollima. E una menzione va anche al lato leggero degli spaghetti western, quello rappresentato soprattutto dalla coppia di attori formata da Bud Spencer & Terence Hill, al secolo Carlo Pedersoli e Mario Girotti.
Insomma, in Django Unchained c'è pure un pizzico - anzi, ben più di un pizzico - di Italia. Ricordatevelo, al momento di spaparanzarvi sul divano e godervi la visione di Django Unchained su Sky Cinema...