Alla presentazione del film di Enrico Maria Artale (sezione Orizzonti) ha assistito anche una delegazione della Squadra Nazionale di rugby. Davanti ai microfoni di Sky Cinema a Venezia, la parola passa direttamente a loro: guarda il video
Il dramma agonistico di Enrico Maria Artale, in concorso alla Mostra del Cinema nella sezione Orizzonti, è stato apprezzato anche dalla delegazione della Squadra Nazionale di rugby che a Venezia ha partecipato alla proiezione ufficiale del film. La pellicola vede nel cast Stefania Rocca, Stefano Cassetti, Lorenzo Richelmy, Edoardo Pesce, Margherita Laterza e la partecipazione amichevole di Pier Giorgio Bellocchio.
Il regista affronta il gioco del rugby andando ben oltre il semplice agonismo sportivo: qui lo sport diventa metafora della vita, voglia di tornare a sperare. “Il terzo tempo” è quello che si svolge al termine della partita tra le squadre avversarie e le diverse tifoserie. Si celebrano allo stesso tempo vincitori e vinti, riconoscendo il valore e le capacità di entrambe le formazioni e la correttezza secondo le regole del gioco. E nonostante lo scontro c’è sempre un grande rispetto verso l’avversario.
La parola passa a dei giocatori “veri”: stiamo parlando della Squadra Nazionale di rugby che davanti ai microfoni di Sky Cinema a Venezia ha detto la sua: “ Abbiamo visto il film, è molto bello e molto ben fatto…Le scene sono state riprodotte in maniera perfetta. Si è cercato di inserire i valori di questo sport, la storia è molto coinvolgente. Il film fa vedere che in questo sport c’è posto per tutti, ogni giocatore è diverso, e le regole sono importanti anche al di fuori.”
Insomma un vero gioco di squadra che mette da parte l’individualismo ed esalta lo spirito di gruppo: “ Il singolo giocatore difficilmente riesce a fare la differenza, ha bisogno dell’aiuto e del sostegno dei compagni…”. Il Terzo tempo è anche un momento unico nel mondo dello sport. Nel film si vedono le squadre cantare insieme, “ è un momento in cui si pensa meno al rugby, indipendentemente dal risultato ti ritrovi a festeggiare con gli altri”.
La canzone che cantano i protagonisti del film è la stessa che canta la Squadra Nazionale? Meglio non saperlo. Guarda il servizio di Sky da Venezia e scopri perché.
Il regista affronta il gioco del rugby andando ben oltre il semplice agonismo sportivo: qui lo sport diventa metafora della vita, voglia di tornare a sperare. “Il terzo tempo” è quello che si svolge al termine della partita tra le squadre avversarie e le diverse tifoserie. Si celebrano allo stesso tempo vincitori e vinti, riconoscendo il valore e le capacità di entrambe le formazioni e la correttezza secondo le regole del gioco. E nonostante lo scontro c’è sempre un grande rispetto verso l’avversario.
La parola passa a dei giocatori “veri”: stiamo parlando della Squadra Nazionale di rugby che davanti ai microfoni di Sky Cinema a Venezia ha detto la sua: “ Abbiamo visto il film, è molto bello e molto ben fatto…Le scene sono state riprodotte in maniera perfetta. Si è cercato di inserire i valori di questo sport, la storia è molto coinvolgente. Il film fa vedere che in questo sport c’è posto per tutti, ogni giocatore è diverso, e le regole sono importanti anche al di fuori.”
Insomma un vero gioco di squadra che mette da parte l’individualismo ed esalta lo spirito di gruppo: “ Il singolo giocatore difficilmente riesce a fare la differenza, ha bisogno dell’aiuto e del sostegno dei compagni…”. Il Terzo tempo è anche un momento unico nel mondo dello sport. Nel film si vedono le squadre cantare insieme, “ è un momento in cui si pensa meno al rugby, indipendentemente dal risultato ti ritrovi a festeggiare con gli altri”.
La canzone che cantano i protagonisti del film è la stessa che canta la Squadra Nazionale? Meglio non saperlo. Guarda il servizio di Sky da Venezia e scopri perché.
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