Carlo Rambaldi, un talento mostruoso

Cinema
Carlo Rambaldi con una delle sue creature più famose, E.T. l'extraterrestre (Getty)
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Sabato 10 agosto Sky Cinema Cult rende omaggio al guru degli effetti speciali scomparso un anno fa, con la messa in onda di Incontri ravvicinati del terzo tipo. Ma il film di Spielberg è solo uno dei tanti capolavori della sua carriera.

di Marco Agustoni

Uno. Due. Tre. Tre come i premi Oscar che nel corso della sua lunga e onorata carriera Carlo Rambaldi si è aggiudicato grazie al suo pionieristico lavoro negli effetti speciali. Stiamo parlando di tempi in cui la computer graphic era ancora lontana, perché i mostri con cui ha popolato i film di alcuni dei registi più importanti degli ultimi decenni erano concretissimi, realizzati con  i materiali più disparati e con complesse strutture meccaniche. E diciamocelo, a un anno dalla sua scomparsa quest'uomo, che rappresentava un'eccellenza assoluta a livello mondiale, ci manca. A rendergli omaggio, ci pensa Sky Cinema Cult (canale 314) con Incontri ravvicinati del terzo tipo di Steven Spielberg, uno dei suoi lavori più importanti, che andrà in onda sabato 10 agosto alle 21.10.

Ma la pellicola scelta da Sky Cinema Cult non rappresenta certo l’unico grande cimento di Rambaldi, la cui carriera è anzi costellata di capolavori. Del resto, Carlo comincia a lavorare presto per il cinema, già a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, quando affina la sua tecnica negli effetti speciali in film di genere che spaziano dal peplum Perseo l’invincibile di Alberto De Martino, all’horror sci-fi Terrore nello spazio di Mario Bava, passando per l’allora popolarissima miniserie tv del 1968 L’Odissea, con Bekim Fehmiu nei panni dell’astuto Ulisse, nel quale l’artigiano dà particolare prova della sua abilità nella sequenza dedicata al ciclope Polifemo (diretta tra l’altro da Bava). Nonostante oggi ci possa apparire rudimentale - all’epoca gli effetti speciali si basavano per lo più sul lavoro artigianale e su espedienti per ingannare l’occhio dello spettatore - questa scena impressionò profondamente il pubblico televisivo italiano.

Nel 1971, il lavoro di Rambaldi mette addirittura nei guai il regista Lucio Fulci, il quale viene denunciato per maltrattamento di animali a causa di una sequenza del film Una lucertola con la pelle di donna che mostra una scena di vivisezione canina ( la trovate qui, ma evitate se siete di stomaco debole). Si trattava, tuttavia, di pupazzi, ma Carlo deve comunque intervenire in Tribunale per dimostrare che in quelle crude immagini non c’è nulla di vero. Lo stesso anno collabora con Dario Argento per alcuni effetti speciali di Quattro mosche di velluto grigio, e quattro anni dopo il regista lo richiama per dare un contributo ben più corposo al film di culto Profondo rosso.

Comincia l'avventura hollywoodiana di Carlo. E comincia alla grande, con il primo premio Oscar per King Kong, pellicola di John Guillermin del 1976 per la quale non solo il nostro artigiano realizza un enorme pupazzo del bestione, ma anche il braccio meccanico a dimensioni naturali utilizzato nelle scene in cui il pantagruelico gorilla afferra la bellissima Jessica Lange. La statuetta spalanca moltissime porte a Rambaldi, tanto che l'anno successivo viene chiamato da uno dei registi più quotati sulla piazza, nientemeno che Steven Spielberg, per realizzare gli alieni di Incontri ravvicinati del terzo tipo, per il quale vi rimandiamo alla visione del film su Sky Cinema Cult.

Gli alieni diventano una delle specialità di Carlo Rambaldi: è lui, infatti, a materializzare l'agghiacciante mostro disegnato dall'artista svizzero H.R. Giger (e divenuto presto una vera e propria icona cinematografica) per il leggendario Alien di Ridley Scott. Con questo classico della fantascienza, arriva il secondo Oscar. E a quanto pare gli esseri provenienti da altri pianeti devono portargli fortuna, perché il terzo riconoscimento degli Academy Awards giunge con E.T. - L'extraterrestre, ancora una volta di Spielberg, per il quale però Carlo realizza un alieno tenero e innocuo, destinato a entrare nel cuore ( senza gli effetti deleteri dei chestburster di Alien) del grande pubblico.

Tra gli altri episodi della carriera di Rambaldi, vanno ricordati anche il lavoro su Dune di David Lynch, film inizialmente stroncato da pubblico e critica, ma che col tempo ha raggiunto lo status di cult movie ( c'è il suo zampino negli spettacolari vermi della sabbia), e su Conan il distruttore, pellicola di Richard Fleyscher con Arnold Schwarzenegger, per la quale ha realizzato il mostruoso Dagoth. Tanti spaventosi, fantastici pezzi che messi assieme danno idea della portata della carriera di Carlo Rambaldi, che più di tanti registi ha dato forma all'immaginario collettivo degli ultimi decenni.

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