Dal protagonista di “Shame” (in onda su Sky Cult il 18 gennaio) a quello di “Soffocare” fino ad arrivare alla Jennifer Aniston di “Come ammazzare il capo... e vivere felici” e alla Ambra Angiolini nel film “Immaturi”, al cinema impazzano i sex addicted
di
Camilla Sernagiotto
In un mondo in cui si stanno moltiplicando come pani e pesci le lauree in psicologia sessuale da appendere negli studi dei Sex Therapist, non poteva di certo tirarsi indietro il cinema.
Il grande schermo, infatti, non ha dato il due di picche alla nuova ondata di sessuomani che sta travolgendo ogni società, ma piuttosto li ha accolti a braccia (e gambe) aperte.
Sono sempre più numerose le pellicole in cui il sesso è il vero protagonista, spesso sotto forma di problema psicologico che tormenta i personaggi per differenziare il tal film dall’ennesimo titolo erotico.
Fatto sta che a destra e a manca troviamo sesso-dipendenti che devono addirittura sottoporsi a cure, astinenza forzata e metter mano al portafogli per pagare il conto di cliniche specializzate in “disintossicazione erotica”.
È il caso di Shame, la pellicola firmata Steve McQueen diventata cult in poco più di un anno e mezzo che vede un Michael Fassbender affetto dalla malattia di cui sotto sotto soffrono tutti gli ometti: la sessomania.
E se Fassbender non ne può proprio fare a meno, gli fa buona compagnia Robert Pattinson, che da blood addicted nella saga vampiresca di Twilight si è trasformato come un licantropo in un sex addicted di quelli tosti sul set di Cosmopolis:
Ma nella classe degli addicted to sex finisce in castigo dietro alla lavagna anche Sam Rockwell per la sua eccellente interpretazione dell’erotomane protagonista di Soffocare, pellicola tratta dall’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk, per non parlare di quel cattivello di Mark Ruffalo nel film In The Cut…
Ci sono poi i sessuomani più gentiluomini, ossia quelli che riescono a mantenere eleganza e stile impeccabili anche nei momenti più hot e meno aulici. Tra questi spiccano i nomi di George Clooney in Burn After Reading e di Willem Defoe in Auto Focus: più che maniaci, Don Giovanni con il pallino dell’hard…
Nonostante il sesso diventi un problema soprattutto per l’uomo nella vita come al cinema (basti pensare ai vari Josh Hartnett in 40 giorni & 40 notti, William Baldwin in Linea Mortale, Will Ferrell in Blades of Glory e, giusto per citare un esempio del piccolo schermo, David Duchovny in Californication), anche il gentil sesso a volte non è gentile come vorrebbe farci credere.
La capostipite di tutte le ninfomani cinematografiche è ovviamente lei, la Sharon Stone di Basic Instinct con il suo indimenticabile tubino bianco.
Dopo di lei, tante attrici hanno metaforicamente indossato lo stesso abito (o meglio: se lo sono tolto nelle scene più bollenti…).
Un nome? Christina Ricci in Black Snake Moan del 2007:
Eppure non sono soltanto le attrici più audaci a interpretare ruoli altrettanto birichini, anzi: negli ultimi tempi si assiste a un’inversione di tendenza per cui tutte vogliono inserire nel proprio Curriculum Filmae un ruolo da patite-di-sesso.
Da un’insospettabile Gwyneth Paltrow (ninfomane in Thanks For Sharing del 2012) all’Audrey Tautou assatanata di M'ama non m'ama fino ad arrivare a Stefania Rocca in Viol@ (1998) e a Charlotte Gainsbourg di The Nymphomaniac (che uscirà quest’anno), le ragazze acqua & sapone della porta accanto hanno buttato via la saponetta e sono uscite dalla porta per andare a divertirsi.
Addirittura la brava ragazza per eccellenza, alias Jennifer Aniston, diventa una molestatrice sessuale in Come ammazzare il capo... e vivere felici.
E la proverbiale fidanzatina d’Italia? Anche Ambra Angiolini si è vista affibbiare la parte di una sesso-dipendente (che frequenta addirittura gli erotomani anonimi per disintossicarsi) nel film Immaturi.
In un mondo in cui si stanno moltiplicando come pani e pesci le lauree in psicologia sessuale da appendere negli studi dei Sex Therapist, non poteva di certo tirarsi indietro il cinema.
Il grande schermo, infatti, non ha dato il due di picche alla nuova ondata di sessuomani che sta travolgendo ogni società, ma piuttosto li ha accolti a braccia (e gambe) aperte.
Sono sempre più numerose le pellicole in cui il sesso è il vero protagonista, spesso sotto forma di problema psicologico che tormenta i personaggi per differenziare il tal film dall’ennesimo titolo erotico.
Fatto sta che a destra e a manca troviamo sesso-dipendenti che devono addirittura sottoporsi a cure, astinenza forzata e metter mano al portafogli per pagare il conto di cliniche specializzate in “disintossicazione erotica”.
È il caso di Shame, la pellicola firmata Steve McQueen diventata cult in poco più di un anno e mezzo che vede un Michael Fassbender affetto dalla malattia di cui sotto sotto soffrono tutti gli ometti: la sessomania.
E se Fassbender non ne può proprio fare a meno, gli fa buona compagnia Robert Pattinson, che da blood addicted nella saga vampiresca di Twilight si è trasformato come un licantropo in un sex addicted di quelli tosti sul set di Cosmopolis:
Ma nella classe degli addicted to sex finisce in castigo dietro alla lavagna anche Sam Rockwell per la sua eccellente interpretazione dell’erotomane protagonista di Soffocare, pellicola tratta dall’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk, per non parlare di quel cattivello di Mark Ruffalo nel film In The Cut…
Ci sono poi i sessuomani più gentiluomini, ossia quelli che riescono a mantenere eleganza e stile impeccabili anche nei momenti più hot e meno aulici. Tra questi spiccano i nomi di George Clooney in Burn After Reading e di Willem Defoe in Auto Focus: più che maniaci, Don Giovanni con il pallino dell’hard…
Nonostante il sesso diventi un problema soprattutto per l’uomo nella vita come al cinema (basti pensare ai vari Josh Hartnett in 40 giorni & 40 notti, William Baldwin in Linea Mortale, Will Ferrell in Blades of Glory e, giusto per citare un esempio del piccolo schermo, David Duchovny in Californication), anche il gentil sesso a volte non è gentile come vorrebbe farci credere.
La capostipite di tutte le ninfomani cinematografiche è ovviamente lei, la Sharon Stone di Basic Instinct con il suo indimenticabile tubino bianco.
Dopo di lei, tante attrici hanno metaforicamente indossato lo stesso abito (o meglio: se lo sono tolto nelle scene più bollenti…).
Un nome? Christina Ricci in Black Snake Moan del 2007:
Eppure non sono soltanto le attrici più audaci a interpretare ruoli altrettanto birichini, anzi: negli ultimi tempi si assiste a un’inversione di tendenza per cui tutte vogliono inserire nel proprio Curriculum Filmae un ruolo da patite-di-sesso.
Da un’insospettabile Gwyneth Paltrow (ninfomane in Thanks For Sharing del 2012) all’Audrey Tautou assatanata di M'ama non m'ama fino ad arrivare a Stefania Rocca in Viol@ (1998) e a Charlotte Gainsbourg di The Nymphomaniac (che uscirà quest’anno), le ragazze acqua & sapone della porta accanto hanno buttato via la saponetta e sono uscite dalla porta per andare a divertirsi.
Addirittura la brava ragazza per eccellenza, alias Jennifer Aniston, diventa una molestatrice sessuale in Come ammazzare il capo... e vivere felici.
E la proverbiale fidanzatina d’Italia? Anche Ambra Angiolini si è vista affibbiare la parte di una sesso-dipendente (che frequenta addirittura gli erotomani anonimi per disintossicarsi) nel film Immaturi.