Tra Reality e sogno: il cinema secondo Matteo Garrone
CinemaIl regista di Gomorra torna in sala il 28 settembre con una favola amara sul potere della tv. Giovedì 27 alle 21 Sky Cinema Cult offre in esclusiva alcuni minuti del film; seguono lo splendido L'imbalsamatore e l'intervista a Garrone. Leggi la recensione
di Valeria Morini
Preceduto dal grande successo riscosso all’ ultimo Festival di Cannes, arriva finalmente in sala Reality, il nuovo film di Matteo Garrone, il regista che, insieme a Paolo Sorrentino e a pochi altri, sembra essere il portavoce del vero cinema italiano di qualità di questi anni. A Cannes, Reality è stato insignito del Gran Prix della Giuria e ha così bissato il trionfo di Gomorra di quattro anni fa. Al di là dell’ambientazione napoletana, non tardiamo a capire che ci troviamo anni luce rispetto al film tratto dal best seller di Saviano. Garrone è passato a un registro più leggero, talvolta comico, per raccontare la storia dolceamara di Luciano, pescivendolo e piccolo truffatore la cui vita cambia completamente quando, spinto dai parenti, decide di partecipare a un provino per il Grande Fratello.
A partire dalla straordinaria sequenza di apertura, che dai cieli sopra Napoli ci porta fino al palazzo dove i protagonisti si trovano riuniti per un pranzo di nozze, veniamo trascinati dentro il mondo di Luciano e dei suoi familiari: un mondo colorato e pacchiano che (soprav)vive di espedienti e dove basta entrare in un reality show per diventare eroi popolari. Garrone stesso ha parlato di “realismo magico” per descrivere l’atmosfera dl film e forse non poteva trovare parole più esatte: se da un lato, come in tutte le opere dell’autore, la rappresentazione della quotidianità dei personaggi ricorda il cinema neorealista o il documentario, tale realtà è filtrata attraverso il punto di vista sempre più distorto di Luciano e diventa man mano grottesca, sospesa tra il sogno e la favola.
Una favola che veste i panni della sceneggiata napoletana, parlata in un dialetto talvolta strettissimo: davvero ottimi gli attori – caratteristi provenienti soprattutto dal teatro - tra cui spicca in particolare il protagonista Aniello Arena, ergastolano che ha trovato una seconda vita scoprendo la recitazione in carcere. Unico volto davvero noto è quello di Claudia Gerini, impegnata nel ruolo cameo di presentatrice del Grande Fratello.
Reality non è un film di denuncia contro il mondo artificioso della tv, quanto piuttosto la radiografia di una società contemporanea che appare svuotata di valori e punti di riferimento e li cerca in un’idea effimera di successo, nell’illusione di ottenere fama e denaro mostrandosi a una telecamera. Una società che, più che partorire mostri, si accontenta ormai di produrre burattini. Come Luciano, moderno Pinocchio in cerca di fortuna, la cui parabola tragicomica non può che farci tenerezza. In sala dal 28 settembre.
Preceduto dal grande successo riscosso all’ ultimo Festival di Cannes, arriva finalmente in sala Reality, il nuovo film di Matteo Garrone, il regista che, insieme a Paolo Sorrentino e a pochi altri, sembra essere il portavoce del vero cinema italiano di qualità di questi anni. A Cannes, Reality è stato insignito del Gran Prix della Giuria e ha così bissato il trionfo di Gomorra di quattro anni fa. Al di là dell’ambientazione napoletana, non tardiamo a capire che ci troviamo anni luce rispetto al film tratto dal best seller di Saviano. Garrone è passato a un registro più leggero, talvolta comico, per raccontare la storia dolceamara di Luciano, pescivendolo e piccolo truffatore la cui vita cambia completamente quando, spinto dai parenti, decide di partecipare a un provino per il Grande Fratello.
A partire dalla straordinaria sequenza di apertura, che dai cieli sopra Napoli ci porta fino al palazzo dove i protagonisti si trovano riuniti per un pranzo di nozze, veniamo trascinati dentro il mondo di Luciano e dei suoi familiari: un mondo colorato e pacchiano che (soprav)vive di espedienti e dove basta entrare in un reality show per diventare eroi popolari. Garrone stesso ha parlato di “realismo magico” per descrivere l’atmosfera dl film e forse non poteva trovare parole più esatte: se da un lato, come in tutte le opere dell’autore, la rappresentazione della quotidianità dei personaggi ricorda il cinema neorealista o il documentario, tale realtà è filtrata attraverso il punto di vista sempre più distorto di Luciano e diventa man mano grottesca, sospesa tra il sogno e la favola.
Una favola che veste i panni della sceneggiata napoletana, parlata in un dialetto talvolta strettissimo: davvero ottimi gli attori – caratteristi provenienti soprattutto dal teatro - tra cui spicca in particolare il protagonista Aniello Arena, ergastolano che ha trovato una seconda vita scoprendo la recitazione in carcere. Unico volto davvero noto è quello di Claudia Gerini, impegnata nel ruolo cameo di presentatrice del Grande Fratello.
Reality non è un film di denuncia contro il mondo artificioso della tv, quanto piuttosto la radiografia di una società contemporanea che appare svuotata di valori e punti di riferimento e li cerca in un’idea effimera di successo, nell’illusione di ottenere fama e denaro mostrandosi a una telecamera. Una società che, più che partorire mostri, si accontenta ormai di produrre burattini. Come Luciano, moderno Pinocchio in cerca di fortuna, la cui parabola tragicomica non può che farci tenerezza. In sala dal 28 settembre.