Arrivano i cannibali? Mangia che ti passa!

Cinema
Dominique Pinon in Delicatessen
delicatessen

Alcuni inquietanti casi di antropofagia stanno scuotendo gli Stati Uniti, tanto da portare il governo a smentire la possibilità di un’epidemia zombie. Ma da "Cannibal Holocaust" a "Delicatessen", i mangiatori di uomini sono al cinema già da un pezzo.

di Marco Agustoni

La polizia di Miami uccide un uomo mentre, del tutto nudo, sta divorando la faccia di un senza tetto. Un ragazzo, nel Maryland, mangia cuore e cervello del suo compagno di stanza. Un altro giovane americano viene arrestato e, sconvolto, dichiara di voler mangiare gli agenti di polizia. E poco oltre confine, in Canada, un pornoattore si filma mentre mangia un uomo e ne invia poi per posta alcune parti del corpo. Forse, se questi episodi fossero accaduti a distanza di mesi o di anni, nessuno ci avrebbe fatto caso. Ma visto che tra l’uno e l’altro sono trascorsi pochi giorni, l’opinione pubblica ha iniziato a preoccuparsi. C’è chi ha dato la colpa a una nuova droga sintetica e chi invece ha tirato in ballo fenomeni soprannaturali, tanto che il Center for Disease Control and Prevention degli Stati Uniti si è premurato di assicurare che non c’è nessuna epidemia zombie in corso (con il risultato, ovviamente, di diffondere ancora di più il panico). Comunque sia, non è il caso di scomporsi. Anzi, se volete trovarvi preparati nel caso in cui un tizio per strada decida di assaggiare la vostra trippa, è il caso di cominciare a documentarvi ripassando un po’ di film sui cannibali.

Se parliamo di Hollywood, l’antropofago più celebre è senza dubbio l’inquietante Hannibal Lecter, personaggio nato nei libri di Thomas Harris e magistralmente interpretato da Anthony Hopkins ne Il silenzio degli innocenti (ma che, anni prima, era già stato impersonato da Brian Cox in Manhunter – Frammenti di un omicidio, di Michael Mann). Tra le varie uscite di questo serial killer antropofago, rimane memorabile la telefonata finale alla detective Clarice Starling/Jodie Foster, al termine della quale il maniaco appena evaso dal manicomio criminale le spiega di doverla proprio lasciare, perché ha “un amico a cena”. Un altro grande attore che si è cimentato con il ruolo di un mangiatore di uomini è Robert Carlyle, che ne L’insaziabile veste i panni di un cannibale manipolatore il quale, negli Stati Uniti del XIX secolo, si abbuffa di soldati americani attirandoli nella propria tana con l’inganno.

In tempi difficili, si sa, gli uomini sono disposti a tutto: lo ha dimostrato la storia di Karl Denke, che nella Germania depressa negli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale si guadagnò da vivere vendendo carne umana al mercato comunale, spacciandola per suina. Qualcosa di simile viene raccontato in Delicatessen di Jean-Pierre Jeunet, che prima di girare le sognanti avventure di Amelie Poulain, aveva fatto il suo esordio cinematografico con Delicatessen, storia di un macellaio che, per sopperire alla mancanza di carne animale, si ingegna e fa a pezzetti i suoi affittuari, almeno fino a quando la figlia non si innamora di uno di loro. Di tutt’altro tenore la tragica storia dei giocatori di rugby uruguaiani il cui aereo, nel 1972, si schiantò sulle Ande: per sopravvivere alcuni di essi furono costretti a cibarsi dei loro compagni morti di stenti e la loro vicenda fu poi raccontata, oltre che in un libro, in un film del 1993, intitolato Alive – Sopravvissuti.

Quando si parla di cinema e cannibalismo, l’Italia occupa a tutti gli effetti un posto d’onore: si può infatti dire che i cosiddetti Cannibal Movie, che tra gli anni ’70 e ’80 incontrarono nel bene e nel male una fama mondiale, siano quasi un’esclusiva tricolore. A fissare i canoni del genere con Il paese del sesso selvaggio è Umberto Lenzi, che tornerà sul tema anche con Mangiati vivi! e Cannibal Ferox: ambientazioni esotiche, tribù primitive di antropofagi, sesso e violenza molto espliciti e scene reali di uccisioni di animali sono i tratti distintivi di questi film. Da lì in poi è un fiorire di pellicole sui mangiauomini, da Antropophagus di Joe D’Amato alla più celebre di tutte, ovvero il discusso Cannibal Holocaust, che come molti altri suoi consimili si scontrò con la censura in moltissimi paesi. Per non dimenticare Apocalypse domani di Anthony M. Dawson alias Antonio Margheriti, exploitation movie in cui si intrecciano i temi della guerra e del cannibalismo.

Al di fuori dei film di genere, altri registi italiani si sono cimentati con il tema dell'antropofagia. Va di sicuro citato Pier Paolo Pasolini, che in una delle due storie del suo Porcile racconta di una coppia di cannibali (interpretati da Pierre Clementi e Franco Citti) a caccia di prede per una terra desolata: una sorta di legge del contrappasso li vedrà gettati in pasto ai maiali. Sergio Castellitto, passionale e insaziabile ne La carne di Marco Ferreri, finisce per papparsi la sua amante Francesca Dellera quando questa minaccia di abbandonarlo. E l’horror soprannaturale Il profumo della signora in nero di Francesco Barilli, sul tema delle messe nere, termina con una scena di cannibalismo che lascia spiazzati.

Si potrebbe proseguire ancora per un bel po': basti pensare a come Sweeney Todd, il barbiere assassino interpretato pochi anni fa da Johnny Depp in un film di Tim Burton, fosse uso riciclare le sue vittime per farne dei pasticci di carne, oppure a Leatherface, protagonista di Non aprite quella porta di Tobe Hopper, e alla sua famiglia di inquietanti cannibali. Insomma, antropofagia e cinema sono due ambiti che si sono incrociati spesso e volentieri, forse perché quella dei mangiatori di uomini è una paura ben radicata nel nostro inconscio. Ma se davvero siete intenzionati a procedere con qualche assaggio di cinema cannibale, vi consigliamo di tenere a portata un Alka Seltzer, perché certe scene sono davvero difficili da digerire...

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