Flash ci accompagna per questo nuovo appuntamento al Palazzo Esposizioni di Roma per scoprire "Roma Codex", 200 fotografie di una città da decifrare.
C'è il Colosseo, la Fontana di Trevi, l'Ara Pacis, il Foro Romano, Villa Medici e l'Altare della Patria. Ma ciò a cui Albert Watson era interessato negli scatti che ritroviamo in Roma Codex , la mostra al Palazzo Esposizioni, non erano i monumenti in sé, ma ciò che accade intorno ad essi. Una Roma sospesa tra l'ingombro della sua storia e l'energia del presente. Niente è ovvio nella fotografia di Albert Watson, nulla è ciò che ci si aspetta di vedere.
“Roma è naturalmente una città incredibile con dei monumenti ed una storia assolutamente millenari, ci spiega Albert Watson. “Ho deciso però di non fare un progetto sulla città di Roma, ma sul mio rapporto con la città di Roma e su quello che avrei potuto trovare a Roma. Ho iniziato ad osservare per esempio i giovani: giovani studenti di teatro, una giovane ballerina, i politici di Roma, un cardinale di Roma, la gente che cammina per strada a Roma, i monumenti di Roma. Volevo realizzare una sorta di Instagram su Roma.”
Quello che è considerato uno dei fotografi più influenti e riconoscibili degli ultimi 50 anni ha percorso Roma in lungo e in largo, senza un itinerario preciso. A guidarlo solo il ritmo della città.
E così accanto ai luoghi simbolici ci sono anche luoghi meno convenzionali. Il focus, o come direbbe Roland Barthes, il punctum , è l'energia e il movimento, la dialettica tra grandeur storica e vitalità quotidiana. Una Roma vissuta, non soltanto osservata. Una Roma da decifrare.
200 fotografie, una città da decifrare
La mostra presenta 200 fotografie in bianco e nero ea colori, spesso di grande formato, stampate su una tela di lino e cotone, senza vetro a separare lo spettatore dall'opera.
Le immagini sono disposte secondo una logica istintiva e non tematica, per riflettere una fruizione libera e contemporanea.
"Questa mostra è uno storyboard", spiega Watson, "perché in effetti si tratta di una sorta di istantanea della città di Roma. E' chiaro che anche se si fotografasse questa città per 10, 50, 100 anni non si riuscirebbe mai a coprire ogni elemento, ogni suo aspetto. Quello che vedete in questa mostra è il risultato 34 giorni di scatti. Io ho studiato all'università graphic design per quattro anni e tre regia, quindi queste fotografie sono realizzate proprio a partire da questo mio background. C'è un po' l'aspetto del reportage ma anche della fotografia in studio. La luce è veramente importante e soprattutto è importante per me l'elemento della stampa. In questo caso è stato utilizzato come supporto una tela fatta di lino e cotone, quindi non carta e questo perché io non volevo che ci fosse un vetro a separare lo spettatore dall'opera."
Una sorta di istantanea della città di Roma e un omaggio anche a chi la abita.