
Il cantautore maremmano, secondo a Sanremo e in partenza per l’Eurovision, ha partecipato alla terza edizione degli Sky Inclusion Days, parlando di musica, autenticità e futuro
Secondo posto all’ultimo Festival di Sanremo e rappresentante italiano a Eurovision 2025, Lucio Corsi è il cantautore del momento. Oggi è stato ospite della terza edizione degli Sky Inclusion Days, l’evento Sky dedicato ai valori del rispetto e della collaborazione e a promuovere l’ascolto reciproco di storie ed esperienze diverse, per diffondere il cambiamento. Di seguito un estratto dell’intervento del cantautore, intervistato da Vera Spadini di Sky Sport.
Prima di esibirsi in quelli che ormai sono per il cantautore maremmano dei veri e propri cavalli di battaglia, “Volevo essere un duro” e “Cosa faremo da grandi?”, ha dichiarato:
«Sanremo ha cambiato molte cose ma spero di rimanere fedele a me stesso. Non so se sarò capace di farlo, ma lo spero perché credo sia importante rimanere concentrato sulla musica. Anni di tentativi, di errori, mi hanno permesso di arrivare su quel palco con fondamenta un po’ più solide che in passato. Cosa mi aiuta a rimanere in equilibrio? È importante avere amici con cui tenersi a vicenda coi piedi per terra». Il segreto del successo di questo ultimo anno? Meglio non scoprirlo, dice: «Voglio evitare di capire cosa ha funzionato per non cercare di rifarlo, di replicare, meglio non scoprirlo. La tentazione di marciarci sarebbe troppo forte. Fare ciò che si è, senza tante costruzioni, per non tradirsi e per evitare di non trovarti più nei tuoi panni. Vivresti male, faresti cose che non ti rappresentano. Ad ogni modo, ci vuole tempo, tentativi, errori. Anni passati a suonare su e giù, chitarra e voce, musica per strada (l’ho fatto a Milano i primi anni, una grande scuola). Ci vuole anche fortuna. Ma non c’è un traguardo. Sono felice di fare più concerti, quest’anno è una situazione nuova, di cui sono grato».
Sul successo di “Volevo essere un duro” e di “Cosa faremo da grandi?”: «C’è parte della mia infanzia, della mia e di quella di Tommaso che suona con me. C’è il tentativo di reinventarsi il passato, di cambiarne le carte. In “Cosa faremo da grandi?” parlo di un modo possibile di vivere la vita in cui non si debba avere l’ossessione di tagliare dei traguardi, bensì delle linee di partenza. Mio padre ha cambiato un sacco di mestieri nella vita, ha trovato la gioia nelle ripartenze».
Sui suoi look glam: «A Sanremo ho portato gli stessi abiti di scena che usavo prima di arrivare su quel palco. Avere un proprio stile è atto di coraggio, un modo per conoscersi e trovare una propria via, un proprio posto. Trovo affascinante l’idea di raccontare qualcosa anche con gli abiti di scena. Sanremo è un palco più grande, con più occhi addosso, ma importante quanto tutti gli altri palchi calcati prima nella mia carriera, perciò volevo vestirmi allo stesso modo».
Il programma aggiornato in tempo reale e tutte le informazioni per partecipare all’evento e seguire i dibattiti dal vivo, sono disponibili su inclusiondays.sky.it.