Marianela Nuñez : “In un mondo che corre abbiamo bisogno di lasciarci toccare dalle fiabe”

È una delle danzatrici più amate al mondo. Per la sua incredibile tecnica e musicalità, per quello stile tutto suo con cui riesce a dare sempre qualcosa in più ai personaggi, ad aggiungere quel tocco particolare spesso nei movimenti di passaggio che arriva direttamente dall’anima e che rende uniche tante sue interpretazioni. Come Aurora nella Bella Addormentata o Cinderella, balletto appena andato in scena alla Royal Opera House di Londra. Ora, a 42 anni e una carriera straordinaria alle spalle, Marianela Nuñez , nata in Argentina e da anni stella del Royal Ballet di Londra, è stata insignita dell’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico per i servizi resi alla danza durante le cerimonie di consegna delle King’s New Year Honours list. L’abbiamo incontrata in occasione del Gala Les Étoiles all’auditorium Parco della Musica a Roma. Partiamo dall’OBE, il riconoscimento appena ricevuto. Cosa rappresenta per te? Devo commuovermi ancora? In pochi giorni ho vissuto dei momenti davvero molto emozionanti. Sto letteralmente galleggiando nella felicità. È un onore così grande. Credo sia un riconoscimento per me ma anche per la danza, per tutto ciò che la danza mi ha dato, per le persone che ho accanto nella mia vita o quelle che ho incontrato attraverso la danza. Ognuno di loro mi ha donato qualcosa di particolare per cui è un riconoscimento per me ma anche per loro. La tua storia è iniziata in un garage a Buenos Aires, è lì che hai preso le prime lezioni di danza quando avevi solo tre anni. È un’immagine che ricorda un po’ Billy Elliot, il celebre film. Che ricordo hai di te bambina? È così difficile raccontare in poche parole e sono in una fase così incredibile della mia vita. Sto rivedendo e rivivendo un po’ quello che è stato il me che continua ad essere il mio viaggio. Se penso a me bambina penso ai miei genitori e credo che chi ha dei genitori così capaci di ascoltare i propri figli come sono stati i miei ha già avuto un dono enorme dalla vita. Tutta la mia famiglia, dai miei genitori a mio fratello fino a mia nonna, ha fatto qualunque cosa per darmi l’opportunità di seguire e realizzare il mio sogno. E anche oggi, come ogni giorno, a 42 anni, appena arrivata qui a Roma ho preso il telefono e sentito la mia famiglia. Loro sono sempre presenti nella mia mente e nella mia carriera. Ho scoperto di avere una passione quando ero piccolissima, ho avuto la possibilità di vivere seguendola… Ecco, credo davvero di essere la persona più fortunata e più appagata al mondo. Sono davvero grata alla vita, alla danza e alla mia famiglia. Sei qui a Roma per questa edizione speciale de Les Étoiles che festeggia il suo decimo anniversario. Eri qui anche dieci anni fa, cosa ha di speciale questo gala? Ci sono gala in tutto il mondo e in ogni momento. E sì, sono parte di questo da molto tempo e credo che sia qualcosa di molto bello e molto speciale. Ho stretto delle relazioni con la famiglia de Les Étoiles. È fantastico venire e vedere questi incredibili danzatori. In questa edizione siamo 19 stelle provenienti da tutto il mondo. Queste occasioni sono sempre una fonte di ispirazione e devo dire che si sente anche una certa pressione nell’andare sul palco perché sai che devi dare il meglio visto le persone con cui condividi il palco. Il Gala Les Étoiles è sicuramente un grande stimolo. Hai detto che sul palco è sempre tutto vero, anche quando si interpretano delle favole in balletti come Cenerentola o La Bella Addormentata. Puoi spiegarci cosa intendi? Come danzatori siamo molto fortunati di poter vivere queste storie. Credo che l’umanità e la società stiano andando molto velocemente e la tecnologia non fa che accelerare il tutto. Per questo abbiamo bisogno a volte di essere invece toccati da questi mondi fantastici. Non bisogna fermarsi alla parte superficiale della storia ma bisogna scavare e andare in profondità, entrare davvero nel personaggio per chiedersi cosa ci possa insegnare. Io sento ogni volta che Cenerentola o Aurora hanno qualcosa da dirmi. Così, quando divento una di loro vivo le loro emozioni . Abbiamo bisogno di queste emozioni, abbiamo bisogno di arte, abbiamo bisogno di queste storie per prendere ossigeno. Fuori dalla scena tu sorridi sempre, qual è il tuo segreto? È strano perché io sorrido sempre, è vero, ma a volte piango allo stesso tempo. Mi commuovo. Come ho già detto è gratitudine alla vita e alla danza.

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