"Tutto quello che volevo. Storia di una sentenza", a Milano lo spettacolo di Cinzia Spanò

Spettacolo

Dall’11 al 15 dicembre in scena nella Sala Shakespeare dell’Elfo Puccini lo spettacolo di Cinzia Spanò dedicato alla giudice Paola Di Nicola Travaglini e alla sua  sentenza relativa alla storia di due ragazzine cche si prostituivano dopo la scuola in un appartamento di viale Parioli. Lo spettacolo è nucleo centrale del progetto Combattere gli stereotipi di genere che propone occasioni di condivisione rivolte al pubblico di ogni età, con particolare attenzione alle giovani generazioni

"Trenta libri sulle donne e due dvd”. Fece molto scalpore, qualche anno fa, la storia di due ragazzine di 14 e 15 anni, studentesse frequentanti uno dei licei migliori della capitale, che si prostituivano dopo la scuola in un appartamento di viale Parioli. Il caso ebbe una fortissima eco mediatica anche per via dei clienti che frequentavano le due ragazze; tutti appartenenti alla cosiddetta ‘Roma-bene’, professionisti affermati e benestanti, di livello culturale medio-alto, insospettabili padri di famiglia. La vasta indagine che è seguita alla scoperta della vicenda ha visto coinvolte e processate un altissimo numero di persone tra clienti e sfruttatori.

Tutto quello che volevo, è lo spettacolo che Cinzia Spanò dedica alla giudice Paola Di Nicola e alla sua coraggiosa e sorprendente sentenza che ha fatto il giro del mondo sul caso dei Parioli. Nonostante i 20.000 euro chiesti dalla curatrice delle ragazze, parte civile nel processo, la giudice decide, invece, di risarcire le ragazze con «Libri e film sulla storia ed il pensiero delle donne, di letteratura femminile e sugli studi di genere».

 

La storia che raccontiamo inizia quando la strada della più piccola delle due ragazze incrocia quella della giudice Di Nicola, chiamata a pronunciarsi su uno dei clienti della giovane, un professionista romano di circa 35 anni. La giudice, che deve esprimersi anche sul risarcimento del danno alla giovane, oltre che sulla condanna alla reclusione e alla multa dell'imputato, si accorge subito che nessuna cifra potrà mai restituire alla ragazza quello che le è stato tolto. «Com'è possibile risarcire quello che ha barattato per denaro dandole altro denaro? Se io adesso dispongo di risarcirla in questo modo non farei che ripetere la stessa modalità di relazione stabilita dall'imputato con la vittima, rafforzando in lei l'idea che tutto sia monetizzabile, anche la dignità. E come può inoltre il denaro proveniente dall'imputato, il mezzo cioè con cui lui l'ha resa una merce, rappresentare per quella stessa condotta il risarcimento del danno?».

 

“La diffusa descrizione delle circostanze di fatto e degli effetti del commesso reato su Laura consentono di pervenire alla difficile decisione individuando l’unico strumento capace di restituire dignità e libertà, ossia la Conoscenza. È nei libri delle donne e sulle donne che l’hanno preceduta e che hanno dovuto faticosamente guadagnare la loro libertà di scelta e la loro autonomia intellettuale, che la giovanissima potrà trovare, se lo vorrà, strumenti di conoscenza, modelli e una tra le tante opportunità per comprendere la sua storia (...) aprendo così la propria vita ad un’esperienza di libertà consapevole che solo la conoscenza le può permettere.”

All'epoca, attraverso una narrazione facente leva prevalentemente sugli stereotipi, i media hanno fortemente inquinato la lettura collettiva della vicenda. Lo stigma è caduto soprattutto sulle giovani, che proprio in virtù del fatto di non essere percepite come vittime sono divenute vittime una seconda volta. Attraverso lo sguardo della giudice andiamo alla scoperta di un'altra realtà, molto diversa da quella che avevamo immaginato.

 

L’11 dicembre, in coincidenza con il debutto milanese, verrà rappresentato in Tanzania un adattamento in lingua swahili del testo a cura dalla compagnia Nimujo Cultural Group nell’ambito dell’evento Anti-GBV (Gender Based Violence) Champions Award organizzato dall’Associazione Women in Law and Development in Africa (WiLDAF), che prevede anche un premio alle persone della comunità tanzaniana che hanno dato un contributo straordinario alla lotta contro la violenza di genere. 

Combattere gli stereotipi di genere

Per combattere la discriminazione e la violenza di genere occorre cambiare la società, occorre superare una cultura di discriminazione e disconoscimento della donna. E per cambiare la società servono in primo luogo la formazione e la diffusione di una cultura del rispetto. Il teatro può giocare un ruolo attivo in questo cammino di cambiamento sociale, ormai irrinunciabile

Da queste riflessioni nasce il progetto Combattere stereotipi di genere che si articola a partire dallo spettacolo Tutto quello che volevo. Storia di una sentenza e propone occasioni di condivisione rivolte al pubblico di ogni età, con particolare attenzione alle giovani generazioni. Ideato dal Teatro dell’Elfo, insieme all’attrice, drammaturga e attivista Cinzia Spanò, è sostenuto dalla Fondazione Banca Popolare di Milano.

Cinzia Spanò mette in scena una storia appassionante che ci permette di portare in primo piano, sotto i riflettori problemi e contraddizioni drammaticamente presenti nella nostra società: dal radicamento degli stereotipi di genere, al tema della parità di genere nel lavoro, fino a quello della vittimizzazione secondaria nei processi penali e nei media.

 

Lo spettacolo prende le mosse da una vicenda che fece molto scalpore, qualche anno fa: la storia di due ragazzine, studentesse di un liceo romano, che si prostituivano dopo la scuola in un appartamento di viale Parioli. Il caso ebbe una fortissima eco per via dei clienti che frequentavano, tutti appartenenti alla cosiddetta ‘Roma-bene’.

 

Pubblico Ministero: A cosa ti servivano i soldi che guadagnavi?

La ragazza: Taxi, vestiti, shopping, insomma tutto quello che volevo…

Era questo il mio scopo, alla fine non c’era nessuno scopo.

 

Cinzia Spanò sceglie di raccontare questa storia da un momento particolare: quando la strada della più piccola delle due ragazze incrocia quella della Giudice Paola Di Nicola Travaglini, chiamata a pronunciarsi su uno dei clienti della giovane. Assumendo lo sguardo della Giudice, seguendo la vicenda giudiziaria, conclusasi con una sentenza coraggiosa che fece il giro del mondo, l’autrice riesce a mettere radicalmente in discussione gli stereotipi della narrazione mediatica che inquinarono la lettura collettiva della vicenda.

 

«Com’è possibile – si chiede la giudice – risarcire quello che la giovane vittima ha barattato per denaro dandole altro denaro? Se io adesso disponessi di risarcirla in questo modo non farei che ripetere la stessa modalità di relazione stabilita dall’imputato con la vittima, rafforzando in lei l’idea che tutto sia monetizzabile, anche la dignità».  Il risarcimento richiesto assume dunque tutt’altra forma.

Riflessioni, condivisioni, approfondimenti 

 

Mercoledì 11 dicembre in occasione della prima dello spettacolo (ore 20.30) il presidente della Fondazione Banca Popolare di Milano, Umberto Ambrosoli, rivolgerà un saluto alla platea.

 

Sabato 14 dicembre

Una sfida collettiva: patriarcato, discriminazione e violenza di genere

Al termine dello spettacolo incontro con la giudice Paola Di Nicola Travaglini, a cui è dedicato lo spettacolo; Francesco Menditto, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Tivoli (dove ha avviato un’azione ‘integrata’ per l’emersione dei reati di violenza di genere e ai danni dei minori e per la tutela delle vittime); Fabio Roia, Presidente della Sezione Autonoma Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano, già membro del Consiglio superiore della Magistratura, autore del volume Crimini contro le donne, politiche, leggi buone pratiche (Franco Angeli editore); modera l’incontro Maria Elena Viola, direttrice di Donna Moderna.

Incontri tra palco e platea per le scuole

con la partecipazione dell’autrice, di giornaliste/i, esperte/i e associazioni.

 

11 dicembre spettacolo per le scuole alle ore 15. 

A seguire incontro con Francesca Manca dell’Associazione Sulle regole. Fondata nel 2010 dall’incontro tra Gherardo Colombo e un gruppo di persone interessate a promuovere la riflessione sulla giustizia, sulla Costituzione e sul rispetto della legalità, l’associazione stimola il coinvolgimento dei giovani, propone «momenti di ritrovo, di scambio, di conoscenza durante i quali affrontare le tematiche in un dialogo aperto e alla pari, rispettoso e non prevaricante».

 

12 dicembre spettacolo per le scuole alle ore 15. A seguire incontro con Valeria Palumbo, giornalista, storica delle donne, autrice teatrale e caporedattrice del settimanale Oggi.

 

13 dicembre spettacolo per le scuole alle ore 11. Al termine incontro con Cinzia Spanò.

 

13 dicembre spettacolo per le scuole alle ore 15. Al termine incontro condotto dall’Osservatorio Violenza sulle Donne dell’Università degli Studi di Milano.

 

Collaborazioni e partnership del progetto: Associazione sulle regole, Osservatorio Violenza sulle Donne dell'Università degli Studi di Milano, Municipio zona 3, Libreria Popolare

 

 

La Biografia di CInzia Spanò

Cinzia Spanò attrice, drammaturga e attivista, nel 2020 è stata inserita dal Corriere della Sera fra le 100 donne dell’anno da ricordare. È socia fondatrice e presidente di Amleta, associazione per il contrasto alle disparità e alla violenza nel mondo dello spettacolo, Premio Amnesty International Arte e diritti umani 2021. Ha ricevuto il Premio Tarana Burke nell’ambito di “Differenza Donna Awards 2024”. Tra i suoi testi e spettacoli: La Moglie, vincitore del Premio Donne e Teatro 2017, Tutto quello che volevo, vincitore del Premio Milano Donna 2019. Palma Bucarelli e l’altra Resistenza ed Esagerate, debuttato nel 2024.

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