Stories, "Lillo Petrolo – Oplà". VIDEO

Spettacolo

Il comico si racconta al vicedirettore Omar Schillaci, tra la seconda serie di Io sono Lillo e la sua carriera. In onda stasera su Sky TG24, sabato 28 settembre alle 13:30 su Sky Arte e sempre disponibile on demand. Tutte le interviste del ciclo Stories sono anche tra i podcast di Sky TG24, sul sito Spettacolo di Skytg24.it e le principali piattaforme di podcasting

È Lillo Petrolo il protagonista della nuova puntata di “Stories”, il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo di Sky TG24. Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Francesco Venuto, l’attore, comico e presentatore radio e tv, si racconta in “Lillo Petrolo – Oplà”. In onda stasera, lunedì 23 settembre, alle 21.00 su Sky TG24sabato 28 settembre alle 13.30 su Sky Arte e sempre disponibile On Demand.   

Dal 19 settembre su Prime Video con ‘Sono Lillo 2’, una seconda stagione in cui “c’è veramente un upgrade, perché abbiamo preso coraggio su questo modo di raccontare”. Nonostante il suo essere autocritico, Lillo non nasconde la sua soddisfazione: “guardandola mi sono scordato che era una serie in cui ero presente come protagonista. L’ho vista da spettatore, anche avendo delle reazioni come: ‘divertenti, forti questi” ha raccontato l’attore. E poi ancora, nella lunga intervista, racconti e aneddoti sull’infanzia, l’amore per i soldatini, miniature, musica e fumetti, l’avventura con Greg, il cinema, Posaman e una costante voglia di ridere e divertirsi.

La storia di Lillo Petrolo parte dalla sua infanzia, dai suoi cari: “Mio padre poliziotto, mia madre casalinga, tre fratelli e niente, una famiglia normalissima, come tante”, ha spiegato, “poi crescendo ho cominciato a capire che forse volevo fare l'artista e mio padre giustamente mi diceva ‘oh artista qua bisogna portare i soldi a casa, vai a lavorare’. Era un po' spaventato da questa mia scelta. L'unica cosa che mi rammarica è che purtroppo è venuto a mancare prima che io mi affermassi col mio lavoro, cioè prima di fargli vedere che effettivamente potevo lavorare con quello che volevo fare”. Durante la tenera età Lillo amava giocare con i soldatini e creare storie basate su di loro, infiammando quella vena creativa che l’avrebbe portato poi a realizzare il suo sogno: “Infatti è più o meno il lavoro che faccio adesso, forse è nato da lì. La storia era sempre la stessa, un gruppo di soldatini buoni e di soldatini cattivi e poi c'era la principessa da salvare che nel caso mio era un oplita perché non c'erano le donne soldatino” ha scherzato. Poi, la nascita del duo comico ‘Lillo e Greg’, ormai iconico per la comicità italiana ma che “nasce da un fallimento, perché io e Greg ci siamo conosciuti in una redazione di fumetti, sia io che lui volevamo fare i fumettisti, e devo dire che eravamo molto apprezzati dall'editore dell'epoca che ci disse ‘Siete bravi, nonostante la vostra giovane età io vi metto in mano una rivista’. Ci siamo messi a studiare come fare la rivista a casa, abbiamo lavorato tutti i giorni con Greg, poi siamo andati là e la casa editrice ci dice che aveva chiuso, era fallita”. Fu così che trovandosi entrambi disoccupati, fondarono, inizialmente per puro divertimento, il gruppo rock demenziale ‘Latte e i suoi derivati’ che “invece ha avuto un grande successo a Roma, è diventata una band di culto, per cui nell'arco di due anni dai localetti ci siamo trovati a suonare anche davanti a 10.000 persone. E da lì poi è nato tutto, perché si sono incuriositi di noi, quindi abbiamo cominciato a fare un po' di tv”. Una carriera di grande successo, le cui radici affondano sempre nel suo primo amore, dato che “il fumetto è sempre stato presente nella nostra vita. Io non ho mai detto da bambino ‘da grande voglio fare l'attore’ ho sempre detto ‘da grande voglio fare il fumettista’. Alla fine, non è andata troppo diversamente da quello che volevo fare io, ecco. Tra l'altro anche la serie è molto fumettistica”. Poi, sempre durante il percorso con Greg, la nascita del programma radiofonico 610, in onda dal 16 giugno 2003 su Rai Radio Due. “610 nasce un po' come Latte e i suoi derivati, cioè, dovevamo fare da tappa buchi. Vent'anni fa ci chiamò Fabio Basile per fare un programmino un mesetto, noi abbiamo detto ‘proviamoci non abbiamo mai fatto radio’. L'idea era quella di fare di 610 un circo di artisti improbabili di qualsiasi tipo, dall'attore al cantante al pittore, insomma l'arte rappresentata da artisti improbabili. È nata così poi ha cominciato a spaziare sul concetto di umorismo alla Lillo e Greg”. E se 610 lo definisce come un “circo di artisti”, un altro mondo nel quale può costruire una rete di rapporti significativi è il cinema, come nel film “Fascisti su Marte” con Corrado Guzzanti, una relazione d’amicizia che definisce “fraterna, perché ci frequentiamo, andiamo in vacanza insieme. Ho avuto la fortuna di lavorare con lui per fare ‘L'Ottavo nano’ per la prima volta ed ero felicissimo perché per me è un vero genio, è un comico di una profondità e di una originalità veramente incredibile”. A testimonianza della sua duttilità artistica, per “svuotare la testa” ha cominciato a dipingere le miniature, arrivando negli anni ad alti livelli ed esponendole in diverse mostre. Ma per Lillo più che un business rimane una passione: “Per me le miniature sono delle figlie. Anche se una volta mia moglie ha provato a vendermene una”. Durante una mostra “sono andato un attimo al bar e ho trovato mia moglie che stava contrattando con un americano. La stava vendendo a 1.200 euro, ma io ho detto che non era in vendita, sono intervenuto in tempo”. Ciò che, invece, ha segnato un ‘prima’ e un ‘dopo’ nel corso della sua carriera ed è diventato un “fenomeno di costume” è il personaggio di “Posaman”, nato all’interno del programma “Lol”, grazie a un fortunato errore: “Io ho proposto un supereroe che ha come unico potere le orecchie che si abbassano”. Tuttavia, mezz’ora prima che il programma iniziasse, si rompe il meccanismo del costume e “io ho chiesto alla sarta, non sapendo davvero cosa fare, un costume per un supereroe che fa le pose. Mi hanno cucito una ‘P’ al volo, dopodiché sono entrato come Posaman” e il resto è storia

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