Calvin Klein, polemiche per la campagna con FKA Twigs vietata in UK: e Jeremy Allen White?

Spettacolo
Vittoria Romagnuolo

Vittoria Romagnuolo

©Getty

Le autorità del Regno Unito hanno censurato la campagna in cui la cantante reclamizza capi d'abbigliamento mostrando il corpo nudo. La decisione è stata attaccata duramente dall'artista che su Instagram difende il suo diritto di mostrarsi come vuole e punta il dito contro le campagne “passate e attuali”, come quella virale con l'attore di "The Bear", anche lui decisamente poco vestito, che sta facendo impazzire la rete

Nella moda, probabilmente il settore più libero dell'intero panorama artistico e quello in cui più di ogni altro si sono fatti passi da gigante per abbattere le differenze di genere, vige ancora un “doppio standard” che riguarda il corpo e la sua esibizione pubblica.
Terreno di scontro della nuova polemica che coinvolge il fashion system ma che, principalmente, riguarda la società e certe regole che impongono alle donne delle restrizioni a proposito del mostrarsi nude rispetto agli uomini, una campagna pubblicitaria di Calvin Klein con protagonista FKA Twigs censurata nel Regno Unito.
Nella sentenza diramata dal Consiglio dell'Autorità per gli standard pubblicitari nel Paese, si legge che l'immagine offre una visione della cantante come un “oggetto sessuale stereotipato”, etichetta impugnata dalla cantautrice e ballerina britannica che su Instagram ha difeso la sua scelta di mostrarsi seminuda per il brand statunitense.
Nel post, in cui ha ripubblicato la chiacchierata foto, FKA Twigs paragona il suo lavoro fotografico con quelli realizzati dal brand fino ad oggi. Qual è, di fatto, la differenza tra il suo spot e quello con gli altri modelli, donne e uomini?

FKA Twigs si difende su Instagram

Non fa nomi FKA Twigs nel suo post in cui protesta contro le autorità UK che hanno vietato la diffusione delle immagini del suo spot per Calvin Klein ma il riferimento alle campagne del brand “passate e attuali” chiarisce il punto della questione.
Non c'è spot del marchio statunitense senza nudità e pose ammiccanti, eppure la campagna della cantante sarebbe offensiva.
Perché non lo è quella, recentissima e virale, con Jeremy Allen White, che si spoglia esibendo il suo fisico scolpito su un tetto di New York? Qual è la differenza tra lo spot con l'attore di The Bear in mutande, o quello, ad esempio con Aaron Taylor Johnson (testimonial Calvin Klein nella scorsa primavera) entrambi poco vestiti, e quello con FKA Twigs, che posa con addosso una camicia sbottonata da cui emerge il suo corpo mezzo nudo?
Per le autorità l'artista britannica avrebbe un atteggiamento troppo audace al punto da togliere attenzione al capo da sponsorizzare.
Tutte storie per la cantante e ballerina che affida a un post sul social di Meta - su cui è seguita da oltre due milioni di follower - la sua difesa basata sulla scelta orgogliosa di mostrare un corpo di cui va fierissima anche in ragione della sua difficile storia medica (nel 2017 ha subito l'asportazione di vari fibromi all'utero).
FKA Twigs, pseudonimo di Tahliah Debrett Barnett, parla di due pesi e due misure, quando si giudica il corpo nudo delle donne ma poiché altre campagne con protagoniste femminili non sono state attaccate fino ad ora (vedi quella con Kendall Jenner che ha posato in topless per Calvin Klein Underwear lo scorso marzo), sorge il sospetto che siano altre le motivazioni dietro alla censura che la riguarda e cita Josephine Baker, Earha Kitt e Grace Jones come icone di bellezza nera che hanno abbattuto pregiudizi e barriere.

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Le polemiche sulle campagne di Calvin Klein

FKA Twigs, nel post in cui difende le sue scelte libere, di donna e di artista, dice apertamente di non vedere nella foto per Calvin Klein scattata dal duo di Mert Alas e Marcus Piggott (stesso obiettivo della campagna col trentaduenne attore di The Bear), un “oggetto sessuale stereotipato” bensì “una bella donna nera,  forte, il cui corpo incredibile ha superato più dolore di quanto (si) possa immaginare”, si legge nella didascalia.
Il dibattito sul corpo maschile e su quello femminile, aperto da molto tempo a più livelli e ripreso a ogni espressione artistica controversa con al centro soggetti nudi o seminudi, ha già suscitato molte risposte, anche ufficiali.
Calvin Klein ha difeso il suo diritto di lavorare con uomini e donne forti e sicuri di sé che si identificano con i valori del marchio. Il brand, la cui fama si basa parecchio su un'estetica apertamente sensuale, ha sempre sempre lavorato facendo indossare i suoi capi ed accessori a modelli, anche volti del mondo dello spettacolo, che hanno usato il proprio corpo per comunicare.
La storia delle polemiche sulle foto di Calvin Klein è vecchia almeno quanto le campagne stesse. Negli anni Novanta fu Mark Wahlberg ad essere censurato per una foto dalla posa esplicita. Altre polemiche investirono l'azienda negli anni Ottanta per aver fatto posare Brooke Shields in jeans e atteggiamento sexy quando la modella aveva appena quindici anni. Anche le foto e i video con Jeremy Allen White hanno ricevuto diverse segnalazioni ma su queste ultime, diffuse circa dieci giorni fa, non ci sono ancora prese di posizioni ufficiali. Per ora la sua campagna è una delle più viste e commentate di sempre.

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