Il racconto dell'ancella, in scena al Teatro Filodrammatici fino al 14 gennaio

Spettacolo

Sabrina Rappoli

@Pino Le Pera

“Il racconto dell'ancella” è un romanzo distopico scritto nel 1986 da Margaret Atwood, tornato alle cronache grazie al successo della serie tv “The Handmaid's Tale”

In scena c'è una donna, incarnata dalla brava e credibile Viola Graziosi, figlia d'Arte abituata a calcare il palcoscenico. Vestita per quasi tutta la pièce di rosso, il colore che caratterizza le ancelle, racconta l'esistenza che è costretta a condurre, sotto l'occhio vigile delle Zie, sorta di lupi travestiti da agnelli, che la schiavizzano e la  controllano, vessando lei e le sue "consorelle".

Ambientata in un futuro prossimo, la storia ci mostra donne che vivono sotto sorveglianza, divise in categorie, anche secondo il colore dei loro abiti. D'azzurro vestono le Mogli, di rosso le Ancelle, di marrone le Zie; mentre le Marte - che sono le Domestiche - indossano il verde.

Ancella orante
@Pino Le Pera

Nessuna di loro può venire meno ai doveri assegnati: la pena è la deportazione e, nei casi più gravi, la morte. Tutte abitano un "nuovo mondo", dittatoriale, plumbeo, difficile, un mondo che - utilizzando i loro corpi - cerca di legittimarsi, cancellando completamente il recente passato.

Sulla Terra, devastata dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti un Paese totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Le ancelle, uniche ancora in grado di dare alla luce dei figli, vivono per lo più in silenzio, tra spie, lacrime e dolore.

Quel silenzio è spesso squarciato dalle urla delle partorienti, destinate a dare alla luce i figli dei Comandanti e delle loro sterili Mogli, in un parto inscenato come un rito primitivo, coronamento della violenza subita dalle ancelle, costrette ad avere rapporti con uomini che le ignorano, quando addirittura non le odiano.

approfondimento

Premio Internazionale “Il Teatro Nudo”, in scena Skattegraveren

Ancella con megafono
@Pino Le Pera

Viola Graziosi è abile nel tenere lo spettatore incollato alla poltrona, lo coinvolge, lo pungola, quasi a volerne provocare la reazione. Lo chiama in causa con domande retoriche che paiono vere, chiede a gran voce cosa sia la Libertà, cosa l'Amore; si rivolge alla platea a volto scoperto o sotto le grandi falde del bianco cappello che indossa, un cappello così ingombrante da impedire quasi di vedere e di essere vista: la divisa dell'ancella, al tempo stesso protezione e gabbia.

Le musiche di Riccardo Amorese giocano un ruolo essenziale, disturbanti come sono, con il volume alto che induce a un ascolto attentissimo. La regia è di Graziano Piazza, la Produzione Teatro della Città, il testo è tradotto per Ponte alle Grazie da Camilla Pennati.

"Il racconto dell'ancella" sarà in scena al Teatro Filodrammatici fino al 14 gennaio.

Spettacolo: Per te