Il suo primo film da regista “C’è ancora domani”, la parità di genere, il significato della parola “diritti” … e poi i ricordi che vengono da lontano, gli aneddoti di una carriera e quella cena sognata e non ancora realizzata. Paola Cortellesi si racconta al vicedirettore di Sky Tg24 Omar Schillaci nella nuova puntata della serie di interviste dedicate ai protagonisti dello spettacolo
È Paola Cortellesi la protagonista della nuova puntata di “Stories”, il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo di Sky TG24. Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Roberto Contatti l’attrice e regista si racconta in “Paola Cortellesi – A bocca chiusa”.
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C’è ancora domani, il cast del film diretto di Paola Cortellesi. FOTO
È al cinema in questi giorni con “C’è ancora domani”, suo primo film da regista, un dramedy in bianco e nero ambientato nel Secondo Dopoguerra, prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del gruppo Fremantle e Vision Distribution, società del gruppo Sky. Tra gli attori Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Emanuela Fanelli, Romana Maggiora Vergano, Giorgio Colangeli e Vinicio Marchioni. È un film che parla di “Un argomento tragico ma che a tratti è divertente. È un film contemporaneo anche se è ambientato nel passato”, ha detto la Cortellesi. La protagonista è Delia divisa tra un marito violento e la speranza di un futuro migliore. “Delia è una donna senza ambizioni come erano spesso le donne che erano cresciute sapendo che il destino che sarebbe toccato loro era già scritto, quindi: sposarsi, fare la madre, la moglie”. “Con un marito che era un po’ quello che ti capitava e Alvaro è un uomo orribile…”. “Insomma, sono storie che abbiamo sentito anche attraverso i racconti di molte famiglie. Personalmente questa storia ha molto anche della mia storia personale, delle mie nonne e bisnonne, ma non sto parlando della parte legata alla violenza, per fortuna”.
Una chiacchierata confidenziale e ironica, come da cifra dell’attrice e regista, che attraverso la visione di alcune clip, in un parallelismo costante, ha raccontato il film e molto di sé: aneddoti della propria carriera, ricordi personali ma anche, ovviamente, il suo pensiero sulla parità di genere attraverso gli occhi e i profili dei personaggi creati per “C’è ancora domani”: “Alvaro – interpretato da Valerio Mastandrea – era un uomo normale in quel periodo, questo è il racconto di una famiglia qualunque. E secondo me renderlo un uomo normale, come era all'epoca, lo rende molto più spaventoso, che non averlo dipinto come un mostro, perché il mostro lo incontri una volta ogni tanto, forse mai nella tua vita. Un uomo comune che invece si comporta in questo modo, secondo me è molto più spaventoso”. E ancora: “Chiaramente sono cambiate moltissime cose da allora, per fortuna, però ancora è incredibile quanto un certo tipo di mentalità prevaricatrice sia sopravvissuta ed è assolutamente nello svilire la persona, la donna che hai accanto, che sta nel meccanismo di sopraffazione”. Un’epoca in cui le donne dovevano stare al loro posto. Ma non troppo lontano dall’oggi secondo Cortellesi: “Certo, spesso mi è capitato, sul lavoro e non in casa”. Un’epoca però fatta anche di lettere. Come quella che riceve Delia e che sconvolge la trama del film. E anche Paola ha ammesso di aver tenuto con sé delle lettere nel corso della sua vita: “Dei miei genitori, una in particolare, in cui non facevo ancora questo mestiere, non c'entrava con le attività che svolgevo, ma c'entrava con la ragazza che ero e mi dicevano che erano orgogliosi ed è una lettera bellissima che conservo”. Ma c’è stato anche stato spazio per i sogni. E alla domanda su chi inviterebbe a una cena, la risposta è stata: “Martin Scorsese, mio papà che non c’è più, Jeeg Robot e Mariangela Melato”.