Kylie Jenner criticata per l'abito Schiaparelli con la testa di leone

Spettacolo

Vittoria Romagnuolo

©IPA/Fotogramma

L'imprenditrice e star dei reality show è finita nell'occhio del ciclone dopo aver indossato una delle creazioni più controverse della nuova collezione della maison francese. Per gli utenti social l'alta moda non dovrebbe sfruttare l'ispirazione animale, neppure per fini artistici

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La settimana dell'alta moda di Parigi si è aperta tra le polemiche: oggetto della discussione è la Maison Schiaparelli, casa di moda normalmente protagonista delle cronache per la spettacolarità delle sue creazioni e per la magnificenza delle star che le indossano.

Daniel Roseberry, stilista del brand, questa volta ha portato in passerella abiti decorati con finte teste d'animale, un leone, un leopardo e una lupa dall'elevato valore simbolico, che non sono state apprezzate dal pubblico. Le critiche hanno toccato anche Kylie Jenner, ospite dello show, che per l'occasione ha sfoggiato proprio uno degli abiti in questione: quello con la testa del leone.

Le critiche in difesa del mondo animale

La moda Schiaparelli, originale, visionaria e magniloquente, questa volta ha diviso il pubblico che sta discutendo online dell'opportunità di aver mostrato su una passerella di rilevanza globale delle teste d'animale che evocano scenari da caccia, potenzialmente dannosi per chi non è abbastanza sensibile alla causa animale.

Questi, in sostanza, gli argomenti alla base delle rimostranze e dei messaggi lasciati sotto ai post di Kylie Jenner e della Maison Schiaparelli che con la collezione Primavera Estate 2023 ha tagliato il nastro della Couture Week, sempre più fenomeno popolare da quando le sfilate sono condivise in diretta streaming e dunque maggiormente esposte ai commenti degli utenti, nel bene e nel male.
Per una volta per Daniel Roseberry e il suo ufficio stile non ci sono solo applausi ma le critiche sono feroci come le fiere presentate in passerella: la moda non dovrebbe appropriarsi di soggetti del mondo animale, specie se esibiti in bella mostra come trofei di passatempi crudeli di epoche in cui il dominio dell'uomo sulla natura era la normalità. Per gli utenti più arrabbiati le creazioni sarebbero di cattivo gusto e troppo ambigue e a nulla sono servite le spiegazioni della Maison che si è affrettata a chiarire il senso delle creazioni di Roseberry: il dibattito non accenna a spegnersi.

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Il significato degli animali per la Maison

La moda di Daniel Roseberry non è commerciale, nel senso che non è per tutti e non solo per una questione di prezzo ma anche di significato e di contesti di utilizzo - non a caso, gli abiti Schiaparelli sono protagonisti dei red carpet.
Le creazioni Schiaparelli sono raffinatissime opere d'arte e richiedono l'impiego di una manodopera altamente qualificata e, spesso, numerose ore di lavoro artigianale. Sul profilo Instagram del brand, dopo la sfilata, è apparso un video che descrive la lavorazione delle teste d'animale contese, realizzate con resina, schiuma e finta pelliccia di lana e seta dipinta a mano per raggiungere un risultato finale estremamente realistico. Le tre fiere, la lupa, il leone e il leopardo, che troneggiano sul bustier degli abiti portati in passerella dalle top model Naomi Campbell, Irina Shayk e Shalom Harlow, rappresenterebbero, nella visione di Roseberry, l'avarizia, la superbia e la lussuria, tre temi dibattuti nell'Inferno di Dante Alighieri che è l'ispirazione principale dell'intera collezione intitolata, appunto, Inferno Couture.
Lo stilista americano ha inoltre specificato, tra i suoi post che gli animali scelti celebrano la gloria della natura e che, posti sulla parte frontale dell'abito, fanno la guardia alla donna che li indossa. Una parte degli utenti in rete avrebbe, quindi, completamente frainteso il senso degli abiti e la polemica non sembra interessare neppure i vertici della PETA che, al contrario, hanno speso parole di lode per il progetto.

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Le reazioni: dalla PETA a Chiara Ferragni

Ingrid Newkirk, presidente della PETA, la no profit che più di tutte si occupa del monitoraggio delle attività che ledono e sfruttano il mondo animale, ha detto a Page Six che l'idea è “favolosamente innovativa” e che la Jenner e le tre modelle hanno indossato un manifesto contro la caccia che per centinaia di anni ha soddisfatto l'egoismo umano. Le creazioni Schiaparelli, tridimensionali ma completamente finte, incoraggerebbero, secondo Newkirk, all'utilizzo di capi in finta pelliccia e cruelty-free.
Kylie Jenner è stata tuttavia attaccata sul suo profilo dagli utenti di Instagram e la stessa sorte e toccata a Chiara Ferragni che aveva postato un selfie con la milionaria del makeup nel quale ha dovuto scrivere che la gigantesca testa di leone era assolutamente finta, una specifica che è apparsa sotto a parecchi scatti del fashion show, e che, per alcuni, suona come uno stratagemma per prevenire i malintesi, sempre dietro l'angolo nel mondo social ma quasi inevitabili in un'epoca fortunatamente così sensibile alla causa ambientale e animale.

Diverso l'atteggiamento dei commentatori di moda che in buona parte hanno apprezzato la potenza del messaggio. E se la Jenner si è pavoneggiata davanti ai fotografi con la sua testa di leone 3D, simbolo perfetto per la sua personalità forte e spavalda, su un altro social (Twitter) qualche utente è riuscito a trovare il lato divertente in tutta questa confusione e ha paragonato la vivace prima fila della sfilata Schiaparelli a un'immagine presa da Il Mago di Oz.

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