Pitti Uomo, la 103esima edizione apre a Firenze. Dove va la moda maschile?

Spettacolo

Nicoletta Di Feo

Gennaio è il mese della moda uomo. Dal 10 al 13, prima di spostarsi a Milano per la Fashion Week, è Firenze a concentrare le tendenze maschili del prossimo autunno-inverno.  E come di consueto anche quest’anno siamo presenti in Fortezza da Basso per raccontarvi le offerte di un settore sempre più fondamentale per l’economia italiana. Tra le novità “the SIGN” e “PITTIPETS”

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In quale direzione sta andando la moda maschile? A rispondere a questa domanda è Pitti Uomo. E’ infatti PITTIWAY il claim della 103esima edizione della fiera internazionale del Menswear che apre oggi a Firenze. 789 i brand in esposizione, di questi 311 arrivano dall’estero (il 40% del totale), tutti presenti anche sulla piattaforma digitale Pitti Connect.

Un’unica tendenza: la qualità

Comun denominatore tra i padiglioni di Pitti Uomo è la qualità. Che sia nell’abito sartoriale, nella maglieria, nell’alta innovazione tecnica dell’outwear, nei tessuti pregiati o nello stile, la selezione è uno dei presupposti della manifestazione.

“Noi abbiamo tracciato la nostra linea subito dopo il Covid", spiega ai nostri microfoni Claudio Marenzi, Presidente di Pitti Immagine. "Siamo stati la prima fiera a ripartire e siamo la prima fiera ad essere tornata quasi alla normalità. Continuiamo sulla nostra via, che è quella della selezione della qualità. Noi siamo una fiera selettiva e su questo abbiamo creato il nostro successo diventando la fiera di riferimento mondiale della moda maschile.”


"Pitti Way è l’imbocco dell’autostrada", afferma l'AD di Pitti Immagine Raffaello Napoleone.

"Qui si trovano tutte le opportunità per reagire ad un anno difficile come sappiamo sarà il 2023. Le aziende hanno fatto tutti gli sforzi possibili, di ricerca, di innovazione sui materiali, di funzione d’uso. Se vieni qui a Pitti trovi delle opzioni, delle ispirazioni indispensabili per reagire e stimolare i consumi senza tra l’altro consumare in maniere inutile."

Una delle tendenze della manifestazione è proprio quella di non imporre tendenze. La moda in mostra a Pitti sa infatti essere versatile per interpretare la personalità di chi la indossa. 

"Noi non abbiamo mai fatto come spesso avviene nelle altre fiere l'area tendenza all'ingresso", prosegue Napoleone. "Noi facciamo regia della manifestazione, è la manifestazione in quanto tale che è  tendenza e all'interno ognuno trova quella che è più aderente alle proprie strategie di comunicazione, ai propri mercati."

I numeri della moda maschile

Se il 2022 si è chiuso con numeri al di sopra delle aspettative, il 2023 sarà invece un anno tutt'altro che facile.

Un anno, chiediamo al Presidente di Sistema Moda Italia, pieno di incertezze?

“I primi tre/sei mesi del 2023 si annunciano buoni come il 2022. La lettura della seconda parte, ci spiega Sergio Tamborini, si preannuncia più complessa e questo perché il mondo è diventato più complesso. Ci sono degli elementi di discontinuità, come la guerra, il rincaro dell’energia, la pandemia, la reperibilità delle materie prime,  che vanno governati e che possono presentarsi come opportunità ma delle volte anche come dei limiti.

A Tamborini abbiamo inoltre domandato che cosa può fare il Governo per supportare questo settore.

"Prima di tutto", afferma il Presidente di SMI, "deve riconoscere l’importanza di questo settore. E’ un settore che per l’Italia vuol dire molto. Complessivamente il fatturato del tessile-abbigliamento-moda italiano supera i 100 miliardi, è un settore che però non viene difeso a sufficienza e non viene difeso a sufficienza nanche in Europa. I tedeschi difendono l’auto molto bene, noi non difendiamo la moda allo stesso modo. Quindi la prima cosa credo che sia la vicinanza e la comprensione dell’importanza del settore che è pari a quello del forniture, del food, è una delle nostre eccellenze. E poi bisogna mettere in campo una politica industriale che favorisca le aziende operatrici in questo settore."

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