Marina Viotti debutta all'Alceste di Gluck che torna all'Opera di Roma dopo 55 anni

Spettacolo

Ancora quattro date per l'appuntamento con l'opera lirica con la regia di Sidi Larbi Cherkaoui, la direzione del maestro Gianluca Capuano e l'allestimento della Bayerische Staatsoper: Marina Viotti debutta nei panni della protagonista. L’ultima replica del 13 ottobre sarà anche in diretta su Radio3

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Venerdì 7 ottobre al Teatro dell’Opera di Roma appuntamento con l’Alceste, l'opera del compositore Christoph Willibald Gluck e del librettista Ranieri de’ Calzabigi ispirata alla mitologia greca. Arrivata per la prima volta in Italia con l’allestimento della Bayerische Staatsoper di Monaco, lo spettacolo lirico ha visto il debutto come protagonista della mezzosoprano Marina Viotti. Dopo la prima di martedì 4 ottobre, le repliche successive saranno domenica 9 alle 16.30, martedì 11 alle 20.00 e giovedì 13 di nuovo alle 20.00. Quest’ultima rappresentazione sarà anche trasmessa in diretta sulle frequenze di Radio3.

Regia e coreografia

L’opera, che non andava in scena al Teatro Costanzi dal lontano 1967, viene proposta per la prima volta nella versione in francese del 1776 grazie alla regia del danzatore e coreografo belga Sidi Larbi Cherkaoui, vincitore per due volte del Laurence Olivier Award e nel 2018 anche del Premio Europeo per il teatro. Secondo lui, la storia raccontata nell’Alceste presenta due elementi in particolare che la rendono speciale in questo momento storico: il sacrificio di se stessi a favore di qualcun altro e l’eroismo di una figura femminile. «Non una donna in pericolo – ha specificato Cherkaoui - ma colei che dà l’impulso fondamentale per risolvere un problema con cui nessuno osa confrontarsi”. A questo si sommano la fascinazione del rituale, la bellezza piena della musica e i movimenti della coreografia, curata dallo stesso regista: «I danzatori sono un’estensione del coro. Come il coro greco sono testimoni di ciò che accade ma più ancora lo amplificano. Dal punto di vista drammaturgico sono una personificazione di tutto ciò che deve accadere nella storia».

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La protagonista

Premiata nel 2019 all’International Opera Award come miglior cantante dell’anno, Marina Viotti non ha solo la fortuna di provenire da una famiglia di musicisti – il padre era il direttore d’orchestra Marcello Viotti e il fratello, Lorenzo, è anch’esso direttore musicale – ma ha anche dalla sua una carriera variegata e brillante: studiosa di filosofia e letteratura, prima dell’opera si è dedicata al jazz, all’heavy metal e al gospel, incedendo anche un disco-omaggio a Pauline Viardot, cantante, pianista e compositrice franco-spagnola dell’Ottocento. Altri sono protagonisti sulla scena sono Juan Francisco Gatell, anche lui per la prima volta nei panni di Admète, Luca Tittoto  per la parte di Grand Prêtre / Hercule, Patrik Reiter per Evandre, Pietro Di Bianco per Apollon / Un Hérault d’armes e Roberto Lorenzi per Un Dieu infernal / L’Oracle. Completano il cast Carolina Varela, Angela Nicoli, Michael Alfonsi e Leo Paul Chiarot (Coryphées).

La musica

La prima versione dell’Alceste andò in scena al Burgteather di Vienna il 26 dicembre 1767, senza però avere molta fortuna presso il pubblico. Dieci anni dopo, il 23 aprile 1776, Christoph Willibald Gluck presentò all’Opéra di Parigi il più noto adattamento francese che venne poi tradotto anche in italiano e rimase in repertorio per gli ultimi due secoli. Per questa nuova messa in scena, a dirigere l’opera è stato chiamato Gianluca Capuano, specialista del repertorio del Settecento e già sul podio del Teatro dell’Opera di Roma per Orfeo ed Euridice di Gluck nella stagione 2018/2019 e un concerto a La Nuvola nel 2020. «Con Alceste – ha spiegato il maestro – Gluck chiude il cerchio della riforma del melodramma. Il dado è tratto, niente sarà più come prima nei teatri europei». Il direttore milanese è atteso anche nella prossima stagione per Giulio Cesare in Egitto con il nuovo allestimento firmato da Damiano Michieletto, e per il concerto de I tre controtenori in cui dirigerà Carlo Vistoli, Raffaele Pe e Aryeh Nussbaum Cohen. 

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