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Scala, la Filarmonica suona per la pace e lancia una raccolta fondi per l'UNHCR. VIDEO

Spettacolo

Chiara Ribichini

Al Piermarini il concerto, diretto da Riccardo Chailly, dedicato alle vittime della guerra.  Sulle note del Concerto n.3 in re minore Sergej Rachmaninov e della Patetica di Pëtr Il’ič Čajkovskij sono risuonati tutto il dolore e la disperazione del popolo ucraino in fuga dal conflitto. E il prossimo 20 marzo sarà aperta al pubblico una prova straordinaria diretta dal M. Fabio Luisi a favore dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati

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“I musicisti della Filarmonica e il maestro Riccardo Chailly intendono trasmettere un messaggio di pace e dedicare questa serata alle vittime della guerra”.

È iniziato così il concerto per la pace (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA). Dal palco della Scala, sulle note di Sergej Rachmaninov e Pëtr Il’ič Čajkovskij, sono risuonati tutto il dolore e la disperazione del popolo ucraino in fuga.

La Patetica evoca molte emozioni. Il pathos che si raccoglie dal palcoscenico è veramente grande" spiega Damiano Cottalasso, violinista e vicepresidente della Filarmonica della Scala.

La raccolta fondi per l'UNHCR

 

Il concerto per la pace, che ha visto sul palco il giovanissimo Mao Fujita, vero talento del pianoforte,  è solo una delle prime iniziative.

Come impegno concreto la Filarmonica ha infatti annunciato che domenica 20 marzo 2022 sarà aperta al pubblico una prova straordinaria diretta dal M. Fabio Luisi a favore dell'UNHCR, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.  "La raccolta fondi è destinata ad attività di protezione e assistenza per le persone costrette a fuggire e a sostenere donne, uomini e bambini che vivono un momento così drammatico della loro esistenza" si legge nella nota.

“La musica ha sempre unito i popoli tutti. L’arte non deve creare conflitti ma deve cercare di unire i popoli” sottolinea Cottalasso. E aggiunge: "Quello che sta succedendo è inspiegabile. Non si può raccontare ai nostri figli". 

 

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Il caso Gergiev

 

Sul podio avrebbe dovuto esserci Valery Gergiev, il maestro russo amico e sostenitore di Putin che è stato sostituito per non aver preso posizione contro il conflitto sia nella Dama di Picche che in questo concerto diventato poi un concerto contro la guerra. Un dibattito che ha coinvolto molti artisti russi e non solo e che ha portato una scia di sostituzioni, concerti annullati e scelte difficili. Tra chi è rimasto in silenzio e chi, invece, è sceso in campo contro la guerra. Così dopo le dimissioni del direttore del Bolshoi di Mosca anche Jacopo Tissi ha annunciato di lasciare la prestigiosa compagnia di balletto di cui era diventato, primo italiano nella storia, ètoile.

"Sono scioccato da questa situazione che ci ha colpito da un giorno all'altro e, onestamente, per il momento, mi ritrovo impossibilitato a continuare la mia carriera a Mosca. Nessuna guerra può essere giustificata" ha scritto sui social.

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