Fu sera e fu mattina di Ken Follett, un viaggio all'origine de I Pilastri della Terra

Spettacolo

Fabrizio Basso

Uno dei più grandi narratori al mondo con oltre 170 milioni di copie vendute nel suo nuovo romanzo ci riconduce nell'Inghilterra medievale, epoca di ingiustizie, lotte, miopia ma anche di amore, umanità e cultura

Non c'è bisogno della macchina del tempo per ritrovarsi nell'Inghilterra che si avvicina all'anno Mille, quello che per molti avrebbe visto la fine del mondo, figlia di profezie, di un po' di leggenda, di interpretazione di alcuni passi dell'Apocalisse di Giovanni, di quella frase sibillina "mille e non più mille". Ecco per ritrovarci nel 997 basta affidarsi a Ken Follett, uno dei più grandi narratori al mondo con oltre 170 milioni di copie vendute, che sarà ospite a Che Tempo Che Fa di Fabio Fazio, domenica 4 ottobre.

 

Lo scrittore di Cardiff ha già conquistato la prima posizione delle classifiche in Italia, Stati Uniti, Francia, Germania e in molti altri Paesi con Fu sera e fu mattina uscito in contemporanea mondiale lo scorso 15 settembre e prequel de I pilastri della Terra, inserito tra i 101 migliori Best-seller di tutti i tempi con oltre 27 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Ambientato fra l’anno 997 e il 1006, Fu sera e fu mattina, insieme a I pilastri della Terra, Mondo senza fine e La colonna di fuoco, racconta l'epica dell'immaginaria citta Kingsbridge.

Oggi, anno Duemilaventi, troviamo molte similitudini con allora, la più evidente, la più dolorosa è la rule of law, la regola della legge. Si chiede che venga rispettata eppure c'è chi si ritiene al di sopra delle regole. Nobili e alti prelati in primis. E come in questo periodo c'è chi si ribella ai soprusi. I ribelli di Ken Follett sono per lo più donne. Nelle sue storie non accettano le convenzioni e rompono gli schemi. Fu sera fu mattina, mirabilmente tradotto da Annamaria Raffo, inizia all'alba del 997 quando il costruttore di barche Edgar vuole fuggire con la sua amata. Ma i preparativi vengono vanificati dall'arrivo dei vichinghi: la priorità è mettere in salvo la famiglia e ricominciare, nell'anonimo villaggio di Dreng's Ferry. Ora ci spostiamo dall'altro lato della Manica dove la giovane, autorevole e autoritaria contessa Ragna sposa, contro la volontà del padre (lo abbiamo già detto che le donne di Ken Follet sono toste) il nobile inglese Wilwulf. Si ritrova in un mondo che non comprende, che è arretrato, chiuso, sordido e perfido, dove il potere fa e disfa alleanze in un attimo. La lotta per il potere non risparmia neanche i luoghi sacri. Aldred è un monaco colto e idealista e lavora per trasformare la sua abbazia in un centro di accoglienza, di studio, dove chiunque possa accedere al sapere. Non la pensa allo stesso modo il vescovo Wynstan che è ossessionato dal potere e dal denaro. Ken Follett è il mago dell'intarsio letterario, è un incantatore. Sa come far immedesimare il lettore e quando ciò avviene allora si può dire che abbiamo in mano un buon libro.

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