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Sanremo 2020, Paolo Palumbo racconta la SLA attraverso la musica

Spettacolo

Il rapper di 22 anni, malato da quattro, è riuscito ad emozionare cantando con gli occhi - supportato da un computer - la sua battaglia contro la Sclerosi laterale amiotrofica

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“Questa non è la storia di un ragazzo sfortunato, questa è la storia di un ragazzo che non si è arreso”. Si è presentato così Paolo Palumbo (CHI E') all'Ariston, quel teatro che premia la voce più bella ma anche la melodia che resta di più nel cuore. La voce non ce l’ha più, ma i suoi occhi - grazie all’aiuto di un computer - hanno intonato qualcosa di meraviglioso. Impossibile non provare ammirazione per questo giovane rapper di 22 anni che 4 anni fa ha scoperto di essere malato di SLA. 

La scoperta della malattia

Paolo sognava di fare lo chef. Ed è proprio cucinando che ha notato i primi sintomi della malattia. Il peso delle padelle era improvvisamente diventato difficile da sostenere. Un campanello d’allarme che lo ha spinto a fare le analisi. Il responso è stato dei peggiori: SLA, sclerosi laterale amiotrofica. Lui che sognava una vita da cuoco di colpo si è trovato a non sentire più i sapori. Le sue mani e il suo corpo si sono fermati. Ma Paolo ha deciso di volare oltre quelle sbarre usando l’immaginazione e gli occhi, quegli occhi che può ancora muovere e che sono diventati, grazie ad un comunicatore vocale, la sua voce.

L'esibizione a Sanremo

Sul palco dell’Ariston si è presentato insieme al rapper Kumalibre e a suo fratello Fiorello. Nella sua canzone, un messaggio di speranza che non può lasciare indifferenti: ”Il percorso sarà lungo ma ce la farò. Non me la sento di lasciarmi andare perché se esiste una speranza ci voglio provare". Era fuori concorso, Paolo, ma il festival lo ha già vinto salendo sul palco. Lo ha fatto per se stesso e per tutti quelli che non hanno la forza di andare avanti davanti alle difficoltà.