Si intitola PsychoKiller e arriva in libreria il 26 gennaio il nuovo libro di Paolo Roversi, inventore del Nebbiagialla Suzzara Noir Festival (in programma il primo weekend di febbario), del giornalista investigatore Enrico Radeschi e di mille altre cose. L'INTERVISTA
(@BassoFabrizio)
Letture casuali, o meglio intriganti, figlie di passione per il genere giallo, che poi portano, finite le pagine del libro, verso mondi altri, dei quali l'asse di rotazione ha sempre lo stesso nome, Paolo Roversi. E così scatta la curiosità di guardare negli occhi questo uomo che ha inventato il personaggio di Enrico Radeschi, protagonista di molti suoi libri, e il Nebbiagialla Suzzara Noir Festival in programma dal 31 gennaio al 2 febbraio nel cuore della provincia mantovana, dove la nebbia davvero sale gialla dalla terra impastata di storia. Ci siamo incontrati in una serata milanese, fredda ma ricca di parole, racconti, suggestioni.
L'Italia oggi offre: 60 milioni di allenatori della Nazionale, 60 milioni di esperti di vini e 60 milioni di giallisti.
Ci aggiungo che molti giallisti sono conoscitori di vino e ct della nazionale: tre in uno. Molti credono che per scrivere un giallo basti un commissario poi la storia viene da sola.
Un po' semplicistico, direi.
Infatti non è così perché il lettore oggi è molto pignolo perché ne ha letto tanti e ha visto film e serie tv del genere. E’ preparato, esige i colpi di scena.
Eppoi giallo è un concetto molto ampio.
Giallo è la casa madre, sotto ci sono il mistery, il noir, il thriller... C'è spazio per tutti dipende poi dal gusto personale del lettore. Certo questo è un periodo d’oro ma attenzione perché si sta ridimensionando. Non è facile seguire una moda.
Come si sopravvive?
Che sia il giallo storico, dei commissari, che il protagonista sia un uomo della strada o un killer è il lettore che poi premia. E’ come nel calcio: lo scrittore lo vedi sulla distanza.
Hai creato Enrico Radeschi.
E' nato nel 2006. Il mio era un personaggio che doveva raccontare la co-protagonista delle mie storie ovvero Milano. Per un periodo della mia vita ho fatto cronaca nera per giornale di Mantova. Dunque Radeschi è un giornalista sempre sul pezzo, che si muove sul Giallone, una vespa che ho ancora, e il tocco di modernità è che è pure un hacker. A volte mi dico Stieg Larsson mi ha copiato!
Hai pubblicato due libri che raccontano la malavita a Milano.
Milano nera è la mia grande fatica letteraria, ho indagato l’Italia dal 1958 al 1984. Ci sono le giacche blu di via Osoppo, Luciano Lutring, la banda Cavalleri, Renato Vallanzasca ed Epaminonda. Uscirà anche in forma di graphic novel per Nicola Pesce Editore. Cito eventi davvero accaduti. Ho realizzato che tanti hanno lavorato sulla banda della Magliana e sono stati trascurati Turatello, Milano centro economico della malavita, il bel Renée ed Epaminonda. Mi è capitato di conoscere Lutring e alcuni di quelli che erano in Osoppo ed è partita la storia.
Rapina ancora oggi spesso rievocata.
Rappresentavano 2000 anni di stipendio di un operaio della Breda quei 400 milioni rubati. E senza sparare un colpo. Ora a Milano non spari soltanto perché fa male agli affari.
E' in uscita il 26 gennaio per SEM il tuo nuovo libro Psychokiller: cosa puoi anticiparmi?
C'è qualcuno che uccide persone, le riprende e manda il video a Polizia per sfida. E se entro 7 giorni dall'invio Diego Ruiz, ex alcolista tormentato, e la profiler Gaia Virgili, non lo trovano ci sarà un'altra vittima.
I tuoi inizi?
Pensa che mi considerano ancora un giovane scrittore. Prima culli il sogno poi tiri fuori mondi che hai creato. Se è una professione…si vedrà. Io ho cominciato in un’epoca non ancora molto tecnologica.
Hai avuto dei no da editori quando spedivi i tuoi primi lavori?
A casa custodisco in scatole di scarpe le lettere di rifiuto. Ho esordito col primo Radeschi. I no fortificano. Il difficile non è scrivere è avere dei lettori. Ti metti a nudo.
Quando scrivi?
Sono creativo al mattino. La sera sono cotto. Vado a letto pensando alla storia del giorno dopo.
Ricevi manoscritti da aspiranti scrittori in cerca di consigli?
Mi chiedono spesso sui social dove possono spedirmi il loro romanzo. Io chiedo cosa hanno letto di mio. I più rispondono nulla e allora gli domando: ti fideresti del mio giudizio se non mi conosci? Prova a leggere un mio poi ne riparliamo.
Libri tradotti in film: cosa ti piace?
Shining fantastico. Il Dan Brown con Tom Hanks ha reso bene. Gomorra mi è piaciuta.
Un autore che vorresti vedere al cinema?
Don Winslow vorrei vederlo in film, tutta la trilogia. Si potrebbe realizzare anche una serie. Oggi la serie è il luogo migliore dove riportare i nostri romanzi.
Anche tu stai per partire con un progetto filmico.
Si intitola Addicted: ho scritto la sceneggiatura, è la storia di sette personaggi ognuno con una addiction: il cocainomane, la ninfomane...una dottoressa dice che in un mese li guarirà da tutto. Per questo vanno in masseria in Puglia e lì succedono tante cose. Ora dovrebbero iniziare le riprese.
Siamo vicini a Nebbiagialla, a Suzzara il 31 gennaio e l'1 e 2 febbraio.
E' puro godimento per me e gli scrittori: siamo in trenta e a contatto col pubblico. Ci sono tavolini da 80, 100 persone che creano condivisione. Poi arrivano gli editori e gli editor. Si parla di giallo, ci si alterna sul palco, si vive il momento. Essere in provincia valorizza il senso dell’essere raccolto, in quei tre giorni sai che sei protagonista. Ci aggiungo che l'Amministrazione comunale ci ha creduto da subito. Tutti vogliono venire, tantissimi debuttanti si propongono. Facciamo 100, 200 persone a evento.
Presenterai PsychoKiller?
Certo sabato 1 febbraio alle ore 12 a Suzzara. Invece a Milano il 23 gennaio alle ore 19 di SEM, via cadore 33.
Un ringraziamento?
Devo a Charles Bukowski se sono diventato scrittore.