"Per 4 anni sono stato proiettato in un mondo magico, popolato di animali, con un cast straordinario". Il regista romano si racconta a Sky Tg24, in occasione dell'uscita del film sulle avventure del burattino più famoso di sempre, nelle sale dal 19 dicembre
Un racconto popolare, divertente, poetico. Il film "Pinocchio" dalla fantasia di Carlo Collodi approda nei cinema dal 19 dicembre. Il regista Matteo Garrone si è raccontato ai microfoni di Sky tg24 (L'INTERVISTA INTEGRALE, VIDEO): "Ho completato un viaggio, perchè ho iniziato 4 anni fa a lavorare a questo progetto - ha detto- partendo dal testo letterario originale. Era per me difficile resistere alla tentazione di ripetere questa storia". Il regista, sceneggiatore e produttore romano ha anche parlato di una vera e propria passione per questa favola, sin dalla più tenera età: "Disegnavo spesso le storie di Pinocchio quando ero un bambino e poi da grande, rileggiando la storia, ho scoperto cose nuove".
"Un mondo magico"
Oggi, rispetto al testo originale "Le Avventure di Pinocchio" del 1881, "abbiamo la possibilità di usare tanti effetti speciali, spettacolari" ha ribadito Garrone durante l'intervista. "Per 4 anni sono stato proiettato in un posto magico, popolato di animali, con un cast straordinario: Roberto Beningni ha portato con sè il suo mondo, un mondo contadino, ispirandosi a suo padre per interpretare Geppetto. Anche Gigi Proietti - ha aggiunto Garrone - ha interpretato Mangiafuoco in modo straordinario, come una sorta di orco bipolare". Nella parte del protagonista c'è Federico Ielapi che si è riuscito a trasformare nel burattino di legno grazie a tre ore di trucco, ogni giorno.
"Un grande classico, ma più divertente"
Garrone ha creato un immaginario tutto nuovo attorno a Pinocchio, rifacendosi più ai disegni originali di Enrico Mazzanti che alle produzioni precedenti. "Un film che aiutasse il pubblico a riscoprire un grande classico però allo stesso tempo anche a divertirsi, a passare due ore in un mondo magico, dove il reale si mescola al soprannaturale" ha detto il regista. "È comunque un testo che parla di noi, non ha epoca, non ha tempo, parla di vizi e virtù degli Italiani. Ha un tempo universale".