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Scala, sarà una Tosca da film in una Roma mai vista. VIDEO

Spettacolo

Chiara Ribichini

In anteprima le immagini delle prove dell’opera diretta da Chailly con la regia di Livermore che andrà in scena nell’attesissima prima. Sul palco la diva Anna Netrebko. Il costumista Falaschi a Sky Tg24: “Nel costume di Tosca c’è un po’ dei tramonti romani”

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Sarà una Tosca da film, in una Roma mai vista. Non sarà una versione storica ma non tradirà la scrittura di Puccini. Iniziano a trapelare le prime indiscrezioni sull’opera che andrà in scena nell’attesissima prima del 7 dicembre (FOTO). Noi abbiamo avuto il privilegio di entrare dentro al Teatro alla Scala di Milano e abbiamo visto in anteprima le prove dello spettacolo che inaugurerà la stagione del Piermarini.
Entriamo nel cuore del secondo atto, in uno dei momenti più drammatici dell’opera. La bacchetta del direttore Riccardo Chailly e le indicazioni del regista Davide Livermore, che scorgiamo nel buio della platea, guidano cantanti, orchestrali e tutti gli artisti e i tecnici coinvolti ad affinare gli ultimi dettagli. La squadra creativa è la stessa dell’Attila che ha inaugurato la stagione appena conclusa. “Ci conosciamo e a volte comunichiamo tra noi senza parlarci. Basta uno sguardo” sottolinea il costumista Gianluca Falaschi al suo secondo 7 dicembre.  

I tramonti di Roma nei costumi di Tosca

“Questo teatro è come un alveare, è un luogo in cui ciascuno mette il cuore e la sua arte in quello che fa” aggiunge evocando quel “Vissi d’arte e vissi d’amore” della celebre aria. “Viene in mente quella fragilità. Il bello di Tosca è che il teatro si rispecchia nel teatro. Non sarà un allestimento meta teatrale però il ruolo della diva incarnato da una diva è quell’emozione elettrica che si respira dietro il palcoscenico prima di andare in scena”. La diva del 7 dicembre è Anna Netrebko, la prima donna della lirica. Accanto a lei il tenore Francesco Meli (Cavaradossi) e Luca Salsi (Scarpia). E Roma, la quarta protagonista sul palco. “La scenografa Cristiana Picco dello studio Giò Forma ha fatto un lavoro di astrazione e citazione della città di Roma. Un occhio bellissimo che guarda Roma come dall’alto. Sui costumi non posso dire che saranno dei costumi che ti ricorderanno Roma ma ti posso accennare che c’è del tramonto nel costume di Tosca, quei tramonti romani che sono incredibili e infuocano il cielo”.

Tutto nasce dalle note di Puccini

Costumi che nascono dalla musica. “La cosa bellissima è stata questa relazione tra il maestro Chailly e il maestro Davide Livermore, che è il nostro regista, sulla Tosca. Il loro è un incontro sulle note e sulla profondità della storia per cui mi è stato affidato il compito di non ridurre bozzettisticamente la Tosca solo alla sua messa in scena. Non sarà una Tosca storica ma non sarà neanche una Tosca che tradisce gratuitamente quello che c’è scritto. Noi siamo partiti anche da Puccini che ha scritto delle lettere molto interessanti su come voleva che si facesse il Te Deum. E quindi anche se il Te Deum non sarà di tradizione sarà sicuramente un Te Deum che rispetta quello che Puccini ha scritto".

Le mani sapienti degli artigiani del teatro

Nella sartoria in cui incontriamo Falaschi ci sono gli abiti che saranno indossati dai protagonisti. Come alcuni cappotti di pelle striati di rosso. "Noi ci siamo rivolti alla pittura dell’arte informale. A Rothko o a pittori più contemporanei per riportare delle vibrazioni di colore sugli abiti alle mie spalle. Ma è stato sempre un gesto manuale degli artisti del laboratorio. Costruire un costume per chi va in scena è costruire un abito che deve essere artigianale. Perché, oltre ad essere esteticamente più o meno bello, deve essere un abito che funzioni non solo per il ruolo ma anche per l’azione che è sempre un’azione agonistica che il ballerino o il cantante sta per affrontare. E’ un qualcosa che solo una mano sapiente di un artigiano di permette di fare. Quello che è bello del teatro è preservare questo lavoro del teatro artigianale” (VIDEO).

Una Tosca da film

Costumi e scene faranno entrare lo spettatore direttamente sulla scena con effetti cinematografici. “Si è fatta un’attenzione affinché il dettaglio potesse reggere quella che sarà la diretta televisiva che andrà anche nei cinema - spiega Falaschi - E’ soprattutto nel movimento meraviglioso della regia che lo trasforma in un piano sequenza di incredibile impatto che vederlo a teatro emoziona e stupisce. E’ una macchina scenica che travalica l’immaginabile e il raccontabile. Lo dovete vedere”.