Spice Girls, le t-shirt sono prodotte da operaie sottopagate: è bufera

Spettacolo

Matteo Rossini

A quattro mesi esatti dall’evento musicale dell’anno, una polemica colpisce le Spice Girls e il loro merchandising.

A quattro mesi all’evento musicale dell’anno in cui Emma, Mel B, Geri e Mel C faranno sognare milioni di persone con il tour che dopo tantissimi anni le riunirà di nuovo, fatta eccezione per la piccola parentesi alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Londra del 2012, a cui prese parte anche Victoria Beckham, Posh Spice, si è scatenata su di loro una bufera riguardante le t-shirt.

La girl band più famosa al mondo darà il via allo Spice World – 2019 Tour il 24 maggio da Dublino per poi proseguire con altre dodici date fino alla chiusura prevista per il 15 giugno 2019 al gigantesco Wembley Stadium di Londra. L’attesa dei fan è alle stelle, basti pensare che inizialmente le date previste erano sei ma vista la domanda stratosferica di biglietti, le quattro ragazze sono state costrette ad aggiungere altre date che sono comunque andate sold out nel giro di pochi minuti vista la portata storica dell'evento.

In questi giorni Baby Spice, Ginger Spice, Scary Spice e Sporty Spice sono intente nei preparativi per il tour come mostrano quotidianamente ai fan sui loro social ma una polemica riguardante proprio la loro reunion, più precisamente un gadget messo in vendita subito dopo l’annuncio della tournée, ha coinvolto le cantanti; ma facciamo un piccolo passo indietro per comprendere meglio la vicenda

Subito dopo l’annuncio dell’attesissimo Spice World – 2019 Tour, le Spice Girls hanno messo in vendita sul loro sito una t-shirt per celebrare il grande evento; la maglietta è stata resa disponibile per alcuni giorni e neanche a dirlo, gli ordini sono andati subito in tilt costringendo gli organizzatori a stampare velocemente altri pezzi per una richiesta esagerata di acquisti. La t-shirt, mostrata anche dalle ragazze con uno scatto sui social in cui Emma, Geri, Mel C e Mel B la indossano sorridendo, riporta la scritta: #IWannaBeASpiceGirl.

Infatti, come ben sappiamo, il gruppo è stato uno dei pionieri nella diffusione del girl power, tema mai come oggi molto sensibile, portando a drastici e importanti cambiamenti nel mondo dell’intrattenimento e nella società fino alla distruzione di stereotipi e preconcetti. Lo scopo della messa in vendita delle magliette è stato esattamente lo stesso, ovvero ribadire le uguaglianze di genere e sottolineare ancora una volta il concetto del girl power.

Tuttavia, secondo un’indagine svolta dal quotidiano britannico The Guardian, sembrerebbe che le magliette siano state prodotte in Bangladesh da donne costrette a lavorare in condizioni a dir poco disagevoli con orari di lavoro allucinanti e con stipendi davvero miseri, all’incirca 35 centesimi di sterlina all’ora. La notizia ha ovviamente fatto il giro dei social e un portavoce delle Spice Girls avrebbe dichiarato che le ragazze, alla comprensione della notizia, si siano dette disgustate chiedendo immediatamente dettagli e spiegazioni sulla situazione alla società che avrebbe avuto il compito di occuparsi della realizzazione delle magliette in questione.
 

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