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Prima della Scala con Attila: dietro le quinte dell'opera di Verdi

Spettacolo
Un'immagine tratta delle prove dell'opera (Sky)

Sale l'attesa per lo spettacolo del 7 dicembre, diretto da Riccardo Chailly e con l'allestimento di Davide Livermore. Ecco le novità emerse fino a ora

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Il 7 dicembre 2018 alle ore 18, "Attila" di Giuseppe Verdi inaugura la Stagione d'Opera 2018/2019 del Teatro alla Scala. Sul podio il Direttore Musicale Riccardo Chailly, che continua a ripercorrere gli anni giovanili di Verdi. In attesa che si apra il sipario, è possibile sbirciare dietro le quinte per osservare i preparativi degli appuntamenti più attesi dell'anno.

Verso la Prima

L'allestimento è affidato a Davide Livermore, che dopo il debutto scaligero con Tamerlano di Händel, ha già collaborato con Chailly nei mesi scorsi per Don Pasquale di Donizetti. Sarà affiancato da Gianluca Falaschi per i costumi e da Giò Forma per le scene, arricchite dai video di D-WOK e illuminate da Antonio Castro. Sul palco saliranno Ildar Abdrazakov, al suo terzo 7 dicembre, nei panni del protagonista; Saioa Hernández, che invece debutta alla Scala, è Odabella; Fabio Sartori è Foresto e George Petean interpreta Ezio. Francesco Pittari e Gianluca Buratto rivestono i ruoli brevi ma non secondari di Uldino e Papa Leone. Il Coro del Teatro alla Scala e il Coro di Voci Bianche dell'Accademia Teatro alla Scala sono diretti dal Maestro Bruno Casoni. L'opera viene presentata per la prima volta alla Scala nell'edizione critica curata nel 2012 da Helen Greenwald per University of Chicago Press e Casa Ricordi, Milano.

L'allestimento di Livermore

"Verdi è l'autore più attuale che ci possa essere", afferma Livermore. "Neanche un rapper del Bronx è attuale quanto lui", che nella sua vita di compositore "non ha mai cavalcato i like, è stato una spina nel fianco della società" di cui ha messo in luce "ipocrisie e lato oscuro". Per dimostrarne l'attualità, il regista ha ambientato la vicenda del re degli Unni in un Novecento distopico, dicendo addio a "corna e pelli di montone" ma senza dare una connotazione precisa del tempo. L'obiettivo è essere "al servizio di Verdi" senza distogliere l'attenzione dall'opera. Anche per questo, Livermore ha deciso di evitare la caduta del ponte su cui si trovano per un faccia a faccia Attila e il generale romano Ezio. Il ponte si dividerà, ma non sarà distrutto "per rispetto dei morti e della sofferenza" di chi ha vissuto il crollo del ponte di Genova.

Le scelte di Chailly

"È giusto che ci siano stati un'evoluzione, dei cambiamenti, delle riduzioni di cose e quello che abbiamo tolto - ha aggiunto Chailly - è affar nostro". Comunque tutto, ha assicurato il direttore musicale della Scala, è stato fatto "in funzione della musica". Il riferimento è alle polemiche per eventuali scene blasfeme, contro cui si è scagliato un sindaco della provincia di Bergamo con una lettera al sovrintendente. Attila (dopo Giovanna d'Arco seconda opera della trilogia giovanile di Verdi, che Chailly vuole mettere in scena e che si concluderà con Macbeth) viene eseguito nell'edizione critica Ricordi del 2012. In più, il maestro ha voluto aggiungere prima del trio del terzo atto cinque battute composte da Rossini e l'aria del tenore che Verdi aveva scritto per la Scala e che dai suoi anni non è più stata cantata qui.