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La Dark Polo Gang, il collettivo trap finito sulla Treccani

Spettacolo
I quattro membri del collettivo romano durante un concerto (foto: Facebook/Dark Polo Gang)

Nato a Roma nel 2014, può vantare migliaia di fan e milioni di visualizzazioni. I loro testi del parlano principalmente della passione per la moda, del consumo di droga e dei soldi, che i membri della Gang non si fanno problemi ad ostentare

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Sono appena entrati nel vocabolario Treccani ma già da qualche tempo sono nel cuore di centinaia di migliaia di fan. La Dark Polo Gang, nata a Roma nel 2014, è uno dei principali gruppi della scena trap italiana e, stando al crescente seguito che raccolgono, puntano a ritagliarsi uno spazio sempre maggiore nel panorama musicale nazionale. Composta da Nicolò Rapisarda (Tony Effe), Dylan Thomas Cerulli (Dark Pyrex o Principe Pyrex), Umberto Violo (Dark Wayne o Wayne Santana) e Arturo Bruni (Dark Side), la Gang è nota per testi sopra le righe che trattano principalmente la passione per la moda, il consumo di droga e i soldi.

Senza major

Il collettivo trap nasce dall’amicizia tra i componenti della Gang che risale ai tempi della scuola. Provenienti tutti da contesti molto agiati dei quartieri centrali della Capitale, i quattro iniziano a rappare per divertimento, fino a quando Duccio Barker (Sick Luke) non li convince a produrre seriamente un primo album. Lo stesso Sick Luke ha prodotto, nelle vesti di 'beatmaker', gran parte delle loro pubblicazioni. Finora la Dark Polo Gang ha deciso di non legarsi a una major di nome, nonostante le prime offerte siano già cominciate ad arrivare, e continua ad appoggiarsi alla Triplosette Entertainment, etichetta indipendente fondata proprio dal collettivo in collaborazione con Sick Luke.

Rime lasciate aperte

Il primo disco della Gang risale al 2015 e si intitola "Full Metal Dark", il successo però arriva solo con "Cavallini", brano al quale collabora Sfera Ebbasta, altro idolo della scena trap italiana. Nel testo della canzone, che oggi può vantare oltre 16 milioni di visualizzazioni su YouTube, si possono già rintracciare alcune delle tematiche che poi hanno fatto la fortuna del collettivo. Tra le rime, che per scelta stilistica quasi mai vengono chiuse seguendo 'la moda americana', si può leggere: "Spacciatori negli androni, Sbirri fuori dai balconi, Non voglio più avere problems, Quindi stronzo dammi i money" oppure "Mi piacciono Fendi e Gucci, Ferragamo e Burberry, Incassiamo come i cassieri, Sogno montagne di soldi e vari modi per spenderli". Tra le loro canzoni più famose c’è "Caramelle", uscita nel 2017, che rappresenta il primo singolo in assoluto a comparire anche su Spotify e che in poche settimane è diventata disco d’oro. Lo scorso 11 maggio, invece, è uscito "British". Un brano che, come hanno spiegato gli autori ai microfoni di Radio Deejay, è nato mentre i tre si trovavano dal parrucchiere per procedere a nuovo taglio "british", che nello slang della Gang è sinonimo di "alla moda", "figo".

Le critiche

Dal momento in cui ha cominciato a diventare famosa, la Dark Polo Gang ha raccolto anche diverse critiche. In molti gli contestano, infatti, brani troppo superficiali e un linguaggio eccessivamente sopra le righe. Polemiche che sono arrivate anche sotto il profilo artistico a causa delle frasi "sconnesse" e delle rime quasi mai chiuse, dogma di una parte consistente dei sostenitori dell’hip hop italiano. In diverse interviste, però, il collettivo ha dichiarato di non essere interessato al giudizio dei critici e di basare gran parte della sua creatività sulla spontaneità, senza inibizioni. Mancanza di filtri che spesso li porta a parlare della loro passione per la moda o del loro rapporto con sesso e amore, ma anche di stupefacenti e denaro.