Crisis on The Planet of the Apes: diventare una scimmia grazie alla VR

Spettacolo

Federico Ercole

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Un nuovo gioco per la realtà virtuale ci fa vivere un’emozionante avventura durante gli eventi della nuova trilogia (in onda sul canale speciale Sky Cinema Il Pianeta delle Scimmie). Siete pronti a lasciare indietro la vostra umanità e trasformarvi in uno scimpanzé?

L’idea alla base di "Crisis on The Planet of the Apes", nuovo videogioco per la realtà virtuale dedicato al Pianeta delle Scimmie, è estremamente affascinante e sarebbe potenzialmente in grado di travolgere ogni appassionato della saga sui primati senzienti.

La storia che vivremo in primissima persona è ambientata cinque anni dopo la pandemia dell’influenza diffusa dalle scimmie. La popolazione di esseri umani è ormai ridotta a meno della metà. Una volta indossato il visore VR per Playstation 4 o un Oculus, possiamo “entrare” nella mente e vedere attraverso gli occhi di uno scimpanzé dal cervello assai evoluto, muovendo così virtualmente le sue membra villose. Siamo prigionieri di un laboratorio scientifico militare dove viene condotto ogni tipo di esperimento su di “noi” ai fini di scoprire un antidoto all’apocalittico morbo. Siamo delle cavie e l’unica possibilità di salvezza è fuggire.


 

Uno sparatutto in VR
Crisis on The Planet of the Apes appartiene al genere degli “sparatutto”, perché non appena abbiamo l’occasione di muovere i primi passi verso la libertà recuperiamo un’arma letale a ripetizione, in grado di rendere definitivamente inoffensivi i nostri aguzzini. Sullo sfondo c'è anche una componente esplorativa e qualche rarissimo enigma. Il gioco dura all’incirca tre ore, quindi si tratta di un’esperienza piuttosto breve, ma durante il suo svolgimento avremo a che fare con numerosi riferimenti alla nuova trilogia e ai suoi personaggi.

 


Un flop?
Nonostante la bontà delle premesse, purtroppo Crisis on The Planet of the Apes è stato giudicato da molti un fallimento. La media su Metacritic è molto bassa: si attesta sul 49 per la stampa specializzata, mentre quella del pubblico è un terrificante 1.5. Il gioco è consigliabile solo agli appassionati che non soffrono in nessun modo del “motion-sickness”, quella nausea che talvolta può infastidire, anche pesantemente, chi gioca con la realtà virtuale. Non si tratta solo della pessima ottimizzazione per la VR... Anche la storia è narrata in maniera farraginosa e si infrange sotto il peso delle sue premesse. Peccato!

 
 


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