L' Italia a Cannes: Garrone, Rohrwacher in concorso e Golino al Certain Regard

Spettacolo

M.Beatrice Moia

Sono ben 7 i titoli italiani che quest’anno sono stati accolti a Cannes. Garrone (con Dogman) e Rohrwacher (con Lazzaro Felice) in concorso, la Golino (con Euforia) al Certain Regard. Tra gli altri titoli Troppa Grazia di Gianni Zanasi e La strada dei Samouni di Stefano Savona. Al festival anche due corti: Così in terra di Pier Lorenzo Pisano e La lotta di Marco Bellocchio.

Questo 2018 è un anno felice per il cinema italiano al Festival di Cannes: ben 7 titoli tra cortometraggi e lungometraggi. E non è detto che sua tutto qui poiché, a detta del delegato generale del festival, Thierry Fremaux, potrebbero aggiungersi altri titoli all’ultimo momento. Nessun tricolore, invece, per la Semaine de la Critique che si aprirà con l’americano Wildlife di Paul Dano. Tra l’altro, proprio nel primo anno del festival post Weinstein (per tanti anni un protagonista come produttore e finanziatore dell'evento glamour charity amfAR), l’Italia si presenta a Cannes con due registe: Alice Rorhwacher e Valeria Golino.

Ecco i titoli italiani presenti al Festival di Cannes 2018

DOGMAN di Matteo Garrone, che viene accolto di nuovo a Cannes dopo Gomorra e Reality (entrambi vincitori del Grand Prix) e Il Racconto dei Racconti. Dogman è un western urbano ispirato alla vicenda del “canaro” della Magliana, periferia di Roma, un terribile fatto di cronaca nera avvenuto trent’anni fa. Al centro della faccenda l’allora toelettatore per cani nonché cocainomane Pietro De Negri che nel 1988 uccise brutalmente l’ex pugile Giancarlo Ricci. Oggi, dopo sedici anni di pena e uscita anticipata per buona condotta, chiede al mondo di essere dimenticato. Garrone, dopo dodici anni di rimaneggiamento della sceneggiatura, riesce ad arrivare a un risultato soddisfacente quando individua l’attore che avrebbe interpretato il “canaro”, Marcello Fonte: “…Finalmente, un anno fa, l’incontro con il protagonista del film, Marcello Fonte, con la sua umanità, ha chiarito dentro di me come affrontare una materia così cupa e violenta, e il personaggio che volevo raccontare: un uomo che, nel tentativo di riscattarsi dopo una vita di umiliazioni, si illude di aver liberato non solo se stesso, ma anche il proprio quartiere e forse persino il mondo. Che invece – conclude Garrone – rimane sempre uguale, e quasi indifferente”. Ecco come sviluppa quindi la trama del suo Dogman: un uomo, Marcello, che vive in una periferia sospesa tra metropoli e natura selvaggia, si divide tra il suo modesto salone da toelettatore, le attenzioni per la figlia Sofia e un ambiguo rapporto di sudditanza con Simocino, un ex pugile (interpretato da Edoardo Pesce) che terrorizza l’intero quartiere. Dopo l’ennesimo abuso, la vendetta escogitata da Marcello si spinge fino all'irreparabile. Un film crudo, diretto, che fa riflettere. Al centro un’umanità sofferente, marginale, violenta, ma che conserva tratti di nobiltà anche dopo tragedie di sangue come quella descritta del film. Garrone mostra come sia importante analizzare il vissuto delle persone che stanno dietro a queste vicende. Prima di giudicare bisognerebbe sempre conoscere il passato e le condizioni di vita dei protagonisti. Dinamiche, equilibri, rapporti, crisi, sofferenze: niente è casuale. E tutto va preso in considerazione per valutare le responsabilità di ciascuno.

LAZZARO FELICE di Alice Rorhwacher è la storia di un giovane, ingenuo contadino, Lazzaro appunto, e di Tancredi. È la storia della loro amicizia. Un rapporto vero, autentico che però nasce tra segreti e bugie inevitabili. Un ‘amicizia che, nonostante tutto, attraverserà il tempo e le difficoltà che incombono e porterà Lazzaro a spostarsi in città alla ricerca del suo grande amico perduto. Il suo primo, vero, grande amico. In un’ambientazione bucolica, la Rorhwacher mette in scena una storia di sentimenti puri, privi di pregiudizi e preconcetti. Dipinge con delicatezza la capacità, ormai perduta, di non pensare male di nessuno e di avere semplicemente fiducia negli altri esseri umani.

EUFORIA di Valeria Golino, per il concorso Un Certain Regard dove due fratelli, all’apparenza diversissimi, si trovano a scoprirsi veramente per la prima volta da adulti, riavvicinati dalle circostanze della vita. Matteo (Riccardo Scamarcio) è un giovane imprenditore di successo, estroverso, affascinante e ambizioso. Suo fratello, Ettore, è invece rimasto a vivere nella provincia dove entrambi sono cresciuti. Insegna alla scuola media del paese e non ha grandi aspirazioni. È un uomo cauto, integro, che cerca sempre di non farsi notare troppo. La vita li fa avvicinare di nuovo e li fa scoprire a vicenda per quello che realmente sono. L’euforia nasce dalla gioia di ritrovarsi e di accorgersi di stare bene insieme, di avere tanto in comune e tanto da condividere, nonostante le scelte di vita differenti e l’apparente carattere inconciliabile.

TROPPA GRAZIA di Gianni Zanasi che ritorna a Cannes dopo parecchi anni, dal suo film d’esordio del 1995, Nella mischiaTroppa Grazia racconta di Lucia (Alba Rohrwacher), una geometra di 36 anni che vive da sola con sua figlia. Il Comune la incarica di un controllo su un terreno dove deve sorgere una grande opera architettonica, ma durante le verifiche si accorge che le mappe del Comune sono sbagliate e piene di manipolazioni per coprire probabili rischi geologici. Lucia, spaventata dall'idea di poter perdere il suo incarico, decide di non dire nulla. Il giorno dopo incontra quella che le sembra una giovane "profuga" che la fissa e le dice: "Vai dagli uomini e di' loro di costruire una chiesa là dove ti sono apparsa...".

LA STRADA DEI SAMOUNI di Stefano Savona con le animazioni di Simone Massi, è una docufiction che racconta la vicenda di una famiglia di Gaza che nel 2009 per l'operazione Piombo Fuso ha visto morire ventinove membri della famiglia. "A Gaza, all'indomani della guerra, ho incontrato persone che mi hanno raccontato con calma straordinaria gli eventi drammatici a cui erano appena sopravvissuti. Ho capito che per rendere loro giustizia, non potevo fermarmi alla constatazione della tragedia: la famiglia Samouni meritava che raccontassi la loro storia per intero, facendo rivivere sullo schermo anche il loro passato. Attraverso le immagini d'animazione - affidate a Massi, ndr - ho potuto ricreare i momenti chiave della loro storia: il cinema va oltre la cronaca e permette allo spettatore di avvicinarsi in maniera più intima e profonda al vissuto dei protagonisti".

Due titoli per quanto riguarda i cortometraggi:

COSÍ IN TERRA, realizzato da un allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia, Pier Lorenzo Pisano invitato alla Cinefondation.

LA LOTTA di Marco Bellocchio, una storia lungo il fiume Trebbia durante la seconda guerra mondiale. Nel cast due giovani attori italiani, Fabrizio Falco e Barbara Ronchi, insieme a Ione Bertola.

 

Tra le coproduzioni italiane: il film d'inaugurazione, Todos lo saben di Asghar Farhadi con Javier Bardem e Penelope Cruz, In My Roomdi Ulrich Khler e il documentario di Wim Wenders, Pope Francis - A Man of His Word. Inoltre, sottolinea una nota dell'istituto Luce-Cinecittà, il produttore Marco Alessi è stato selezionato tra i dieci produttori emergenti europei nell'ambito di Producers On the Move, storico evento dell'European Film.

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