
Novità e tradizione in un trittico di danza in scena fino al 13 maggio: due creazioni nuove e un gioiello del celebre coreografo del Novecento. Sul palco Roberto Bolle, ma sono tante le stelle che si alternano nei ruoli principali. (A cura di Chiara Ribichini). FOTO

In scena al Teatro alla Scala fino al 13 maggio un trittico di danza: due le creazioni nuove ("La Valse", ideata da tre danzatori della compagnia nella veste di coreografi) e "Shéhérazade", nella versione firmata da Eugenio Scigliano. Nella serata anche il capolavoro di George Balanchine, Symphony in C, con Roberto Bolle. Sul podio Paavo Järvi. Archivio Fotografico Fondazione Teatro alla Scala- Leggi l'articolo
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Apre la serata "La Valse", una novità assoluta firmata da Stefania Ballone, Matteo Gavazzi e Marco Messina, tre danzatori scaligeri eccezionalmente nel ruolo di coreografi, su musiche di Maurice Ravel. Archivio Fotografico Fondazione Teatro alla Scala- Leggi l'articolo
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Nei ruoli principali Emanuela Montanari (una donna) Antonino Sutera (un uomo) Antonella Albano con Gioacchino Storace (una coppia). Nelle recite successive si alterneranno Mariafrancesca Garritano (una donna) e Christian Fagetti (un uomo); Giulia Schembri e Gioacchino Starace (una coppia). Archivio Fotografico Fondazione Teatro alla Scala- Leggi l'articolo
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La coreografia di "La Valse" è stata costruita a sei mani. "Ci siamo ritrovati a decidere tutto in tre. Il confronto inizialmente sembrava una difficoltà ma abbiamo cercato di affrontare il disaccordo come un’apertura verso punti di vista diversi che ci hanno portato a un compromesso artistico e a un equilibrio interessante" raccontano a Sky TG24. Archivio Fotografico Fondazione Teatro alla Scala- Leggi l'articolo
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E sul rapporto con i colleghi danzatori confessano: "Metterci dall’altra parte ci ha aiutato ancora più chiaramente a vedere il livello artistico e professionale molto alto. Abbiamo cercato di valorizzare al massimo le loro potenzialità”. Archivio Fotografico Fondazione Teatro alla Scala- Leggi l'articolo
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"Non è stata la mia prima esperienza di lavoro con colleghi nelle vesti di coreografi, ho già lavorato nelle produzioni firmate da Francesco Ventriglia, Gianluca Schiavoni e Massimiliano Volpini" racconta a Sky TG24 Emanuela Montanari, una delle interpreti principali di "La Valse". Archivio Fotografico Fondazione Teatro alla Scala- I cast della serata
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"È stata un'esperienza positiva, abbiamo lavorato con serenità e nel rispetto reciproco, ricercando anche insieme le soluzioni migliori - ha continuato Montanari - I tre coreografi sono riusciti a trasmettere la sintonia che hanno creato tra di loro a noi ballerini, rafforzando l'intesa del gruppo". Archivio Fotografico Fondazione Teatro alla Scala

Secondo titolo della serata "Shéhérazade". "Interpreto il ruolo di Zobeide (la protagonista, ndr), una donna tormentata da un perenne conflitto interiore su come deve apparire e su quel che davvero sente dentro e vorrebbe fare. È un personaggio che abbiamo costruito insieme al Maestro Scigliano con una minuziosa ricerca di dettagli che fanno trasparire chiaramente questa triste storia" spiega Virna Toppi. Archivio Fotografico Fondazione Teatro alla Scala

"Interpretare questo ruolo richiede tantissima umanità e capacità di immedesimarsi totalmente in una condizione claustrofobica di una vita indesiderata che sta troppo stretta" conclude Virna Toppi. Archivio Fotografico Fondazione Teatro alla Scala

A lei si alterna nel ruolo di Zobeide Alessandra Vassallo: "La coreografia di Eugenio Scigliano è molto narrativa e grazie al suo linguaggio non mi è stato difficile entrare nel vivo dello storia. Con il coreografo abbiamo lavorato tanto per trovare il modo giusto di essere noi stessi e contemporaneamente parte della storia" dice a Sky TG24. Archivio Fotografico Fondazione Teatro alla Scala

"Per mettere alla prova la fedeltà della propria donna gli uomini, a volte, la spingono con l'inganno al tradimento per poi vendicarsi con ferocia. La vergogna, il ricatto psicologico, la violenza portano anche al suicidio come nel caso di Zobeide, la protagonista del balletto" spiega il coreografo Scigliano. Archivio Fotografico Fondazione Teatro alla Scala

Nelle recite iniziali, i ruoli principali sono affidati a Virna Toppi (Zobeide) e Nicola Del Freo (lo Schiavo d’oro). Nelle repliche si alterneranno Alessandra Vassallo e Maria Celeste Losa, Nicola Del Freo e Timofej Andrijashenko. Archivio Fotografico Fondazione Teatro alla Scala

Terzo titolo della serata il gioiello di George Balanchine "Symphony in C". Martina Arduino e Timofej Andrijashenko interpretano la coppia principale del primo movimento. Archivio Fotografico Fondazione Teatro alla Scala

"Symphony in C è un vero capolavoro che si divide in 4 movimenti diversi per stile e musicalità. In apertura delle recite, io interpreto il secondo movimento con Roberto Bolle, pezzo che si distingue dagli altri perché, essendo un Adagio, è più lirico ma mantiene quella precisione musicale che Balanchine richiede" sottolinea Nicoletta Manni. Archivio Fotografico Fondazione Teatro alla Scala

"In Symphony in C di Balanchine ballo il terzo movimento assieme a Claudio Coviello, il movimento più frizzante e saltato. I ballerini devono essere molto energici e musicali, ed esattamente all'unisono dato che l'uomo e la donna eseguono gli stessi identici passi sulle stesse note per quasi tutto il tempo" osserva Virna Toppi. Archivio Fotografico Fondazione Teatro alla Scala

"La difficoltà tecnica sta nel rendere i salti leggeri e nella velocità delle piccole batterie. La musicalità è un punto di forza di Balanchine per cui bisogna essere concentrati al massimo perché ogni passo corrisponde ad un determinato conteggio musicale" aggiunge Claudio Coviello. Archivio Fotografico Fondazione Teatro alla Scala

"Insieme all'assistente di Balanchine abbiamo lavorato molto alla ricerca di uno stile nobile, elegante e regale che si addice a questo secondo movimento" sottolinea Nicoletta Manni che danza con Roberto Bolle. Archivio Fotografico Fondazione Teatro alla Scala

Così Alessandra Vassallo: "Abbiamo lavorato duro affinché il corpo di ballo raggiungesse pulizia a livello di esecuzione dei passi e precisione nell'eseguirli nei giusti tempi musicali. È un balletto che dà molte soddisfazioni e che è un piacere ballare". Archivio Fotografico Fondazione Teatro alla Scala