Milano, “Life in progress”: l’ultima danza di Sylvie Guillem. VIDEO

Spettacolo

Chiara Ribichini

Un momento di "Tecnhé", uno dei quattro lavori dello spettacolo "Life in progress". Credit: Bill Cooper

La celebre danzatrice salirà sul palco degli Arcimboldi per l’addio alle scene. “Perché fermarsi? Molto semplicemente perché voglio chiudere la mia carriera mentre sono ancora felice di fare ciò che faccio con orgoglio e passione”. UN ESTRATTO

“Ho amato ogni momento di questi 39 anni e oggi è ancora così. Quindi perché fermarsi? Molto semplicemente perché voglio chiudere la mia carriera mentre sono ancora felice di fare ciò che faccio con orgoglio e passione”. Così Sylvie Guillem, 50 anni, di cui 39 trascorsi nei teatri più importanti di tutto il mondo, spiega il suo addio alle scene. Un addio partito da Modena lo scorso marzo e che, dopo le tappe in Cina, arriverà al Teatro Arcimboldi di Milano il 29 ottobre, ultima data italiana, per poi toccare New York, l’Austria e concludersi a Tokyo nel dicembre 2015. Un tour internazionale, prodotto dal Sadler’s Wells London, per permettere al pubblico di tutto il mondo di poter applaudire per l’ultima volta la danzatrice più importante degli ultimi decenni. Colei che, con le sue eccezionali e rare doti fisiche e tecniche, ha stravolto i canoni della danza. Perché esiste un prima e un dopo Sylvie Guilllem. Alta, bellissima, con una rarissima elasticità, negli anni ’80 è diventata infatti lo stereotipo di una ballerina nuova, più moderna.

 

 

Da Nureyev al Leone d’oro - A fare di Sylvie Guillem una grande danzatrice non è stata solo la sua fisicità, ma anche un’artisticità fuori dal comune che negli anni le ha permesso di spaziare, come pochi altri, dal classico al contemporaneo. E che ha spinto i più grandi coreografi a creare balletti appositamente per lei. Come Maurice Béjart, Mats Ek, William Forsythe.

“E’ come lo champagne” disse Rudolf Nureyev parlando della sua interpretazione di "Don Chisciotte". Fu proprio Nureyev a scoprirla quando era direttore artistico del Ballet de l’Opéra de Paris e a nominarla, nel 1984, étoile salendo sul palco alla fine del suo primo "Lago dei Cigni" per dare pubblicamente l’annuncio. Sylvie aveva solo 19 anni. Da allora una lunga carriera trascorsa tra l’Opéra di Parigi, il Royal Ballet e il Tokyo Ballet e come ospite in tutto il mondo culminata nel 2012 con il Leone d’Oro ricevuto dalla Biennale di Venezia.

 

 

“Life in progress” - Per l’ultima danza l’artista ha scelto due lavori creati per questo tour: “Techné”, un assolo di Akram Khan e “Here & After”, un passo a due con la ballerina del Teatro alla Scala Emanuela Montanari creato da Russell Maliphant. La serata, dal titolo “Life in progress” comprende anche “Bye” creato per lei da Mats Ek e “Duo2015” di William Forsythe.

“Ho iniziato scivolando per fare un inchino” ricorda la danzatrice raccontando quegli inchini fatti, quando era allieva della Scuola di Balletto dell’Opéra di Parigi. ai ballerini professionisti e agli insegnanti in segno di rispetto. “Ogni  volta che eravamo di corsa apparivano dal nulla e dovevamo fermarci per fare l’inchino, scivolando. Il pavimento vecchio, tirato a cera e reso sempre più liscio dall’usura, rendevano questo compito abbastanza pericoloso”. Da allora ad oggi “è stato un viaggio entusiasmante, e ora sto cambiando direzione. Una ‘vita in corso’. La mia”.

 

 

Spettacolo: Per te