Cantautore, cabarettista, oltre che cardiologo, si è spento a 77 anni a Milano dopo una lunga malattia. Tra i suoi successi "Vengo anch'io" e "Quelli che". Fabio Fazio su Twitter: "Era un genio". Pisapia: "Ci ha lasciato un grande milanese". VIDEO
Tra i primi a ricordarlo, su Twitter, Fabio Fazio, che ha scritto: "Era un genio, la sua poesia ha inventato un mondo bellissimo".
Enzo jannacci era un genio. Le sue parole che non riuscivano a star dietro ai suoi pensieri. La sua poesia ha inventato un mondo bellissimo.
— fabio fazio (@fabfazio) 29 marzo 2013
Nato il 3 giugno 1935 da madre pugliese e padre lombardo, tra i primi appassionati di rock'n'roll, diplomato al Conservatorio, è considerato uno dei padri della canzone d'autore italiana e ha cantato con ironia e amarezza quasi cinquant'anni di vita del Belpaese. Dai primi successi tra cui 'El portava i scarp del tennis' e 'Ho visto un re' (con il futuro premio Nobel Dario Fo) a 'Vincenzina e la fabbrica', da 'Vengo anch'io? No tu no!' al catalogo di luoghi comuni di 'Quelli che'.
Mattatore milanese che adorava la sua città e scriveva gran parte dei suoi brani in dialetto, è stato un artista poliedrico e senza schemi fissi, che ha cantato gli ultimi, gli emarginati, i poveri, anche negli anni del boom economico, oltre alla sua amata Milano. Grande amico di Giorgio Gaber, conosciuto al liceo, ha pubblicato quasi 30 album in cinquant'anni di carriera.
"Ci ha lasciato un grande artista, un grande milanese. Enzo Jannacci ha amato Milano ed è stato ricambiato. Con la sua ironia e le sue canzoni ha raccontato la Milano più vera. Rimarrà nella storia della città" il ricordo del sindaco Pisapia su Facebook.
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