Arrivano i Cake. E il rock si tinge di ironia

Spettacolo
John McCrea (a sinistra) e Xan McCurdy in un concerto del 2005
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Unica data italiana, mercoledì 6 luglio a Milano, per la band californiana. Amata negli Usa, dalle nostre parti è una formazione di culto che raccoglie uno zoccolo duro di adepti. Dopo anni di attesa è giunta l'ora di vederli dal vivo anche in Italia

di Alberto Giuffrè

Alternativi sì, ma senza prendersi troppo sul serio. Di successo, con visite sporadiche sulle vette delle classifiche Usa. Ma senza mai sfondare veramente. E' il destino dei Cake, la band americana che in vent'anni di carriera si è costruita uno zoccolo duro di fan. Una band di culto, come si dice in questi casi. Con molti adepti anche in Italia. Adepti che dopo anni di attesa finalmente potranno vedere il gruppo alla prova dal vivo. L'appuntamento è mercoledì 6 luglio al Circolo Magnolia di Milano per l'unica data italiana del tour.

E' una rarità vedere dalle nostre parti la band guidata da John McCrea. Più facile è invece sentire parlare dell'Italia nelle loro canzoni. Come in Italian Leather Sofa, brano del 1996. O come Italian Guy, racchiusa nell'ultimo disco Showroom of compassion. L'album, uscito in gennaio, segna il ritorno sulle scene della band dopo sette anni di silenzio. Si tratta del primo lavoro dopo il divorzio dalla Columbia e la nascita dell'etichetta indipendente Upbeat Records. Undici canzoni registrate a Sacramento utilizzando uno studio alimentato al 100 per cento da pannelli solari.

L'esordio discografico dei Cake arriva nel 1994 con Motorcade of Geneosity. Quando l'era del grunge è ormai al tramonto il gruppo inizia a farsi notare con una miscela di rock, funk e una dose massiccia di ironia che trova una sintesi perfetta nel secondo disco, Fashion Nugget, uscito nel 1996. L'album contiene successi come The Distance e la formidabile cover di I Will Survive (guarda il video in fondo). Che rimangono ancora oggi i brani più conosciuti del gruppo. Quindici anni (e quattro album) dopo gli ingredienti rimangono più o meno gli stessi. E a testimoniarlo c'è il singolo Sick of You (guarda il video in fondo), con la voce di McCrea in bilico tra parlato e cantato e una melodia che entra in testa al primo ascolto.


Guarda il video di Sick of You



Guarda il video di I Will Survive

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