Il giorno di Cannes

Spettacolo
Sean Penn e l'attrice irlandese Eve Hewson - 'This Must Be The Place', di Paolo Sorrentino
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Arriva alla conclusione la 64esima edizione del Festival, quest'anno ricco di epiche immagini di un mondo che muore. Nella rosa tra i vari premi continuano ad esserci “The tree of Life” di Terence Malick e “Le Havre” di Aki Kaurismaki

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Immagini epiche di un mondo che muore e trionfo della forza femminile. Questi i tratti distintivi del 64esimo Festival di Cannes.
Tutto è pronto per la Palma d'Oro che dovrebbe andare a uno di quei film in cui la catastrofe è interiore come quello di Terrence Malick, The tree of life. Unico suo avversario, almeno per la forza delle immagini, quel Melancholia di Lars Von Trier di fatto tagliato fuori dalla gara per le sue dichiarazioni su Hitler ed Israele.

Palma d'oro, Grand Prix e regia -
Tra i supercandidati per i premi maggiori (Palma d'oro, Grand Prix e regia) troviamo ancora Aki Kaurismaki con Le havre, favola piena di poesia sull'immigrazione, i fratelli Dardenne con Il ragazzo con la bicicletta e, infine, The artist del francese Michel Hazanavicius, geniale film bianco e nero e muto che non annoia mai. Mentre sale però nelle quotazioni, oltre il noir Drive del regista danese Nicolas Winding Refn, miscela di violenza, auto e sangue, anche il nostro This must be the place di Paolo Sorrentino che ha incassato buone critiche da stampa francese e anglosassone e anche Il Premio ecumenico.

Ruolo maschile e femminile -
Oltre al film, è stata apprezzata da tutti l'interpretazione da parte di Sean Penn di Cheyenne (ex star del rock con poca voglia di crescere). Sempre per l'Italia potrebbe correre ancora un personaggio maschile non troppo solido come il neo-papa Michel Piccoli di Habemus papam di Nanni Moretti.
Per i ruoli femminili la rosa sembra invece allargarsi e sempre nel segno dei personaggi forti. Non solo potrebbe vincere la Palma d'oro la madre-coraggio che non rinuncia ad amare il figlio-mostro interpretata da Tilda Swinton in We need to talk about Kevin di Lynne Ramsay: c'è poi la generosa mamma in affido dei Dardenne, ossia Cecile de France, e la depressa quanto tosta Kirsten Dunst indifferente alla fine del mondo del film di Lars Von Trier.

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