La versione di Barney: il best seller arriva nelle sale

Spettacolo
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Dopo il trionfo all'ultimo festival di Venezia esce al cinema il film tratto dal capolavoro di Mordecai Richler. Nei panni dell'irriverente protagonista un Paul Giamatti in odor di Oscar. GUARDA L'INTERVISTA AGLI ATTORI E IL TRAILER

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Si ride e ci si commuove con "La versione di Barney". Il film, già passato in concorso al Festival di Venezia, nelle sale da venerdì 14 e distribuito da Medusa in circa 300 copie,  mette in campo il best seller omonimo e potrebbe irritare la sensibilità di milioni di appassionati del libro cult di Mordecai Richler (pubblicato in Italia da Adelphi).

La pellicola, prodotta da Canada e Italia (Fandango) e firmata da Richard J.Lewis (regista di molti episodi di "Csi"), non racconta altro che la vita irriverente di Barney Panofsky (Paul Giamatti), ovvero i suoi molti matrimoni (ben tre), il rapporto con l'eccentrico padre (Dustin Hoffman), col suo dissoluto amico (Scott Speedman) e, infine, il suo grande amore per Miriam (Rosamund Pike), la donna che sarà la sua terza moglie e madre dei suoi figli.

La storia di questo uomo, irritante e irritato, nell'arco di oltre 40 anni, avrà una tappa anche a Roma, dove vivrà da ragazzo la sua personalissima boheme. E tutto questo prima che Barney, cinico manager televisivo delle Produzioni Assolutamente Inutili, perda progressivamente la memoria per l'Alzheimer.

"Questo libro è così tanto amato, sia dagli italiani sia dai canadesi, che mi sono guardato bene dal rispettarne lo spirito, mettendo ovviamente al centro la storia d'amore di Barney e Miriam": così il regista aveva parlato l'anno scorso a Venezia di questo film che ha avuto una gestazione di oltre sette anni.

Diceva invece il protagonista Giamatti al Lido: "Anch'io, come Barney, non sono un tipo troppo amabile. Per prepararmi ho ovviamente letto il libro e devo dire di aver ammorbidito sullo schermo il personaggio originale". Comunque, "Barney è molto romantico, frustrato e pieno di un'ossessione che lo rende allo stesso tempo dolce e bastardo. La cosa più difficile è stata fare lui da giovane". "La gioventù - ha spiegato Giamatti al Lido - è un periodo che si è allontanato troppo da me per poterlo ben rappresentare. Insomma, non mi ricordo proprio come ero a 28 anni".

A difendere il film anche il produttore Robert Lantos: "Certo in questo lavoro c'è tanto umorismo ebraico, ma va considerato che Richler era un personaggio scomodo per la stessa comunità ebraica alla quale apparteneva. Il motivo? Perché li prendeva in giro con il suo umorismo 'politically uncorrect"'. La versione di Barney è il terzo romanzo di Mordecai Richler a diventare un film dopo 'L'apprendistato di Duddy Kravitz' e 'Joshua allora e ora'.

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