22 scatti fotografici dell’attrice che negli anni 80 fece scandalo e “rivoluzionò” la sessualità degli italiani sono in mostra a Milano in un'esposizione dal titolo “Moana, casta diva”. "Foto - spiega l’autore - scattate in estrema libertà"
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MOANA, MAGNIFICA OSSESSIONE: VAI ALLO SPECIALE
Consegnano Moana al mito, con la speranza neanche troppo velata di farla entrare nei musei, i 22 scatti di Gianfranco Salis esposti alla Dream Factory di Milano, nella Mostra “Moana, casta diva”.
La regina del porno, che sedusse registi, scrittori, politici e intellettuali, dopo aver visto i ritratti fatti da Salis alla collega Ilona Staller, chiamò di persona "con dolcezza e perseveranza" il fotografo, allievo di Tazio Secchiaroli, per chiedergli di ritrarla.
In tre sessioni, tra l' 88 e l' 89, vennero realizzate le foto che - parola di Salis - Moana amava di più, quelle che a suo parere la rappresentavano meglio. "Il segreto di queste immagini - spiega l'autore - è che sono state scattate in estrema libertà e intimità, senza committenti o occasioni particolari". Emerge così una Moana inedita, non certo casta, ma molto diva, non del porno, ma del cinema con la C maiuscola. "Moana per un fotografo - chiosa Salis - era come una sirena per Ulisse, un personaggio enigmatico e pieno di mistero".
Pubblicate su riviste di settore come Zoom e Photo, le immagini sono poi rimaste in un cassetto per vent'anni, poi la scelta di farne una mostra, che ha già fatto tappa a Bologna e Treviso e dopo Milano proseguirà il suo tour in Italia e all'estero: "Mi sembrava arrivato il momento di fare un'operazione culturale che portasse Moana nei musei", perché di pornostar e attricette varie ce ne sono tante, ma "lei resta l'ultima bellezza italiana contro i manichini senz'anima della tv, era una donna raffinata che aveva il coraggio di non vergognarsi". Anche per questo Salis ha un grande rimpianto: "Moana voleva tre foto a figura intera per la sua camera da letto, voleva farne un paravento, peccato non averla accontentata, oggi sarebbe un pezzo da collezione".
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Consegnano Moana al mito, con la speranza neanche troppo velata di farla entrare nei musei, i 22 scatti di Gianfranco Salis esposti alla Dream Factory di Milano, nella Mostra “Moana, casta diva”.
La regina del porno, che sedusse registi, scrittori, politici e intellettuali, dopo aver visto i ritratti fatti da Salis alla collega Ilona Staller, chiamò di persona "con dolcezza e perseveranza" il fotografo, allievo di Tazio Secchiaroli, per chiedergli di ritrarla.
In tre sessioni, tra l' 88 e l' 89, vennero realizzate le foto che - parola di Salis - Moana amava di più, quelle che a suo parere la rappresentavano meglio. "Il segreto di queste immagini - spiega l'autore - è che sono state scattate in estrema libertà e intimità, senza committenti o occasioni particolari". Emerge così una Moana inedita, non certo casta, ma molto diva, non del porno, ma del cinema con la C maiuscola. "Moana per un fotografo - chiosa Salis - era come una sirena per Ulisse, un personaggio enigmatico e pieno di mistero".
Pubblicate su riviste di settore come Zoom e Photo, le immagini sono poi rimaste in un cassetto per vent'anni, poi la scelta di farne una mostra, che ha già fatto tappa a Bologna e Treviso e dopo Milano proseguirà il suo tour in Italia e all'estero: "Mi sembrava arrivato il momento di fare un'operazione culturale che portasse Moana nei musei", perché di pornostar e attricette varie ce ne sono tante, ma "lei resta l'ultima bellezza italiana contro i manichini senz'anima della tv, era una donna raffinata che aveva il coraggio di non vergognarsi". Anche per questo Salis ha un grande rimpianto: "Moana voleva tre foto a figura intera per la sua camera da letto, voleva farne un paravento, peccato non averla accontentata, oggi sarebbe un pezzo da collezione".