Divenuta in pochi mesi un caso da 5,5 milioni nella sola Francia, la pellicola d'oltralpe riproporrà dal 2 aprile agli spettatori italiani uno dei capolavori del fumettista parigino, autore di Lucky Luke e Asterix
Il meglio dei racconti de Le petit Nicolas, capolavoro del fumettista parigino René Goscinny e del disegnatore Jean-Jacques Sempé, costituisce la base dell'omonimo film di Laurent Tirard, divenuto, con 5,5 milioni di spettatori, il caso cinematografico francese dell'anno. La pellicola, che arriverà sui grandi schermi italiani il 2 aprile, è una favola senza tempo, ambientata in una Francia anni '50 volutamente fittizia e irreale, in cui si svolgono le divertenti vicende del simpatico bambino di 8 anni, dei suoi compagni di scuola e dei suoi genitori.
Al riguardo Tirard, che della comédie è regista e sceneggiatore, ha dichiarato: "Per intrattenere lo spettatore per un'ora e mezza, ci voleva una drammaturgia di fondo. Era necessario introdurre un elemento triste e serio nella vicenda. C'è un tema che i bambini sentono molto: come gli adulti anche loro vivono dei drammi veri. Mi sono chiesto quale potesse essere il peggior dramma per un bimbo, soprattutto per uno come Nicolas, che è il centro del mondo nella sua famiglia. La cosa peggiore per lui è proprio perdere il suo status di focus di tutte le attenzioni".
Tirard ha inoltre spiegato che il film è ambientato negli anni '50, "perché in quell'epoca vennero scritti i racconti di Nicolas e perché quegli anni permettevano d'avere delle scenografie molto finte, come i film hollywoodiani degli anni '50. Inoltre in Europa, e soprattutto in Francia, quegli anni fanno da cerniera tra la tradizione e la modernità: c'era appena stata la guerra e i francesi volevano essere come gli americani, più moderni, tecnologici e all'avanguardia, rimanendo però di fondo tipicamente francesi e maldestri".
Al riguardo Tirard, che della comédie è regista e sceneggiatore, ha dichiarato: "Per intrattenere lo spettatore per un'ora e mezza, ci voleva una drammaturgia di fondo. Era necessario introdurre un elemento triste e serio nella vicenda. C'è un tema che i bambini sentono molto: come gli adulti anche loro vivono dei drammi veri. Mi sono chiesto quale potesse essere il peggior dramma per un bimbo, soprattutto per uno come Nicolas, che è il centro del mondo nella sua famiglia. La cosa peggiore per lui è proprio perdere il suo status di focus di tutte le attenzioni".
Tirard ha inoltre spiegato che il film è ambientato negli anni '50, "perché in quell'epoca vennero scritti i racconti di Nicolas e perché quegli anni permettevano d'avere delle scenografie molto finte, come i film hollywoodiani degli anni '50. Inoltre in Europa, e soprattutto in Francia, quegli anni fanno da cerniera tra la tradizione e la modernità: c'era appena stata la guerra e i francesi volevano essere come gli americani, più moderni, tecnologici e all'avanguardia, rimanendo però di fondo tipicamente francesi e maldestri".