Processionaria, tutto ciò che c’è da sapere sull’insetto del pino

Scienze

Lepidottero che può causare danni all’ambiente e all’uomo, questo insetto sta allargando la propria area di diffusione ad altitudini e latitudini elevate, anche a causa del cambiamento climatico 

La processionaria del pino, scientificamente denominata ‘Thaumetopoea pityocampa’ è un lepidottero appartenente alla famiglia delle notodontidae, diffuso principalmente in Nordafrica e in una vasta zona compresa tra Asia ed Europa. Proprio nel nostro continente è scattato un vero e proprio allarme, in seguito ad un’invasione di processionarie. E’ successo in Germania, precisamente nell’area di Brandeburgo, della Sassonia-Anhalt, del Baden-Wurttemberg, della Baviera e dello stato occidentale del Nord Reno-Westfalia. Le autorità locali hanno disposto la chiusura di scuole, piscine, ristoranti, parchi e persino alcuni tratti stradali, anche perchè 15 persone sono state costrette a ricevere le cure del caso in ospedale.

I danni delle setole urticanti

Ma perché le processionarie hanno creato così tanto scompiglio? Le loro setole urticanti sono abbastanza pericolose anche se non si entra in contatto diretto con l'insetto perché vengono trasportate dal vento e possono provocare reazioni allergiche, dermatiti e crisi d'asma. Come racconta l’Università di Padova, la processionaria può attaccare tutte le specie di pino e cedro in qualsiasi situazione di crescita, che si tratti di esemplari ornamentali nei giardini o presenti nei boschi. Per riconoscerle basti sapere che gli adulti presentano ali anteriori grigio brune e ali posteriori biancastre tendenti al giallo, con una macchia nera sul margine posteriore. Le uova di questi insetti vengono solitamente deposte intorno agli aghi di pino. Le larve vivono all’interno di particolari nidi caratteristici e durante la nutrizione si disperdono sulla vegetazione attorno al nido formando le cosiddette processioni, per poi ritornare ad esso. L'incrisalidamento (ovvero il processo di trasformazione in crisalide dallo stadio larvale) avviene poi nel suolo. In generale, a quote e latitudini maggiori la fase di nutrizione termina in tarda primavera e gli adulti sfarfallano all'inizio dell'estate. A quote e latitudine minori, le larve cessano di nutrirsi all'inizio della primavera e gli adulti compaiono in tarda estate. Nel nido le colonie di larve possono tollerare temperature inferiori a -15°C per parecchi giorni.

Diffusione anche a causa del cambiamento climatico

La processionaria è generalmente considerato come uno dei principali fattori limitanti per lo sviluppo e la sopravvivenza delle pinete, soprattutto in Europa meridionale e nel Mediterraneo. Può essere dannosa per l’ambiente, causando estese defogliazioni che avviano il deperimento del bosco, ma è pericolosa anche per l’uomo. I suoi peli urticanti, presenti sulle larve, inducono forti dermatiti alle persone e agli animali a sangue caldo. Inoltre, secondo gli esperti, di recente la processionaria ha mostrato una tendenza ad allargare la propria area di diffusione ad altitudini e latitudini elevate per un probabile effetto del cambiamento climatico. Infatti sono state notate presenze massicce in zone dove la specie era assente o rara, come la Francia centrale e le Alpi.

Cosa succede quando colpisce l’uomo

Quando colpisce l’uomo, la processionaria può causare diversi sintomi, come la dermatite. Si tratta di una patologia molto frequente soprattutto nel periodo primavera/estate e non risparmia né grandi né piccini. “Il suo pulviscolo urticante non è visibile, cade e si attacca sulla pelle scoperta ma anche a quella coperta insinuandosi tra i vestiti”, ha spiegato il professor Marcello Monti, responsabile del reparto di Dermatologia dell’ospedale Humanitas, autorevole polo medico nel Milanese. Le zone di solito più colpite sono tronco e collo, ma anche gli arti o il volto possono essere interessati. Cosa succede alla pelle in questi casi? “La conseguenza è la comparsa improvvisa di forte arrossamento con prurito o bruciore. A volte compaiono anche bolle e pustole”. Se si è vittima di questi sintomi è sempre meglio rivolgersi ad uno specialista. “Il trattamento è semplice”, spiega Monti. “Si applica sulla sede colpita un gel astringente al cloruro d’alluminio. Questo gel ha un’azione antiprurito e disinfettante e in poco tempo manda in remissione la dermatite. Purtroppo, quando la diagnosi non è fatta in modo corretto, e questo è assai frequente, viene prescritto il cortisone che non funziona e che può peggiorare la situazione”, ha precisato il medico.

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