Non tutti ricordiamo i sogni. Ma c'è un modo per imparare

Se ricordi spesso i tuoi sogni, probabilmente hai la testa fra le nuvole. Questo è solo uno dei risultati della curiosa ricerca sul mondo onirico effettuata dal team di Giulio Bernardi, professore di Neuroscienze alla Scuola di Alti Studi di Lucca. Un lavoro durato quattro anni, in collaborazione con l’Università di Camerino, che ha permesso di fare chiarezza sul perché alcuni si svegliano convinti di non aver sognato nulla, mentre altri potrebbero scrivere un libro sulle loro avventure oniriche. “La prima parte dello studio – spiega Bernardi – è stata dedicata al rapporto tra sogni e ricordo. Sono rimasto stupido da quanti volontari abbiano preso parte all’esperimento convinti che non sarebbero mai riusciti a raccontare un sogno, per poi ricredersi dopo solo qualche giorno di esercizio. Invece la seconda parte, attualmente in corso, verrà dedicata all’influenza dei sogni sulla nostra vita e sulla nostra salute. Il mondo onirico ha ancora tanto da dirci”. Ricordare i sogni? Fantasticare aiuta Per due settimane i volontari, circa 220, si sono sottoposti a una stringente routine di monitoraggio del sonno e dei sogni. “I partecipanti – racconta Bernardi – indossavano un actigravo, ovvero un braccialetto da polso che ci permetteva di scaricare i dati sulla qualità del riposo. Oltre a questo, ogni mattina erano tenuti a registrare, su un apposito registratore fornito loro, il racconto dei sogni che si ricordavano. Questo ci ha permesso di avere un numero impressionante di informazioni, dalle quali abbiano estratto i parametri che ci hanno guidato per tirare le somme della ricerca”. Ma quindi, perché alcuni si ricordano meglio i sogni? Il principale fattore che sembrerebbe aiutare il ricordo dei sogni è l’interesse verso gli stessi. In sostanza, chi è più appassionato e fedele al suo mondo onirico, parrebbe avere sogni più vividi e lineari. Tuttavia, come sottolinea Bernardi: “È un cane che si morde la coda. Se io mi interesso ai sogni, questi sono più nitidi. Ma se io ho sogni più nitidi, mi interesso di più a questi ultimi”. Un’altra qualità di chi ha sogni più vivaci è la tendenza a vagare con la mente durante il giorno. Fantasticare e avere la testa fra le nuvole, infatti, sarebbero le caratteristiche più presenti nei sognatori assidui. Ma il ricordo dei sogni è influenzato anche dalla qualità del sonno. “Dormire a lungo – spiega Bernardi – permette di dissipare la fatica del giorno precedente e i sogni della mattina sarebbero più chiari”. La capacità di riportare alla mente le attività della nostra vita onirica, però, tende a peggiorare con l’età e i suoi principali nemici sono lo stress e le preoccupazioni. “La tendenza a essere sopraffatti dai pensieri porta alla creazione di interferenze cognitive che ci fanno dimenticare i sogni”. Ci sarebbe una relazione tra incubi e demenza senile Lo scopo della ricerca è la creazione di un’applicazione, “Sognario”, che permetta agli utenti di registrare e trascrivere i loro sogni. “Diciamo che – precisa Bernardi – uno dei motivi principali dello studio è lo sviluppo di una banca dati dei sogni, che poi verrà implementata dalle informazioni provenienti dalla app. Questo perché è fondamentale tenere traccia della propria vita onirica, dato che quest’ultima nasconde informazioni rilevanti sulla nostra salute”. Infatti, la ricerca del team di Bernardi sta continuando con l’analisi del contenuto dei sogni raccolti, al fine di evidenziare correlazioni sospette con certe patologie. “Grazie a una esperta di linguistica – spiega il professore – stiamo cercando le parole ricorrenti nei sogni. Così, stiamo documentando come cambiano i sogni durante delle particolari condizioni patologiche. Non solo, stiamo cercando di capire se i sogni siano capaci di prevedere lo sviluppo di demenza in età anziana”. Alcuni studi, infatti, affermano la relazione tra incubi frequenti in età adulta e la genesi di una demenza da anziani. La ricerca del team di Bernardi, in divenire, vuole dare prova di queste correlazioni, sottolineando l’importanza del mondo onirico, spesso sottovalutato. Come si ricordano i sogni? Ma dunque, come possiamo fare per ricordarci i sogni? La ricetta è semplice: serve allenamento e interesse. “Basta decidere – ci consiglia Bernardi – che i sogni ci importano. Se prestiamo anche solo un po’ d’attenzione alla nostra vita onirica, questa ci ripagherà con sogni più vividi. Se vogliamo applicarci di più, appena svegli possiamo prendere l’abitudine di appuntarsi i nostri sogni. Possiamo trascriverli o, ancora meglio, registrarsi mentre li raccontiamo. I sogni ci dicono molto di più di quello che pensiamo”

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