Science, Please: il ritorno della clonazione

Scienze
Roberto Palladino

Roberto Palladino

©Ansa
Si chiama ReTro (dove 'Re' sta per rhesus e 'Tro' per trofoblasto, la struttura embrionale che dà origine alla placenta), è il primo clone di una scimmia, un macaco rhesus vissuto per oltre due anni in buona salute, e in quanto tale apre le porte alla clonazione dei primati, 16 gennaio 2024. ANSA

Si chiama ReTro, ed é il primo clone di una scimmia macaco rhesus, arrivato ad oltre due anni di vita. Il risultato ottenuto dall'Accademia Cinese delle Scienze, riapre il dibattito sulla clonazione a 27 anni dalla pecora Dolly.  Ma perché si clona un animale? A questo e ad altri interrogativi sulla clonazione risponde a Science, Please - il podcast di scienza e medicina di Sky TG24 - il Prof. Cesare Galli, tra i massimi esperti italiani sull'argomento

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Si respira aria di anni '90 in queste prime settimane del 2024. L'annuncio apparso su Nature Communications dell'ingresso nell'età adulta e in buona salute di una scimmia Rhesus clonata, ha riportato ad anni in cui la clonazione su larga scala sembrava ormai a portata di mano. Steven Spielberg con Jurassic Park e i suoi dinosauri giganti ricreati dal DNA estratto da zanzare preistoriche aveva creata l'humus. Al resto pensò la scienza con l'annuncio choc nel 1997 della clonazione della pecora Dolly: un successo mondiale che finì su prime pagine di giornali e riviste di mezzo mondo.

La copertina di Time Magazine del 10 marzo 1997
La copertina di Time Magazine del 10 marzo 1997 - Cover Credit: ARTHUR HOCHSTEIN

Perché clonare un animale?

 

"Si usa la clonazione per diverse ragioni, sicuramente quella più rilevante è la ricerca" così nel nuovo episodio di  Science, Please il Prof. Cesare Galli commenta lo studio cinese. Galli, dopo la laurea in Medicina Veterinaria presso l’Università degli Studi di Milano e un post-dottorato a Cambridge (UK)  si è specializzato nella riproduzione, dalla produzione di embrioni in vitro fino alla clonazione somatica nelle specie bovina, equina e suina e alla creazione di modelli animali a scopo biomedico. Nel 1999 ha ottenuto il primo clone di un toro adulto e nel 2003 il primo clone di un cavallo, nel 2008 ha fondato Avantea, laboratorio di tecnologie avanzate per la riproduzione animale e la ricerca biotecnologica, è considerato tra i massimi esperti del settore. "Si usa la clonazione anche per gli  allevamenti, per avere animali più uniformi o con qualità superiori da usare poi come riproduttori. Infine - prosegue Galli - c'è la sfera della conservazione di specie in via d'estinzione, ad esempio sono stati clonati un tipo di furetto nero e un cavallo delle steppe ormai praticamente estinti."

 

 Il professor Cesare Galli (S) in un'immagine d'archivio del 6 agosto 2003
Il professor Cesare Galli (S) in un'immagine d'archivio del 6 agosto 2003 - ©Ansa

Non solo cloni

 

La clonazione non è comunque l'unica risposta per ridare speranza alle specie più a rischio estinzione. A volte si preferiscono utilizzare altre tecniche di conservazione come l'inseminazione in vitro. Da anni il Prof. Galli fa parte di un consorzio di scienziati chiamato BioRescue, la cui missione è salvare il rinoceronte bianco del Nord dall'estinzione.  Recentemente è stato raggiunto un importante traguardo con la prima gravidanza di una delle uniche due esemplari, purtroppo ci sono state complicazioni ma è stata la prova che la strada è quella corretta. 

"A dicembre è successa una tragedia, una delle femmine a causa di un'infezione è morta. Dall'autopsia abbiamo recuperato un feto di 70 giorni, era normale e ben formato, nella disgrazia della morte sappiamo che gli embrioni sono vitali e possono dare una gravidanza normale: la direzione è quella corretta."

 

Questa un'anticipazione, ascolta la nuova puntata di Science, Please con l'intervista integrale  

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