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Chang’e-5, la sonda cinese ha raccolto due chili di rocce lunari

Scienze

La capsula di rientro è atterrata fra le nevi nel distretto di Siziwang, estesa regione della Mongolia interna, decretando così il successo della missione e consentendo alla Cina di diventare uno dei Paesi capaci di portare campioni di suolo lunare sulla Terra, 44 anni dopo l’ultima missione

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“Capsula atterrata e recuperata. Lì dentro ci dovrebbero essere due chili di Luna. Era da oltre 44 anni, dal 22 agosto 1976, che non ci veniva recapitata una consegna del genere”. Così l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) ha riassunto, sul proprio profilo Twitter, la notizia del rientro sulla Terra della sonda cinese Chang’e-5, dell’agenzia spaziale cinese (Cnsa), che ha portato con sè una buona quantità di rocce lunari, prelevate da Mons Rümker, una regione della Luna situata nell’Oceano delle Tempeste. "Congratulazioni alla Cina per aver riportato i campioni lunari sulla Terra!" ha twittato invece Thomas Zurbuchen, capo della direzione della missione scientifica della Nasa. "La comunità scientifica internazionale celebra il successo di Chang'e 5. Questi campioni aiuteranno a rivelare i segreti del nostro sistema Terra-Luna e ad acquisire nuove informazioni sulla storia del sistema solare".

Tutte le fasi della missione

Come si legge nel comunicato diffuso proprio dall’Inaf sul proprio sito, la capsula di rientro della missione Chang’e-5 è atterrata fra le nevi nel distretto di Siziwang, estesa regione della Mongolia interna, decretando così il successo della missione e consentendo alla Cina di essere annoverata tra i Paesi capaci di portare campioni di suolo lunare sulla Terra, 44 anni dopo l’ultima missione, ovvero “Luna 24”, protagonista l’ex Unione Sovietica. Chang’e 5 era stata lanciata in orbita lo scorso 23 novembre, dalla base di Wenchang, sull’isola di Hainan, grazie all’ausilio di un razzo vettore Lunga Marcia 5. Il 29 novembre, l’orbiter ed il modulo lunare si sono separati e, se il primo veicolo è rimasto in orbita, il secondo ha cominciato la sua discesa verso la Luna, toccandone il suolo il primo dicembre. Dopo complesse operazioni, durante le quali il trapano e il braccio escavatore del lander hanno prelevato i campioni dal suolo della Luna, il 3 dicembre il veicolo di ascesa, in cui erano stati trasferite le rocce, ha iniziato il percorso per ricongiungersi con l’orbiter, obiettivo raggiunto il 5 dicembre. E’ stato quello il momento in cui i campioni sono stati trasferiti dal veicolo di ascesa all’orbiter e quello nel quale sono iniziate le manovre di correzione della traiettoria, direzione Terra. In tutto sono state eseguite tre manovre di correzione, con l’orbiter che si è separato dalla capsula contenente il carico lunare a circa 5000 km di altitudine, lasciandola cadere per il rientro. L’atterraggio è avvenuto con successo, con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) che ha supportato la Cnsa nelle fasi finali della missione.

Oltre 300 Kg di rocce lunari nella storia dell’esplorazione spaziale

Dopo la missione “Luna 24” dell’ex Unione Sovietica e dopo quella americana con il programma Apollo, la Cina è riuscita con questa impresa a diventare la terza nazione a riportare campioni a Terra, come spiega ancora l’Inaf, per un totale di circa 384 chilogrammi di rocce e polvere lunari recuperati nella storia dell’esplorazione spaziale. Adesso, una volta messa in sicurezza, la capsula verrà consegnata ad un laboratorio di Pechino per le analisi del contenuto.

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