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Peste suina africana: rilevato primo caso in un cinghiale in Germania

Scienze

Analizzata la carcassa di un cinghiale ritrovata vicino al confine con la Polonia. A dare la notizia la ministra dell'Agricoltura tedesca Julia Klochner

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La peste suina africana è stata rilevata per la prima volta in Germania, nello stato del Brandeburgo, giovedì 10 settembre. Lo ha reso noto stamani a Berlino la ministra dell'Agricoltura Julia Klochner, ammettendo che “purtroppo il sospetto è stato confermato", dopo che alcune ipotesi circolavano già dalla giornata di ieri. La ministra ha anche ricordato che la malattia non è un pericolo per gli umani, nemmeno nel caso in cui venga consumata carne di un suino infetto, ma in Germania temono ripercussioni sulle esportazioni.

Il primo caso tedesco di peste suina africana 

 

La ministra dell'Agricoltura Julia Klochner, ripresa delle agenzie di stampa tra cui Reuters, ha spiegato che il caso sospetto riguardava la carcassa di un cinghiale rinvenuta nella zona del confine tedesco-polacco. Un campione dei resti, dopo essere stato analizzato nel laboratorio del Friedrich Loeffler Institut, è risultato positivo alla peste suina africana. I tedeschi erano in apprensione per via dei casi nei cinghiali della Polonia occidentale emersi durante gli scorsi mesi e anche in seguito a uno più recente, scoperto a soli dieci chilometri dal confine tra i due stati. Altri sono già stati segnalati in una decina di Paesi europei.

 

I timori della Germania

 

La peste suina africana non è pericolosa per gli esseri umani, “né l'eventuale consumo di carne di animali contagiati rappresenta un rischio per i consumatori” ha aggiunto Klochner. Il tasso di mortalità per i suini invece è molto alto. In Cina e in altri paesi asiatici ne sono decduti o ne sono stati abbattuti milioni dal 2018, secondo le stime di Reuters. La scoperta del cinghiale morto per la peste africana ai confini del Land del Brandenurgo, nell'est della Germania, potrebbe però avere un impatto sull'export della carne suina al di fuori dell'Unione Europea. Uno scenario che agita il settore, anche perché alcuni Paesi impongono divieti di importazione dai territori in cui vengono scoperti cinghiali non selvatici contagiati.