Nei resti della supernova 1987A potrebbe celarsi una stella di neutroni

Scienze

Due squadre di astronomi, analizzando le osservazioni condotte dal radiotelescopio Alma, potrebbero aver fatto luce su un mistero rimasto irrisolto per 33 anni

Due squadre di astronomi potrebbero aver fatto luce su un mistero rimasto irrisolto per 33 anni. All’interno dei resti della supernova 1987A, scoperta nella notte tra il  23 e il 24 febbraio 1987, proprio nel giorno della sua esplosione, potrebbe celarsi una stella di neutroni, le cui possibili tracce sarebbero state individuate dal radiotelescopio Alma dell’Eso. Dalla notte della sua scoperta, gli esperti sono andati in cerca dell’oggetto che avrebbe dovuto formarsi in seguito all’esplosione, ovvero un buco nero o una stella di neutroni, senza però mai riuscire a scovarlo. Analizzando le osservazioni condotte da Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), situato a 5000 metri d’altitudine nel deserto di Atacama, in Cile, due team di astronomi guidati rispettivamente da Phil Cigan e da Dany Page sembrano aver trovato degli indizi che potrebbero confermare l’esistenza di una stella di neutroni generata da quell’esplosione cosmica. 

 

Il primo studio nel dettaglio   

 

Nel corso del primo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulle pagine della rivista specializzata The Astrophysical Journal nel novembre del 2019, gli esperti, grazie ai dati forniti da Alma, hanno ottenuto delle immagini ad alta risoluzione, che hanno rivelato la presenza nel nucleo della supernova 1987A di un blob di gas e polveri incandescente, molto più luminoso di ciò che lo circonda. “Siamo rimasti assai sorpresi nel vedere questo blob caldo formato da una spessa nube di gas e polveri nel resto di supernova", ha commentato Mikako Matsuura, ricercatrice all’Università di Cardiff. “Deve esserci qualcosa nella nube che riscalda il gas e le polveri e la fa brillare”, ha aggiunto l’esperta. Tra le ipotesi, la più plausibile è che l’energia termica sia fornita da una stella di neutroni. 

 

Gli indizi della seconda ricerca 

 

Ulteriori prove della sua presenza arrivano dal secondo studio, recentemente pubblicato dai suoi autori sulle pagine della rivista specializzata The Astrophysical Journal. Come spiegato dagli esperti, infatti, il blob di gas e polveri, identificato grazie alle osservazioni di Alma, è esattamente nel punto in cui gli astronomi pensano che la stella di neutroni sarebbe posizionata. Inoltre, la temperatura della stella di neutroni, stimata intorno ai 5 milioni di gradi Celsius, sarebbe in grado di fornire energia termica sufficiente per spiegare la luminosità della nube. “Nonostante l’estrema complessità di un’esplosione di supernova e le condizioni estreme che regnano all’interno di una stella di neutroni, il rilevamento di una nube incandescente di gas e polveri è una conferma di diverse previsioni”, spiega Dany Page, coordinatore del team di ricerca. 

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