Il Sole visto da distanza record: le immagini della Solar Orbiter Esa

Scienze

La sonda dell’Agenzia Spaziale Europea ha catturato dettagli del Sole mai visti prima. La superficie è costellata di “falò”

Dallo spazio arrivano immagini del Sole mai viste prima, catturate da una distanza record. È stato possibile grazie alla Solar Orbiter gestita dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) in collaborazione con la Nasa che è partita il 10 febbraio. Gli scatti sono stati mostrati in anteprima in una diretta online sul portale dell’agenzia continentale. Anche l’Italia ha contribuito alla missione fornendo tre dei dieci strumenti della Solar Orbiter, attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), le Università di Firenze e Genova e il gruppo Leonardo.

 

Tutti i dettagli del Sole

 

Non erano mai state scattate immagini del Sole da una distanza così ravvicinata (si possono vedere qui. Le sorprendenti foto che giungono dalla missione Esa e Nasa hanno rivelato che la sua superficie è costellata di innumerevoli eruzioni, che sono state soprannominate “falò” dagli astronauti, inedite e scoperte soltanto dalla sonda Solar Orbiter. "Queste sono solo le prime immagini e possiamo già vedere interessanti nuovi fenomeni – è il primo commento di Daniel Müller, dell’Agenzia Spaziale Europea -. Non ci aspettavamo grandi risultati già all'inizio. I nostri dieci strumenti scientifici si sono completati a vicenda, fornendo un quadro olistico del Sole e dell'ambiente circostante". “I falò sono piccoli parenti dei bagliori solari che vediamo dalla Terra, milioni o miliardi di volte più piccoli", spiega David Berghmans del belga Royal Observatory (Rob). "Il Sole – prosegue - potrebbe sembrare tranquillo al primo sguardo, ma quando guardiamo nel dettaglio scorgiamo eruzioni in miniatura ovunque".

Esa

Una missione da Record

 

La sonda Solar Orbiter, lanciata il 10 febbraio, è la più ambiziosa di sempre per quanto concerne l’avvicinamento al Sole. A metà giugno aveva completato la fase di messa in servizio e ha eseguito il suo primo spostamento verso il corpo celeste. Poco dopo i gruppi scientifici europeo e statunitense hanno eseguito all’unisono i test di tutti gli strumenti e una volta giunti alla presentazione dei risultati, giovedì 16 luglio, ciò che è emerso è stato sorprendente e al di sopra di ogni aspettativa.

I prossimi passi

 

“I campfire o “falò” mostrati nelle immagini sono stati catturati in un momento in cui la sonda si trovava a 77 milioni di chilometri dal Sole, circa a metà tra la Terra e la stella, il punto più vicino mai raggiunto. "Questi campfire sono insignificanti da soli - afferma Frédéric Auchère, dell'Institut d'Astrophysique Spatiale (IAS) in Francia - ma il loro effetto sommato su tutto il Sole potrebbe fornire il contributo dominante al riscaldamento della corona solare”.  La corona solare è lo strato più esterno dell'atmosfera del Sole, estesa per milioni di chilometri nello spazio aperto, però dopo molti decenni di studi non sono ancora chiari i meccanismi fisici che la riscaldano. "Ovviamente è troppo presto per dirlo, ma speriamo che collegando queste osservazioni con le misurazioni degli altri strumenti che ‘sentono’ il vento solare intorno alla sonda spaziale, saremo in grado di risolvere alcuni di questi misteri”, conclude Yannis Zouganelis della Esa. “Solar Orbiter ha iniziato un grand tour del sistema solare – ricorda infatti Daniel Müller - e si avvicinerà ancora di più al Sole fra meno di due anni; fino a 42 milioni di chilometri, circa un quarto della distanza con la Terra”.

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